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                                                                                         L’impero carolingio


                        Nel corso della seconda metà del VII secolo, tra tutti i maestri di palazzo si imposero quel-
                        li d’Austrasia, i cosiddetti Pipinidi, dal nome del loro capostipite Pipino di Landen. Que-
                        sti conobbero il loro apice con Pipino II di Heristal (679-714), il quale, eliminati i mae-
                        stri di palazzo di Neustria e Borgogna, procedette alla riunificazione del regno franco e
                        rese ereditaria la carica di maestro di palazzo. Il suo successore, Carlo Martello (714-741),
                        consolidò il potere paterno e si contraddistinse nella lotta in difesa della Cristianità. Egli
                        infatti bloccò a Poitiers, nel 732, il pericolo di un’incursione musulmana dalla Spagna
                        verso occidente [®25.5]. La battaglia di Poitiers contribuì al consolidamento del presti-  GUIDAALLOSTUDIO
                        gio dei Pipinidi e, parallelamente, alla rovina della reputazione dei re merovingi, passati  1. I Franchi si convertirono
                                                                                                            all’arianesimo?
                        alla storia come «re fannulloni».                                                   2. Dove si trovava l’Austrasia?
                        Carlo Martello si comportò come un «re di fatto» persino in punto di morte, quando di-  3. Chi erano i maestri di palazzo?
                                                                                                            Come erano nominati?
                        vise la responsabilità di maestro di palazzo del regno fra i suoi due figli, Carlomanno, cui  4. Per quali imprese è ricordato
                        andarono l’Austrasia, l’Alemannia e la Turingia, e Pipino il Breve, cui andarono Neustria,  Carlo Martello?
                        Borgogna e Provenza.



                        2. La dinastia carolingia e il crollo del regno longobardo
                                                                                                           † Un guerriero franco
                         Ascesa dei Carolingi Nel 747 Carlomanno si ritirò nel monastero di Montecassino, ab-  Questa immagine fa parte di una
                                                                                                           ricca decorazione di affreschi
                        dicando in favore del fratello, Pipino il Breve (751-768), capostipite della dinastia carolin-  dell’oratorio del convento di S.
                                                                                                           Benedetto, a Malles, in Alto Adige. A
                        gia. Questi nel 751 depose Childerico III, l’ultimo sovrano merovingio, e si fece, prima, ac-  lungo identificato, a torto, con Carlo
                        clamare re da un’assemblea di grandi dignitari, poi, consacrare con l’olio santo da un mo-  Magno, il guerriero è il dignitario che
                        naco. La cerimonia dell’unzione venne ripetuta nel 754 da papa Stefano II (752-757), reca-  donò l’edificio ed è rappresentato
                                                                                                           con lo scramasaxus (la terribile
                        tosi appositamente in terra franca. Il gesto equivaleva a una consacrazione divina della di-  spada piatta che assicurò tante
                                                                                                           vittorie ai Franchi), che, impugnato a
                        nastia di Pipino, che ora i Franchi non potevano più considerare come un usurpatore; di  mo’ di croce, sembra sottolineare il
                        conseguenza, il re aveva contratto un debito di riconoscenza nei confronti del papa.  legame tra le bellicose tradizioni
                                                                                                           franche e la diffusione della fede
                        I Franchi infatti apparivano al papato come gli alleati ideali per realizzare l’autonomia po-  cristiana.
                        litica da Bisanzio. Stava così per verificarsi una vera e propria svolta che avrebbe avuto
                        per l’Italia e per l’Europa intera conseguenze decisive. La Chiesa di Roma, tradizional-
                        mente fedele all’imperatore d’Oriente, fino ad allora riconosciuto come l’unico impera-
                        tore «romano» di pieno diritto, poneva le basi per un distacco da Costantinopoli che si
                        sarebbe via via approfondito fino a diventare incolmabile. Contemporaneamente, rivol-
                        gendosi ai Franchi, gettava un ponte fra l’Italia e l’Europa continentale legando stretta-
                        mente le sorti dell’una a quelle dell’altra.
                         Intervento dei Franchi in Italia Tra il 754 e il 756, Pipino, in risposta alla richiesta di aiu-
                        to lanciata da Stefano II, compì due spedizioni militari in Italia contro i Longobardi, ricac-
                        ciandoli dentro i loro precedenti confini [®24.7]. Il dominio longobardo si apprestava or-
                        mai al declino. Desiderio (757-774), successore di Astolfo, fu costretto a lunghe e com-
                        plesse trattative diplomatiche. Per ingraziarsi i Franchi, egli diede la figlia Ermengarda
                        [®Donne del Medioevo]in sposa a Carlo (il futuro Carlo Magno) figlio maggiore di Pipino.
                        Ma questo gesto di riappacificazione venne annullato dagli eventi della corte franca. Nel ri-
                        spetto della tradizione franca, Pipino designò come successori al trono entrambi i figli. Car-
                        lo e Carlomanno regnarono così insieme per tre anni; ma alla morte di Carlomanno, avve-
                        nuta nel 771, Carlo si fece nominare unico re, ripudiando Ermengarda e costringendola al-
                        l’esilio a Pavia, insieme alla vedova di Carlomanno. I Franchi entrarono nuovamente in
                        conflitto con i Longobardi. Nel 774 Carlo scese in Italia, conquistò Pavia, catturò Deside-
                        rio e lo rinchiuse in un convento. La conquista franca segnò la fine del dominio longobardo
                        in Italia, mentre Carlo aggiunse al titolo di «re dei Franchi» quello di «re dei Longobardi».

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