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                                             Unità 26
                                             L’impero carolingio



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                  Monaco di San Gallo, Gesta Karoli, II, 17  compagnatori; vedendo ciò [...] Desiderio  tre la destra era sempre tesa verso l’invitta
                                                      smarrito balbettò: «Discendiamo e nascon-  spada; anche la parte esterna delle cosce,
                  Desiderio e Oggerio salirono su un’altissi-  diamoci sotto terra, via dalla vista di un tan-  che solitamente si porta scoperta per facili-
                  ma torre, da dove si poteva vedere in lungo  to formidabile nemico». Allora Oggerio,  tare la salita a cavallo, egli la portava protet-
                  e in largo chi arrivava. Apparvero tante sal-  che conosceva le disponibilità e le risorse in-  ta da lamine di ferro [...] anche nello scudo
                  merie , quante sarebbero bastate a Dario o  comparabili di Carlo per lunga consuetudi-  non appariva altro che ferro. Perfino il suo
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                  a Cesare nelle loro spedizioni; e chiese Desi-  ne in un tempo per lui più felice, rispose im-  cavallo splendeva del vigore e del colore del
                  derio a Oggerio: «C’è Carlo in questa gran-  paurito anch’egli: «Quando vedrai i campi  ferro; e così il popolo di Pavia, gelido di ter-
                  de armata?»; ma quegli rispose: «Non anco-  irti di messi ferree, e il Po e il Ticino gonfi di  rore più del ferro stesso, s’inchinava dinan-
                  ra». Vedendo poi un esercito di gente rac-  questo mare di ferro inondare le città dei  zi al gelido ferro. I sotterranei oscuri e infet-
                  colta dall’immenso impero, si rivolse con  suoi neri flutti, quello sarà forse il segno del  ti impallidirono al lampeggiare del ferro, e
                  decisione a Oggerio: «Certamente Carlo si  giungere di Carlo».           un confuso clamore riempì la città: «Oh, il
                  gloria tra queste truppe»; ma Oggerio ri-  Aveva appena finito di parlare, che a occi-  ferro! Ohimè, il ferro!».
                  batté: «Non ancora, non ancora». Prese egli  dente comparve un tenebroso nembo gon-
                  allora a tremare, e a dire: «Che cosa faremo  fio di tremendo uragano, che mutò la luce
                  dunque, se quelli che lo accompagnano so-  del giorno in spaventosa tenebra: ma, avvi-
                  no di più?». Disse Oggerio: «Vedrai come si  cinandosi l’imperatore, il balenìo delle armi  1. I carri e gli animali con le armi e tutti i bagagli del-
                  presenterà, appena sarà giunto; quanto a  illuminò gli assediati d’un giorno più fosco  l’esercito.
                  noi, non so che cosa sarà di noi». Ed ecco  ancora della notte. E lo videro allora, Carlo
                  che, dinanzi a loro che parlavano, si parò  in persona, l’imperatore di ferro chiuso in
                  una schiera serrata, vedendo la quale Desi-  un ferreo casco, le manopole di ferro alle  GUIDAALLALETTURA
                  derio, stupefatto, disse: «Ecco qui Carlo»;  braccia, il ferreo petto e le larghe spalle co-  1. Quale sentimento caratterizza il re longobardo
                                                                                           Desiderio?
                  Oggerio replicò: «No, non ancora». E scor-  perti di una ferrea corazza, la sinistra occu-  2. Quali elementi contraddistinguono Carlo e il
                  sero poi vescovi, abati, chierici con i loro ac-  pata da una lancia di ferro tenuta alta, men-  suo esercito?





                                             Realtà e leggenda di Roncisvalle.Un evento di secondo piano
                                             Per i contemporanei, la sconfitta subìta dai Franchi a Roncisvalle nel 778 era un episodio negati-
                                             vo (soprattutto perché vi persero la vita alcuni illustri personaggi del regno), ma tutto sommato
                                             trascurabile se paragonato ai successi ottenuti da Carlo Magno in tutte le sue grandi conquiste.
                                             Nel racconto di Eginardo, biografo e contemporaneo di Carlo, emerge, più che il ruolo dei Sara-
                                             ceni, quello dei montanari baschi [®26.3].


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                  Eginardo, Vita di Carlo Magno, 9    danza di selve – e, piombando giù dall’al-  il conte Palatino Anselmo e Rolando, go-
                                                      to, cacciarono verso il fondo della vallata  vernatore della marca di Bretagna .  La
                                                                                                                        3
                  Mentre si conducevano guerre assidue e  l’ultima parte delle salmerie e i soldati del-  sconfitta non poté essere vendicata subito,
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                  quasi continue contro i Sassoni, Carlo, di-  la retroguardia, che coprivano la marcia  perché i nemici, compiuta l’azione, si di-
                  stribuiti convenienti presìdi nelle regioni  del grosso. Poi, impegnato con questi il  spersero in modo tale che non si riusciva a
                  di confine, assalì la Spagna con tutte le for-  combattimento, li uccisero tutti fino all’ul-  sapere dove mai li dovesse cercare.
                  ze di cui poteva disporre. Valicati i Pirenei,  timo uomo e, dopo aver saccheggiato le
                  ricevette la resa di tutte le città e di tutti i  salmerie, protetti dalla notte sopraggiun-
                  castelli che raggiunse e ricondusse in patria  gente, si dispersero velocemente in ogni di-  1. [®Unità 26,DOC2, nota 1].
                                                                                           2. Quella di siniscalco era un’importante funzione di
                  l’esercito sano e salvo, a parte il fatto che,  rezione.                 corte.
                  proprio sul passaggio dei Pirenei, sulla via  I Baschi furono favoriti in questa impresa  3. Sulle «marche», ®26.5.
                  del ritorno, dovette fare esperienza della  dalla leggerezza del loro armamento e dal-
                  perfidia basca.                     la configurazione del terreno, mentre la pe-
                  Poiché l’esercito, a causa della strettezza  santezza delle armi e la posizione sfavore-  GUIDAALLALETTURA
                  delle gole, procedeva in lunga fila, i Baschi  vole determinarono l’inferiorità dei Fran-  1. Secondo Eginardo, chi sconfisse i Franchi a
                                                                                           Roncisvalle?
                  tesero un’imboscata – la regione vi si pre-  chi. Nel combattimento caddero, insieme  2. Per quali motivi i Franchi persero la battaglia,
                  stava perfettamente per la grande abbon-  con moltissimi altri, il siniscalco Eggiardo,  secondo Eginardo?
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