Page 89 - Profili di Storia
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                                          Modulo 2
                                          Il Vicino Oriente antico



              VITA SOCIALE                I contadini egizi
              E DIRITTO


                     n fiume regolare e generoso come il  successiva e comportava di nuovo l’impe-  abitate da uomini e animali domestici. Que-
              UNilo dava l’impressione agli altri  gno intenso della manodopera contadina.  ste condizioni di vita, che si accompagnava-
              popoli antichi che gli Egizi fossero davvero  Le condizioni di vita dei contadini sono de-  no a un’alimentazione povera e squilibrata,
              gente privilegiata, nutrita quasi spontanea-  scritte con grande vivacità da alcuni testi  producevano molte malattie, tra cui la bilar-
              mente da una natura mite e benevola. Ma la  provenienti dall’ambiente degli scribi. Si  ziosi, e ne facilitavano la propagazione.
              vita concreta dei contadini egizi era ben di-  tratta  di  ammonimenti  rivolti  da  padri  o  Nei villaggi i medici erano molto rari e il con-
              versa da questa immagine così rasserenante.  maestri per mettere in guardia figli e allievi  tadino ammalato che avesse avuto qualche
              Anzitutto, se è vero che l’inondazione aveva  sul triste destino che li attende se non s’im-  soldo da parte poteva solo consegnarlo nelle
              ritmi regolari, è anche vero che il suo volume  pegnano nello studio. Contengono quindi  mani di un guaritore in cambio di rimedi
              poteva variare da un anno all’altro in conse-  una certa dose di esagerazione ma la situa-  giudicati infallibili, come unguenti fatti con
              guenza di fattori climatici. Poteva essere  zione che descrivono non doveva essere  lo sterco di gatto o pozioni composte con
              troppo scarsa e irrigare solo una parte delle  troppo lontana dal vero: «Il contadino si la-  l’urina di uno scriba e la bile di un bue.
              terre coltivabili, provocando gravi carestie;  menta continuamente, la sua voce è roca co-  Ma queste precarie condizioni di vita erano
              oppure troppo abbondante e distruggere  me il gracidare del corvo, le sue dita e le sue  aggravate dallo stato di asservimento quasi
              uomini, animali, abitazioni. Ma anche quan-  braccia sono ulcerate. Egli è sfinito dallo sta-  totale. Per garantire il funzionamento del
              do l’inondazione era regolare, nulla era pos-  re nel fango, i suoi abiti sono stracci e cenci.  sistema d’irrigazione le autorità pubbliche
              sibile senza il grande lavoro dei contadini.  Sta bene come uno che sta tra i leoni; malato,  obbligavano i contadini a effettuare i lavori
              Nelle settimane successive al ritiro dell’i-  giace sul suolo umido. Quando lascia il cam-  necessari alla rete di irrigazione (scavare ca-
              nondazione era necessario procedere rapi-  po e raggiunge casa sua la sera, è esausto per  nali, costruire argini e dighe), secondo pia-
              damente e con un impegno enorme: biso-  il cammino».                       ni ben prestabiliti; e spesso una parte dei
              gnava zappare, arare, seminare, ricostruire  Queste condizioni di vita non sembrano es-  raccolti veniva requisita per accantonarla in
              argini, dighe, canali, bacini di raccolta, e fa-  sere molto diverse da quelle che osservarono  previsione di eventuali carestie.
              re tutto questo finché la terra rimaneva umi-  i primi viaggiatori moderni in Egitto. I con-  Le tasse, riscosse periodicamente dal potere
              da e fangosa, prima che i raggi infuocati del  tadini vivevano in capanne fatte di fango, di  centrale, erano un vero e proprio incubo;
              sole la inaridissero, impedendo così di lavo-  canne e di foglie di palma, addossate l’una al-  chi non le pagava finiva in prigione e subiva
              rarla. Il raccolto avveniva nella primavera  l’altra, senza finestre, sommerse dai rifiuti,  dure punizioni corporali.

                                                                                         bilarziosi
                                                                                         Malattia che intacca le condizioni generali
                                                                                         dell’organismo e che si contrae a contatto con
                                                                                         alcuni germi presenti nel fango o nelle acque
                                                                                         putride.



                                                                                         √ La raccolta dei papiri e il guado
                                                                                         di una mandria
                                                                                         [particolare delle decorazioni della tomba
                                                                                         di Nefer e Kahai a Saqqara]
                                                                                         Gli scenari nilotici apparivano a molti Egizi come
                                                                                         luoghi paradisiaci: «Oh se potessi fare sempre le
                                                                                         cose che desiderava il mio cuore quando la
                                                                                         palude era la mia città e l’abitatore dello stagno
                                                                                         era il mio compagno! Scendere tra i ciuffi di
                                                                                         papiri, all’alba mangiare un boccone, poi andare
                                                                                         lontano e camminare là dove desiderava il mio
                                                                                         cuore. L’acqua è tranquilla. La tela spessa, che la
                                                                                         mano tiene diretta verso questo stagno di uccelli,
                                                                                         la vediamo che cade, dopo che abbiamo udito i
                                                                                         gridi dei suoi uccelli». Così, un nobile egizio
                                                                                         vagheggiava l’incanto di quei paesaggi acquatici
                                                                                         e l’emozione della caccia. Parole come queste ci
                                                                                         trasmettono la sensibilità dei ceti alti, che
                                                                                         trascorrevano in quei luoghi solo brevi momenti,
                                                                                         dedicati alla contemplazione e ai passatempi
                                                                                         preferiti. Esse esprimevano una visione
                                                                                         idealizzata della natura. Ben diverso era invece il
                                                                                         punto di vista di chi in quegli stessi luoghi
                                                                                         passava buona parte della giornata per lavorare.



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