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Unità 26
L’impero carolingio
Nel corso della seconda metà del VII secolo, tra tutti i maestri di palazzo si imposero quel-
li d’Austrasia, i cosiddetti Pipinidi, dal nome del loro capostipite Pipino di Landen. Que-
sti conobbero il loro apice con Pipino II di Heristal (679-714), il quale, eliminati i mae-
stri di palazzo di Neustria e Borgogna, procedette alla riunificazione del regno franco e
rese ereditaria la carica di maestro di palazzo. Il suo successore, Carlo Martello (714-741),
consolidò il potere paterno e si contraddistinse nella lotta in difesa della Cristianità. Egli
infatti bloccò a Poitiers, nel 732, il pericolo di un’incursione musulmana dalla Spagna
verso occidente [®25.5]. La battaglia di Poitiers contribuì al consolidamento del presti- GUIDAALLOSTUDIO
gio dei Pipinidi e, parallelamente, alla rovina della reputazione dei re merovingi, passati 1. I Franchi si convertirono
all’arianesimo?
alla storia come «re fannulloni». 2. Dove si trovava l’Austrasia?
Carlo Martello si comportò come un «re di fatto» persino in punto di morte, quando di- 3. Chi erano i maestri di palazzo?
Come erano nominati?
vise la responsabilità di maestro di palazzo del regno fra i suoi due figli, Carlomanno, cui 4. Per quali imprese è ricordato
andarono l’Austrasia, l’Alemannia e la Turingia, e Pipino il Breve, cui andarono Neustria, Carlo Martello?
Borgogna e Provenza.
2. La dinastia carolingia e il crollo del regno longobardo
† Un guerriero franco
Ascesa dei Carolingi Nel 747 Carlomanno si ritirò nel monastero di Montecassino, ab- Questa immagine fa parte di una
ricca decorazione di affreschi
dicando in favore del fratello, Pipino il Breve (751-768), capostipite della dinastia carolin- dell’oratorio del convento di S.
Benedetto, a Malles, in Alto Adige. A
gia. Questi nel 751 depose Childerico III, l’ultimo sovrano merovingio, e si fece, prima, ac- lungo identificato, a torto, con Carlo
clamare re da un’assemblea di grandi dignitari, poi, consacrare con l’olio santo da un mo- Magno, il guerriero è il dignitario che
naco. La cerimonia dell’unzione venne ripetuta nel 754 da papa Stefano II (752-757), reca- donò l’edificio ed è rappresentato
con lo scramasaxus (la terribile
tosi appositamente in terra franca. Il gesto equivaleva a una consacrazione divina della di- spada piatta che assicurò tante
vittorie ai Franchi), che, impugnato a
nastia di Pipino, che ora i Franchi non potevano più considerare come un usurpatore; di mo’ di croce, sembra sottolineare il
conseguenza, il re aveva contratto un debito di riconoscenza nei confronti del papa. legame tra le bellicose tradizioni
franche e la diffusione della fede
I Franchi infatti apparivano al papato come gli alleati ideali per realizzare l’autonomia po- cristiana.
litica da Bisanzio. Stava così per verificarsi una vera e propria svolta che avrebbe avuto
per l’Italia e per l’Europa intera conseguenze decisive. La Chiesa di Roma, tradizional-
mente fedele all’imperatore d’Oriente, fino ad allora riconosciuto come l’unico impera-
tore «romano» di pieno diritto, poneva le basi per un distacco da Costantinopoli che si
sarebbe via via approfondito fino a diventare incolmabile. Contemporaneamente, rivol-
gendosi ai Franchi, gettava un ponte fra l’Italia e l’Europa continentale legando stretta-
mente le sorti dell’una a quelle dell’altra.
Intervento dei Franchi in Italia Tra il 754 e il 756, Pipino, in risposta alla richiesta di aiu-
to lanciata da Stefano II, compì due spedizioni militari in Italia contro i Longobardi, ricac-
ciandoli dentro i loro precedenti confini [®24.7]. Il dominio longobardo si apprestava or-
mai al declino. Desiderio (757-774), successore di Astolfo, fu costretto a lunghe e com-
plesse trattative diplomatiche. Per ingraziarsi i Franchi, egli diede la figlia Ermengarda
[®Donne del Medioevo]in sposa a Carlo (il futuro Carlo Magno) figlio maggiore di Pipino.
Ma questo gesto di riappacificazione venne annullato dagli eventi della corte franca. Nel ri-
spetto della tradizione franca, Pipino designò come successori al trono entrambi i figli. Car-
lo e Carlomanno regnarono così insieme per tre anni; ma alla morte di Carlomanno, avve-
nuta nel 771, Carlo si fece nominare unico re, ripudiando Ermengarda e costringendola al-
l’esilio a Pavia, insieme alla vedova di Carlomanno. I Franchi entrarono nuovamente in
conflitto con i Longobardi. Nel 774 Carlo scese in Italia, conquistò Pavia, catturò Deside-
rio e lo rinchiuse in un convento. La conquista franca segnò la fine del dominio longobardo
in Italia, mentre Carlo aggiunse al titolo di «re dei Franchi» quello di «re dei Longobardi».
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