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Modulo 2
Il Vicino Oriente antico
resa agricola Diffusione del modello urbano La nascita dei primi nuclei urbani rappresentò un van-
È il rendimento di una coltura taggio evidente per le comunità mesopotamiche. Non sorprende quindi che il modello
espresso mediante il rapporto tra la
quantità di semente utilizzata e la urbano si sia esteso gradualmente alle regioni vicine, anche laddove non ricorrevano le
quantità di raccolto. medesime condizioni ambientali. Il modello urbano di Uruk si diramò gradualmente in
Media e Alta Mesopotamia, nell’altopiano iranico, in Anatolia, in Transgiordania, in Si-
ria, in Palestina.
Il più interessante caso di urbanizzazione verificatosi fuori della Mesopotamia a noi no-
to è costituito da Ebla. In questa città, che intorno al 2500 a.C. dominava tutta l’area
della Siria settentrionale a ovest dell’Eufrate, l’agricoltura non poteva fondarsi, per mo-
salinizzazione tivi climatici, su quelle grandi opere di canalizzazione che caratterizzavano la Mesopo-
L’eccesso di sale nel terreno. Il
ripetuto allagamento dei terreni tamia. Oltre alla coltivazione dei cereali, si praticavano quelle, tipicamente mediterra-
determinava il progressivo nee, della vite, dell’olivo e degli alberi da frutta (tutte assenti in Mesopotamia). Grande
innalzamento del livello acquifero
sottostante, e portava in superficie i rilievo, nell’economia eblaita, aveva inoltre una fiorente manifattura tessile connessa
sali contenuti nella terra. A questi si con l’allevamento di bovini e caprovini, cui ben si adattavano i territori stepposi della
aggiungevano i sali portati regione. Ma l’importanza di Ebla risiedeva soprattutto nel ruolo dominante che essa
dall’acqua dei fiumi.
riuscì ad assumere nel quadro degli scambi commerciali tra la Mesopotamia e l’Egitto,
ECONOMIA Il paese dei canali
E AMBIENTE
on è esagerato affermare che la con l’Eufrate. Questo canale, largo 30 me- dopera, della durata delle opere, dei costi.
Ncultura mesopotamica è stata la tri, riforniva la città di acqua potabile e al Il reticolo sterminato di canalizzazioni per
«conseguenza» dei canali. Furono i canali tempo stesso rappresentava una via naviga- l’afflusso e per il drenaggio, le dighe, le
a rendere coltivabili i suoli più aridi, a far bile che consentiva alle imbarcazioni di chiuse, i solchi che conducevano l’acqua a
crescere le rese agricole, a favorire un no- uscire dal corso dell’Eufrate e d’inoltrarsi ogni singolo lotto coltivato avevano biso-
tevole aumento della popolazione. Furono fino a Mari. Un secondo canale, anch’esso gno di una manutenzione continua: basta-
sempre i canali a favorire la nascita delle di grandi dimensioni, si dirigeva verso va trascurare un solo particolare e si ri-
potenti organizzazioni centralizzate che nord, fino a raggiungere, dopo un percorso schiava di compromettere il funzionamen-
sole erano in grado di garantire il funzio- di ben 120 chilometri, la fertile pianura del to dell’intero sistema. Gli argini venivano
namento di quel complesso e delicato si- Khabur. È probabile che esso fosse desti- frequentemente riparati, e il letto dei cana-
stema d’irrigazione. nato esclusivamente ai trasporti. Un terzo li veniva periodicamente ripulito dall’accu-
Per quanto possa sembrare strano, gli ar- canale serviva propriamente all’irrigazione mulo dei sedimenti.
cheologi hanno cominciato soltanto da po- dei campi circostanti la città. Gli archeolo- Tutto ciò richiedeva una gestione comples-
chi anni a studiare sistematicamente i ca- gi ne hanno individuato vari tratti, per una sa, che veniva affidata ad appositi addetti,
nali mesopotamici. Tra le scoperte più re- lunghezza complessiva di 17 chilometri, ma un po’ ingegneri un po’ amministratori, di-
centi in questo campo hanno fatto scalpo- la lunghezza originaria doveva essere molto pendenti direttamente dalle autorità cen-
re quelle effettuate nel territorio di Mari, superiore. Il quarto era un canale di dre- trali. Ma c’erano problemi che l’uomo non
un’importante città del medio Eufrate (og- naggio, destinato a raccogliere l’acqua che era in grado di risolvere. Il più grave era la
gi in Siria). La città fu fondata in una fascia scendeva dall’altopiano durante i grandi salinizzazione dei suoli, conseguenza inevi-
arida, dove l’agricoltura non era praticabi- temporali, impedendo che essa si riversasse tabile dell’irrigazione intensiva che impedi-
le. Il suo successo dipese dunque intera- sui campi rovinandoli. va la germinazione delle piante. In alcune
mente dal modo in cui gli abitanti risolse- Dimensioni, forma e orientamento dei ca- aree si reagì cambiando le colture, e sosti-
ro il problema dell’approvvigionamento nali erano essenziali alla buona riuscita del tuendo per esempio il grano con l’orzo, che
idrico. sistema: era soprattutto indispensabile sta- era molto più resistente. Ma prima o poi ar-
Il caso di Mari quindi rappresenta perfetta- bilire una precisa gerarchia di dimensioni rivava il momento in cui quel suolo non
mente l’altissimo livello raggiunto dalla cul- tra le arterie maggiori e le minori, e calcola- produceva più nulla, e doveva essere ab-
tura idraulica mesopotamica. Gli archeolo- re in modo preciso la profondità e la pen- bandonato. Si era quindi costretti a cercare
gi hanno individuato un sistema costruito denza di ogni singolo elemento. Alla pro- nuovi terreni da sfruttare in zone adiacenti,
intorno al 2800 a.C., e basato su quattro ca- gettazione tecnica doveva associarsi un cal- allargando la rete di irrigazione e riprodu-
nali principali. Il primo collegava la città colo accurato della disponibilità di mano- cendo, nel tempo, la situazione precedente.
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