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Unità 2
Culture e imperi mesopotamici
√ Due scribi
[British Museum, Londra]
Ai professionisti della scrittura, gli
scribi, era affidato anche il compito
di registrare, dopo ogni vittoria, i
«pezzi» del bottino – in questo caso
il bottino di guerra di Assurbanipal –
ai fini della ripartizione. In questo
rilievo assiro, risalente alla prima
metà del VII sec. a.C., il personaggio
di destra – uno scriba assiro –
impugna nella mano destra un
calamo (piccola canna, appuntita in
cima, usata per scrivere) per
incidere i caratteri cuneiformi sulla
tavoletta di argilla stretta nella
sinistra. Lo scriba di sinistra –
armeno –, invece, registra gli stessi
dati in aramaico su una morbida
pergamena di papiro.
mento che consacrava il privilegio di pochi eletti, una delle forme attraverso le quali un LINK p.69
gruppo ristretto esercitava il proprio dominio sulla società. Così, se da un lato la scrittura Racconti del diluvio universale
metteva in rapporto gli uomini, dall’altro li separava creando rigide gerarchie.
La produzione letteraria Nata da esigenze di contabilità, ben presto la scrittura fu im-
piegata per redigere testi sacri, letterari e scientifici. L’opera più celebre è senza dubbio GUIDAALLOSTUDIO
l’Epopea di Gilgamesh, mitico re di Uruk, che osò sfidare gli dèi volendo sfuggire alla mor- 1. Qual è la differenza tra una
te. Dai testi scientifici apprendiamo che i popoli mesopotamici eccellevano nel calcolo – scrittura pittografica e una fonetica?
conoscevano le quattro operazioni aritmetiche di base, le radici quadrate e cubiche e sa- 2. La scrittura servì solo per
esigenze contabili?
pevano calcolare la superficie di diverse figure geometriche – e nell’astronomia – a loro 3. Perché gli scribi costituivano una
si deve l’elaborazione, nel II millennio a.C., di un calendario lunare di dodici mesi di tren- categoria privilegiata?
ta giorni ciascuno.
5. La religiosità mesopotamica
Le divinità mesopotamiche Ogni gruppo umano insediato nella regione mesopotami-
ca aveva portato con sé le proprie antichissime credenze e imparato a farle convivere con
quelle degli altri. La Mesopotamia si ritrovò popolata di dèi: ne conosciamo molti, più di
mille, dai nomi strani e complicati, tra i quali spiccano per importanza Anu, dio del cie-
lo; Enlil, dio del vento e delle tempeste, benefico e devastatore allo stesso tempo; Enki,
divinità dell’acqua; Inana, dea della guerra. Le divinità mesopotamiche avevano quasi tut- antropomorfismo
te carattere antropomorfico. Avevano un corpo come il nostro, anche se non conosceva- Dal greco ànthropos, «uomo», e
morphè, «forma». Tendenza ad
no la vecchiaia e la malattia. Erano maschi e femmine, procreavano figli, vivevano in fa- attribuire sembianze e sentimenti
miglia. Provavano sentimenti umani: gioia, gelosia, ira, vendetta, amore, odio. umani agli dèi.
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