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Unità 3
La cultura del Nilo
dato l’addestramento degli scribi [®3.5] che si svolgeva in edi- √ Un nubiano, 1170 a.C. ca.
fici, detti «case della vita», annessi ai templi. I sacerdoti egizi [Museo Egizio, Il Cairo]
erano rinomati come grandi maestri di sapienza: oltre che di Questo rilievo, proveniente dal
religione, magia e rituali, essi si occupavano anche di medici- tempio funerario di Ramses III a
Medinet Habu (Tebe Ovest), raffigura
na e chirurgia, matematica e geometria, astronomia. un nubiano ridotto in catene.
Al di sotto dei due potenti gruppi degli scribi e dei sacerdoti
si trovavano i soldati, che non godevano però di particolare
prestigio sociale: la scarsa considerazione verso l’esercizio del-
le armi è evidente nell’abitudine dei faraoni di arruolare eser-
citi composti in prevalenza da mercenari stranieri. Qualche mercenari
importanza avevano invece gli artigiani e, in particolare, gli ar- Soldati al servizio temporaneo di
uno Stato in cambio di denaro,
tigiani specializzati addetti all’imbalsamazione delle mummie, bottino o compensi d’altro genere.
alla costruzione, decorazione e manutenzione dei grandi mo-
numenti e delle tombe che celebravano le glorie dei faraoni.
Alla base della scala sociale infine stava la sterminata massa dei
contadini e, in condizioni ancora più dure, gli schiavi, cattu-
rati in guerra o stranieri acquistati al mercato.
Relazioni con il Mediterraneo e l’Africa Il mondo egizio,
pur presentandosi compatto e omogeneo, non era chiuso alle
relazioni con altre genti e paesi. Attraverso le rotte carovanie-
re della penisola del Sinai e gli approdi lungo il Delta del Ni-
lo, intense erano le relazioni commerciali con il Mediterraneo
orientale. Le città cananee della costa siro-palestinese [®4.1]
rifornivano l’Egitto dei pregiati legnami delle foreste dell’at-
tuale Libano; da Cipro giungeva il rame [®5.1]; la Creta mi-
noica [®5.2] scambiava i prodotti del suo raffinato artigiana-
to. Diverso era invece il rapporto con la Nubia, conquistata e GUIDAALLOSTUDIO
occupata militarmente, ma mai integrata nei domini dei farao- 1. Il faraone era identificato con una
sola divinità?
ni. Il territorio – ricco di risorse minerarie (oro, rame), di cave 2. Il faraone si occupava
di pietra, di foreste ad alto fusto – fu semplicemente sfruttato intensivamente dagli Egi- dell’amministrazione?
zi. La Nubia era anche la principale «fonte» dalla quale venivano tratti gli schiavi. 3. Chi istruiva i giovani scribi?
4. La religione egizia e la concezione dell’aldilà
Divinità animali e animali divinizzati La religione egizia può essere considerata come
la fusione (o meglio come la giustapposizione) di una miriade di culti locali di antichissi-
ma origine tribale. Ogni città, ogni villaggio aveva il suo dio, venerato con una sorta di
geloso attaccamento e considerato come l’unico e il più potente. I culti locali erano ca-
ratterizzati da un forte zoomorfismo, vale a dire dalla tendenza a immaginare gli dèi sot-
to sembianze animali o in parte umane e in parte animali. Sekhmet, divinità guerriera,
aveva testa di leonessa o di gatto; Horo, dio solare, aveva testa di falco; Anubi, divinità
dei cimiteri, aveva testa di cane. Ma gli Egizi veneravano anche direttamente alcuni ani-
mali, ai quali dopo la morte veniva data degna sepoltura: ibis, cani, gatti, babbuini, arie-
ti, tori, serpenti, coccodrilli (tombe di alcuni di questi animali sono state rinvenute negli
scavi archeologici).
Con l’unificazione del paese, si cercò di stabilire una serie di identità e di corrisponden-
ze tra i vari dèi locali. Ne risultò una straordinaria varietà di sembianze: per esempio,
Thot, dio della scrittura e della contabilità, era rappresentato solitamente con testa di uc-
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