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Modulo 2
Il Vicino Oriente antico
e suoni, in virtù della quale alcuni pittogrammi assunsero valore fonetico. Ad esempio, il
segno pittografico che indicava la parola «re» (ci esprimiamo nella nostra lingua, ma il ra-
gionamento è identico) compariva anche in altre parole come «re-mare», «re-stare», «ma-
re». Questo pittogramma poteva quindi essere usato, con valore fonetico, in tutte le pa-
role in cui ricorreva il suono re. Ne conseguì una selezione dei segni e, attraverso la loro
combinazione, la possibilità di scrivere concetti astratti, nomi di persona, intere frasi. Le
prime scritture fonetiche furono sillabiche: i segni esprimevano sillabe, e non lettere co-
me nel nostro alfabeto; questo perché il sumerico, la più antica lingua scritta, possedeva
molti vocaboli monosillabici. La progressiva stilizzazione dei segni incisi sulle tavolette
d’argilla, in forme sempre più astratte che non avevano più alcun rapporto apparente con
l’immagine di un oggetto, portò infine alla scrittura cuneiforme, detta così per i suoi ti-
pici segni a forma di cuneo o piccoli chiodi.
La scrittura cuneiforme espresse in un primo momento solo la lingua sumerica. Gli evi-
denti vantaggi della nuova tecnica spinsero anche gli Accadi a usarla. Verso il 2000 a.C.
compaiono i primi vocabolari che registrano, accanto a liste lessicali sumeriche, una co-
† Tavoletta cuneiforme lonna con la corrispondente traduzione in accadico.
Questa tavoletta, copia di epoca Comunicazione e documentazione Per noi uomini moderni l’idea di scrittura si asso-
persiana, del V sec. a.C., contiene
passi da un vocabolario sumero- cia, con spontanea immediatezza, a quella di «comunicazione». La scrittura serve a met-
accadico. tere in rapporto gli esseri umani, a rendere accessibili le informazioni, a trasmettere una
cultura potenzialmente accessibile a tutti. Essa, in altre parole,
serve a unire gli uomini. Questo è vero, in parte, anche per il 3000
a.C. Grazie alla scrittura fu possibile trasmettere messaggi a lun-
ga distanza. Prima lo si faceva per mezzo di messaggeri che ripe-
tevano brevi testi a memoria. Ma il messaggio trasmesso per mez-
zo della tavoletta (nacquero da qui le prime corrispondenze epi-
stolari) aveva un importante requisito in più: conteneva in sé la
garanzia dell’autenticità e la possibilità di essere conservato co-
me documento. La scrittura, infatti, vince non solo la distanza,
ma anche il tempo. L’amministrazione dei templi e dei palazzi
diede infatti vita ai primi archivi di tavolette, dove i testi erano
distribuiti e conservati secondo criteri precisi. La memoria dei
singoli addetti cedeva il passo a un sistema più obiettivo di regi-
strazione. L’importanza di questi archivi per gli storici moderni
è inestimabile: senza di essi sapremmo incomparabilmente meno
di questa parte della storia umana che vide la nascita della città e
della scrittura.
Specialisti della scrittura La scrittura era una pratica comples-
sa, che richiedeva un lungo e difficile apprendistato. Per adde-
strare esperti adatti al compito esistevano vere e proprie scuole,
chiamate «case delle tavolette», annesse agli uffici amministrativi.
Qui, attraverso un apprendimento lento e faticoso, sostenuto da
una rigida disciplina, venivano formati gli specialisti della scrittu-
ra, gli scribi. L’importanza della scrittura per l’amministrazione
dei templi e dei palazzi destinava gli scribi a ricoprire gli incarichi
più importanti e a rappresentare di fatto il gruppo dirigente della
città. Gli scribi erano di sesso maschile e appartenevano agli strati
alti della società. Il loro sapere non era accessibile agli uomini co-
muni, che non sapevano né leggere né scrivere: esso era uno stru-
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