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                                          Modulo 2
                                          Il Vicino Oriente antico



                                           La centralizzazione politica Le decisioni che riguardavano il villaggio venivano prese
                                          collegialmente da tutti i capifamiglia o dai più influenti tra loro riuniti nel consiglio, in
                                          condizioni di sostanziale parità. Questo era possibile perché la vita di un villaggio era sem-
                                          plice e le famiglie erano economicamente autonome.
                                          Nella città invece nessuno era autosufficiente e tutti lavoravano in funzione degli altri. I rap-
                                          porti tra produttori di cibo e specialisti, l’afflusso dei rifornimenti, lo scambio di beni e la
                                          fornitura di servizi erano tutte cose che non potevano essere affidate, come nei villaggi, ai
                                          rapporti tra le famiglie e alle loro iniziative scoordinate. Nei magazzini della città si ammas-
                                          savano inoltre beni (viveri, materie prime, manufatti) che dovevano essere protetti con una
                                          forza militare almeno parzialmente stabile. Tutto questo richiedeva un’organizzazione cen-
                     gerarchia sociale    tralizzata del potere e una gerarchia sociale stabile che il villaggio non poteva garantire.
                  L’ordine, per importanza, delle  Le grandi organizzazioni La centralizzazione politica si esprimeva in quelle che gli sto-
                   persone che compongono un
               gruppo e il rapporto che hanno tra  rici moderni chiamano «grandi organizzazioni», il tempio e il palazzo. Tra il tempio e il
                                  di loro.  palazzo vi erano differenze evidenti: il primo era la sede del dio e dei suoi sacerdoti, il se-
                                          condo era la sede dell’uomo più potente della comunità, il sovrano, e della sua corte. Ma
                                          tra i due centri esistevano anche forti affinità. Ambedue, infatti, svolgevano quella fon-
                                          damentale attività di organizzazione del lavoro necessaria alla canalizzazione e all’irriga-
                                          zione, alla coltivazione, al prelievo delle eccedenze agricole, al loro immagazzinamento,
                                          alla loro redistribuzione. Sia presso il tempio sia presso il palazzo erano infatti situati i
                                          magazzini dove venivano accumulate le eccedenze alimentari, le botteghe artigianali, gli
                                          archivi, gli uffici degli scribi e degli amministratori.
                                          Con il passare del tempo, le due grandi organizzazioni diversificarono maggiormente le
                                          loro prerogative. Nel palazzo si andò sempre più accentuando la funzione di direzione
                                          politica e militare, nel tempio quella religiosa. Tuttavia il sovrano non poteva attuare le
                                          proprie decisioni politiche se non aveva il consenso dell’autorità divina, cioè del tempio.
                                          Quali che fossero i rapporti tra le due grandi organizzazioni, il tempio e il palazzo coo-
                                          peravano, di fatto, nel garantire il dominio della città sui villaggi.
                                           Una società bipartita L’organizzazione sociale della città si fondava su una distinzione
                                          fondamentale, quella tra «servi» e «liberi». I dipendenti delle grandi organizzazioni – ossia
              GUIDAALLOSTUDIO             l’insieme degli specialisti (scribi, amministratori, sacerdoti, guardie, mercanti, artigiani) –
              1. Quali attività svolgevano i  erano tutti servi del re o servi del dio. Essi, infatti, lavoravano sotto la loro direzione ed era-
              lavoratori specializzati delle città?
              2. Dove erano accumulate le  no mantenuti grazie alla distribuzione di razioni o all’assegnazione di terre. Gli individui li-
              eccedenze alimentari?       beri erano invece coloro che disponevano pienamente della propria vita. Su questa distin-
              3. In quale proporzione erano i
              contadini nella società mesopotamica  zione tra «servitù» e «libertà» è bene intendersi: quegli stessi specialisti che venivano con-
              rispetto al resto della popolazione?  siderati «servi» rappresentavano, nei confronti del resto della popolazione, un gruppo pri-
              4. Lo scriba era libero o servo?
                                          vilegiato, dal momento che erano ben remunerati e radicati nei centri di potere.



                                          2. Perché in Mesopotamia?

                                           La terra tra i fiumi Non dobbiamo immaginare l’origine della città come una specie
                                          d’«invenzione», escogitata una volta per tutte e trasmessa gradualmente al resto dell’u-
                                          manità. Infatti la città è «nata» indipendentemente tante altre volte nella storia, anche in
                                          luoghi (per esempio in Messico) che non ebbero nessun contatto né diretto né indiretto
                                          con il Vicino Oriente. La città ha origine laddove si verificano le condizioni materiali e
                                          sociali necessarie per la sua nascita.
                                          Ma perché le prime città hanno avuto origine proprio in Bassa Mesopotamia? Questa re-
                                          gione consiste in una grandissima pianura solcata da due fiumi imponenti, il Tigri e l’Eu-

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