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                                             Unità 26
                                             L’impero carolingio


                                             qualcosa da chiedere – un privilegio, un favore, un vantaggio – e l’offerta di doni sembrava l’uni-
                                             ca via per ottenere soddisfazione [®Unità 26,DOC9]. Questi rapporti tra le autorità e i sudditi so-
                                             no descritti in termini esasperati dal vescovo di Orléans Teodulfo (750-821 ca.), inviato da Carlo
                                             Magno in Gallia Narbonese nelle funzioni di missus dominicus.



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                  Teodulfo di Orléans, Paroenesis ad iudices, in F. Guizot,  divisioni; otterrò il compimento di questo  può vantarsi d’essersi asservito l’universo!
                  Storia della civiltà in Francia, a c. di R. Pozzi, Torino  voto, se esso troverà favore al tuo cospetto;  Da nessuna parte si manca di persone che
                  1974, pp. 596 sgg.
                                                      e se tu accetti quanto ti do, conto che mi  diano e di persone che ricevano a torto. Es-
                  Una gran folla di ogni sesso ed età si strin-  darai quanto io chiedo». Uno vuole impa-  si si affrettano per guadagnarmi; e non
                  ge intorno a noi: il bimbo, il vecchio, il gio-  dronirsi delle case del suo congiunto, l’al-  avrebbero creduto di trovarmi tale se, pri-
                  vane, l’adolescente, la vergine, il ragazzo,  tro delle sue terre; di questi due, uno ha già  ma di me, non se ne fossero trovati di simi-
                                                                                           li. Nessuno cerca cinghiali nelle onde, pe-
                  chi ha raggiunto la maturità, chi arriva alla  preso, l’altro vuole  prendere quello che  sci nelle foreste, una legnaia nel mare, del-
                  pubertà, la vecchia, l’uomo fatto, la donna  non gli appartiene; entrambi bruciano dal
                  maritata, quella che è ancora minore. Ma a  desiderio, questo di conservare, quello di  l’acqua in un focolare [...]. Ci si aspetta di
                  che indugiare? Il popolo intero ci promet-  acquistare; uno mi offre una spada ed un  trovare ogni cosa là dove si è soliti incon-
                  te con insistenza dei doni, e pensa che a  elmo, l’altro degli scudi. Un fratello è in  trarla, e i mortali pensano che quanto è ac-
                                                                                           caduto accadrà sempre. Allorché vedono
                  questo prezzo quello che desidera è come  possesso dell’eredità del padre, sulla quale  spezzarsi i dardi delle loro parole, e che a
                  fatto. [...] Questi mi offre cristalli e le pie-  anche il fratello ha delle pretese; uno mi
                  tre preziose dell’Oriente, se lo renderò pa-  propone dei muli, l’altro dei cavalli.  nulla servono le armi delle loro promesse,
                  drone dei possedimenti altrui; quegli porta  Così agiscono i ricchi; i poveri non sono  allorché vedono che rimango fermo come
                                                                                           una città fortificata dopo la battaglia, e che
                  una gran quantità di monete d’oro solcate  meno insistenti, non meno manca loro la  non mi lascio prendere da nessuno dei lo-
                  dalla lingua e dai caratteri degli Arabi, o di  volontà di dare. Con mezzi diversi, la con-  ro artifizi, subito ognuno non si occupa più
                  quelle che il marchio latino ha inciso su ar-  dotta è simile: come i grandi offrono gran-
                  gento di splendente bianchezza; vuole con  di presenti, i piccoli ne offrono di piccoli  che del suo proprio affare; ed ognuno rice-
                  ciò procacciarsi delle terre, dei campi, una  [...]. Eccone che esibiscono pelli che da te,  ve secondo il suo diritto.
                  casa. [...]                         Cordova, prendono nome; uno ne porta di
                  Eccone uno che promette di dare delle bel-  bianche, l’altro di rosse; questi offre belle
                  le coppe, se con ciò potrà ottenere da me  tele, quello stoffe di lana per coprirmi la te-
                  quello che io non dovrei dargli; il loro in-  sta, i piedi o le mani. Un tale offre in dono
                  terno è dorato e l’esterno è nero, avendo il  uno di quei tessuti che ci servono per lava-
                  colore dell’argento ceduto all’oltraggio  re, con un po’ d’acqua, il viso o le mani, de-
                  dello zolfo. Un altro dice: «Ho lenzuola  gli altri portano scrigni; ve ne sono persino
                  adatte a coprire nitidi letti o bei vasi; li darò  che, con aria di trionfo, presentano tonde
                  se mi verrà accordato quello che desidero.  bugie di cera. Come enumerare ogni cosa?
                  Un possedimento ben irrigato, e adorno di  Tutti facevano affidamento sui loro doni, e
                  vigne, di ulivi, di prati e giardini, dice que-  non si trovava nessuno che credesse, senza
                  sti, è stato lasciato da mio padre; i miei fra-  presente, di poter nulla ottenere. Oh peste  GUIDAALLALETTURA
                  telli e le mie sorelle ne reclamano da me  scellerata diffusa ovunque! Oh crimine!  1. In che modo avveniva la richiesta di vantaggi o
                  una parte, ma io intendo possederlo senza  Oh furore! Oh vizio degno d’orrore e che  favori al delegato dell’imperatore?






                                             Le aziende agricole del re

                                             Carlo Magno s’impegnò a fondo nel tentativo di organizzare un’amministrazione capillare ed ef-
                                             ficiente, che unificasse la compagine eterogenea dell’impero e ne garantisse la stabilità finanzia-
                                             ria. Uno degli strumenti principali di questa politica furono i «capitolari», che venivano emanati
                                             durante i «placiti», le assemblee generali dei grandi dell’impero. Tra questi interventi normativi,
                                             il più famoso, se non altro per le discussioni che ha suscitato tra gli storici moderni (alcuni ne han-
                                             no negato l’attribuzione a Carlo Magno, che oggi viene però comunemente ammessa), è il «capi-
                                             tolare sulle aziende agrarie» (capitulare de villis). In esso il sovrano impartisce istruzioni partico-
                                             lareggiate agli amministratori delle aziende agricole della corona, stabilendo i criteri di conduzio-
                                             ne e reprimendo gli abusi.

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