Page 236 - Storia della Russia
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modo vertiginoso, rendendo così il partito più eterogeneo e meno disciplinato a livello
        organizzativo, e alimentando ulteriormente la diffusione di reti clientelari. Con l’attenuarsi
        del  terrore,  le  voci  di  dissenso  e  di  opposizione  si  fecero  più  forti.  Tuttavia  ottennero
        maggiore risonanza all’estero che in patria, dove furono messe facilmente sotto silenzio
        dalla polizia, e dove la gente era troppo presa dalle fatiche e dagli impegni quotidiani.

           L’apparente  tranquillità  celava,  però,  l’imminente  declino.  Nonostante  i  successi
        spaziali,  missilistici  e  militari,  l’Unione  Sovietica  era  rimasta  indietro  rispetto  ai  paesi
        leader,  in  campo  sia  economico  sia  tecnologico.  La  crescita  economica  rallentò  fino  a
        fermarsi: gli ultimi anni di Brežnev sono ricordati come il «periodo della stagnazione» in
        economia  e  nella  società  nel  suo  complesso.  I  problemi  sociali  interni  e  le  tensioni
        interetniche  furono  sedati,  ma  bastarono  confronti  internazionali,  come  l’ascesa  del
        movimento  operaio  Solidarność  (Solidarietà)  in  Polonia  e  il  fallimento  militare  in
        Afghanistan, per scuotere la fiducia del paese. La corruzione, il cinismo, l’abuso di alcol e

        la mortalità infantile erano tutti sintomi del malfunzionamento della società. Il problema
        fondamentale  era  l’incapacità  del  sistema  sovietico  –  partito,  società,  economia  –  di
        favorire  reali  cambiamenti  produttivi.  Alla  morte  di  Brežnev,  simili  questioni  si  fecero
        sempre più urgenti. Andropov, un uomo intelligente, anche se con un passato illiberale da
        capo del KGB negli anni fra il 1967 e il 1982, cercò di affrontarle inasprendo la disciplina
        sociale,  ma  morì  prima  che  si  potesse  vedere  un  qualsiasi  risultato  a  lungo  termine;
        Černenko, incapace, conservatore e malato, non fece assolutamente nulla. Il compito di
        risolvere la crisi ricadde sul suo successore, Michail Gorbačëv.
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