Page 104 - Storia Tutto
P. 104

23 - Economia e società nell’Impero romano

      mici per mezzo della fiscalità. Il IV sec. segnò in complesso un
      momento di recuperata floridezza che cominciò a declinare in
      Occidente a seguito delle invasioni barbariche del V sec. e se-
      guirà, sia pure con recuperi parziali, un andamento discenden-
      te sotto i regni romano-barbarici dei secc. VI-VII.
      ■ Società e mobilità sociale
      In età monarchica e repubblicana la società era formata da po-
      chi ceti prevalenti, i patrizi (che alimentavano l’esercito e il ce-
      to dirigente), i plebei (soprattutto contadini), gli schiavi (v. cap. I senatori
      15). Come si è già accennato, al tempo di Augusto i cittadini più al tempo di Augusto
      in vista potevano percorrere il cursus honorum, aspirando al-
      le cariche più alte; coloro che possedevano almeno 400 000 se-
      sterzi, per diritto di famiglia o per concessione dell’imperato-
      re, potevano invece aspirare alla carriera equestre (la cavalleria
      era inizialmente formata da coloro che potevano armarsi per
      combattere a cavallo) e diventare governatori di province mi-
      nori e amministratori del fisco. Il patrimonio dava quindi la pos-
      sibilità di aspirare a una classe sociale più elevata.

      ■ Esercito e mobilità sociale
      Inizialmente potevano far parte dell’esercito solo i patrizi che
      potevano permettersi di comprarsi armi e armature. Un im- Mario ammette
      portante cambiamento fu introdotto da Mario (v. cap. 18) che nell’esercito
      ammise nell’esercito anche volontari nullatenenti e distribuì ter- volontari nullatenenti
      re ai suoi veterani. In questo modo, molti poveri cittadini, ar-
      ruolandosi in un esercito professionale, trovavano un mezzo di La carriera
      sostentamento. Con Augusto questa possibilità fu aperta anche nell’esercito
      ai provinciali che, arruolandosi, diventavano cittadini romani e per i provinciali
      potevano fare carriera. In età imperiale inoltre molte truppe fu-
      rono stanziate ai confini dell’Impero e con Adriano comincia- Le truppe stanziate
      rono a essere arruolati anche alcuni barbari. Molti soldati, do- ai confini,
      po la ferma, si trasferivano nelle regioni vicine, provocando un l’arruolamento dei
      certo spopolamento soprattutto in Italia; molti accampamenti, barbari e la nascita
      inoltre, costituirono il nucleo di future città.   di nuove città

      ■ La mobilità dei liberti
      Fin dall’età repubblicana uno schiavo meritevole poteva essere I liberti, elemento
      “affrancato”, cioè liberato (pur mantenendo un vincolo di fe- di dinamismo
      deltà al padrone) e diventare liberto, a tutti gli effetti un citta- economico
      dino romano. La presenza dei liberti fu un elemento di dina-
      mismo economico in quanto molti di essi, abili e intraprendenti,
      facevano fortuna in attività artigianali, culturali o finanziarie
      (banchieri, mercanti). Sotto Claudio molti liberti acquistarono
      influenza negli affari statali, poiché inquadrati nell’apparato bu-
      rocratico dello Stato.
                                                                 103












































































                                         Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
Copyright 2011 De Agostini, Novara
   99   100   101   102   103   104   105   106   107   108   109