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     Preistoria ed età antica

                    ■ La romanizzazione e il valore
                      della cittadinanza romana
     La cittadinanza   Erano cittadini di diritto i figli legittimi di un cittadino o i figli
     di diritto     naturali di una cittadina. Potevano diventarlo, invece, gli schia-
                    vi affrancati o intere popolazioni assoggettate quando Roma lo
     La cittadinanza   avesse deciso. Dopo la guerra sociale (v. cap. 18) il senato fu
     ai socii       costretto a concedere la cittadinanza a tutti gli italici (socii).
                    Progressivamente, in età imperiale, la cittadinanza fu estesa a
                    molte province e, nel 212, a tutti gli abitanti. Ma quale valore
     I vantaggi di essere  aveva diventare cittadini romani? Innanzitutto i cittadini non
     cittadini romani  erano sottoposti a tortura o fustigati e potevano essere con-
                    dannati a morte solo da un’assemblea cittadina e non da un
                    semplice magistrato. Inoltre, solo i cittadini avevano diritti po-
                    litici e potevano aspirare a far parte della classe dirigente. In
                    età imperiale molti funzionari, senatori, consoli e anche impe-
                    ratori (es. Traiano) furono di origine provinciale. Concedendo
                    la cittadinanza, Roma assimilava le popolazioni sottomesse e
                    soprattutto legava a sé le loro classi dirigenti. Questo spiega
                    perché durante l’Impero, a differenza dell’età repubblicana, fu-
                    rono rare le rivolte dei popoli vinti.






























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