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12 I Comuni, le Signorie
e il Principato
Sul finire dell’XI sec. le nuove élites cittadine (feudatari minori, professionisti,
commercianti e artigiani) iniziarono a riunirsi in associazioni giurate
(coniurationes) e a eleggere propri magistrati (consoli) con il compito
di appianare i contrasti interni e di promuovere e difendere le loro immunità
e i loro privilegi. Furono queste le prime forme di organizzazione comunale,
istituzioni che spesso riuscirono a erodere l’autorità dei grandi feudatari.
Per contro, il fattore primario della debolezza politico-istituzionale dei Comuni
risiedette nella conflittualità e nella loro discorde litigiosità. Le lotte delle
fazioni si risolsero di fatto con l’affidamento delle cariche a una sola persona
(podestà) e con la trasformazione dei Comuni in Signorie rese per la maggior
parte dinastiche. In alcune grandi città come Genova, Firenze, Siena e Venezia
non si ricorse al regime signorile ma a governi oligarchici delle famiglie più
influenti entro le istituzioni repubblicane. Lungo tutto il XIV sec. vennero
costituendosi Signorie che legarono insieme più città, dando origine
ai Principati, veri e propri Stati regionali. Verso il 1430 entità di questo genere
si erano affermate in Piemonte, a Ferrara, Milano, Venezia, Firenze, Roma,
Napoli. Il nuovo assetto creato nella penisola fu sancito dalla Pace di Lodi
(1454) e rimase immutato fino alla fine del 1700.
Il Comune
Durante il periodo della lotta per le investiture crebbero di im- L’importanza dei ceti
portanza i ceti cittadini. Vescovi ed ecclesiastici in genere ave- cittadini
vano bisogno del loro appoggio per mantenere il potere e non
incorrere nell’accusa di simonia e li ricompensarono consen-
tendo loro una maggiore partecipazione alla vita amministrati-
va. D’altra parte, all’interno delle città, il ceto dirigente tradi-
zionale (in origine notai, giudici, vassalli dei conti e dei vesco-
vi, grandi mercanti) aveva bisogno dell’appoggio dei ceti minori
per ottenere legittimazione. Per questo si costituirono associa-
zioni volontarie, dette coniurationes (poiché i componenti era- Le coniurationes:
no legati da un giuramento), che collegavano coloro che in- le prime forme
tendevano esercitare il potere al resto dei cittadini. Queste as- di vita comunale
sociazioni, primo nucleo del Comune, vissero talvolta all’om-
bra dell’ordinamento vescovile, senza alcun riconoscimento
giuridico, mentre a volte esse furono legittimate proprio dai ve-
scovi. In seguito, privando il vescovo delle sue funzioni, estro-
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