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23 - Economia e società nell’Impero romano
mici per mezzo della fiscalità. Il IV sec. segnò in complesso un
momento di recuperata floridezza che cominciò a declinare in
Occidente a seguito delle invasioni barbariche del V sec. e se-
guirà, sia pure con recuperi parziali, un andamento discenden-
te sotto i regni romano-barbarici dei secc. VI-VII.
■ Società e mobilità sociale
In età monarchica e repubblicana la società era formata da po-
chi ceti prevalenti, i patrizi (che alimentavano l’esercito e il ce-
to dirigente), i plebei (soprattutto contadini), gli schiavi (v. cap. I senatori
15). Come si è già accennato, al tempo di Augusto i cittadini più al tempo di Augusto
in vista potevano percorrere il cursus honorum, aspirando al-
le cariche più alte; coloro che possedevano almeno 400 000 se-
sterzi, per diritto di famiglia o per concessione dell’imperato-
re, potevano invece aspirare alla carriera equestre (la cavalleria
era inizialmente formata da coloro che potevano armarsi per
combattere a cavallo) e diventare governatori di province mi-
nori e amministratori del fisco. Il patrimonio dava quindi la pos-
sibilità di aspirare a una classe sociale più elevata.
■ Esercito e mobilità sociale
Inizialmente potevano far parte dell’esercito solo i patrizi che
potevano permettersi di comprarsi armi e armature. Un im- Mario ammette
portante cambiamento fu introdotto da Mario (v. cap. 18) che nell’esercito
ammise nell’esercito anche volontari nullatenenti e distribuì ter- volontari nullatenenti
re ai suoi veterani. In questo modo, molti poveri cittadini, ar-
ruolandosi in un esercito professionale, trovavano un mezzo di La carriera
sostentamento. Con Augusto questa possibilità fu aperta anche nell’esercito
ai provinciali che, arruolandosi, diventavano cittadini romani e per i provinciali
potevano fare carriera. In età imperiale inoltre molte truppe fu-
rono stanziate ai confini dell’Impero e con Adriano comincia- Le truppe stanziate
rono a essere arruolati anche alcuni barbari. Molti soldati, do- ai confini,
po la ferma, si trasferivano nelle regioni vicine, provocando un l’arruolamento dei
certo spopolamento soprattutto in Italia; molti accampamenti, barbari e la nascita
inoltre, costituirono il nucleo di future città. di nuove città
■ La mobilità dei liberti
Fin dall’età repubblicana uno schiavo meritevole poteva essere I liberti, elemento
“affrancato”, cioè liberato (pur mantenendo un vincolo di fe- di dinamismo
deltà al padrone) e diventare liberto, a tutti gli effetti un citta- economico
dino romano. La presenza dei liberti fu un elemento di dina-
mismo economico in quanto molti di essi, abili e intraprendenti,
facevano fortuna in attività artigianali, culturali o finanziarie
(banchieri, mercanti). Sotto Claudio molti liberti acquistarono
influenza negli affari statali, poiché inquadrati nell’apparato bu-
rocratico dello Stato.
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