Page 663 - Profili di Storia
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                                             Unità 25
                                             Nascita ed espansione
                                             dell’Islam



                  po e, affinché vi sia almeno l’apparenza del  in questo modo; così una donna si sposa in  visti molti che ignorano del tutto l’uso del
                  matrimonio, la futura sposa porta al mari-  un luogo, in un altro partorisce, e in un  vino e del frumento.
                  to come dote un’asta e una tenda, anche se  terzo ancor più lontano educa i figli, senza
                  in un giorno stabilito potrà andarsene, se  poter godere di un momento di quiete. Per
                  così deciderà. È incredibile con quanto ar-  tutti, il principale alimento è costituito  GUIDAALLALETTURA
                  dore presso queste genti sia gli uomini sia  dalla carne di animali selvatici; si nutrono  1. A quali attività si dedicano i Saraceni, secondo
                                                                                           lo storico Ammiano Marcellino?
                  le donne si abbandonino ai piaceri dell’a-  anche con molto latte e varie erbe e uccel-  2. Quali caratteristiche dei Saraceni colpiscono
                  more. Finché vivono, continuano a vagare  li, se riescono a prenderli a caccia. Io ne ho  Ammiano?





                                             La guerra e l’amore
                                             La principale testimonianza della cultura araba preislamica è la poesia, di cui sono giunti fino a
                                             noi magnifici esempi. I poeti erano la voce delle genti del deserto: essi conservavano e trasmette-
                                             vano il patrimonio della loro storia, delle loro tradizioni, dei loro sentimenti.
                                             Uno dei temi principali dei loro canti è la guerra, che può offrire anche lo spunto per esprimere nota-
                                             zioni intime, delicate e struggenti. Due liriche del poeta Àntara hanno per sfondo lo scenario della bat-
                                             taglia: la prima canta l’amore per una donna; la seconda il dolore per un cavallo ferito a morte.


                 DOC8
                  Da F. Gabrieli, La letteratura araba, Firenze-Milano 1967, p. 38  fu tutto coperto d’un manto di sangue.
                                                                         Ei distorse allora il petto dai colpi delle aste, e si dolse
                  Te ho ricordata, quando le lance si abbeveravano di    con me, con una lacrima e un fremito di dolore.
                  me, e le bianche lame d’India gocciolavano             Se avesse saputo usar la parola, si sarebbe lagnato, e la
                  del mio sangue.                                        parola mi avrebbe rivolta.
                  Ed ho amato il bacio delle spade, perché brillavano
                  come i denti tuoi nel sorriso.
                  «Àntara», gridavano, e le lance fitte nel petto del
                  mio morello parevan corde d’un pozzo.                 GUIDAALLALETTURA
                  Continuai a incalzarli con la sua gola e col petto, sinché  1. Che cosa ricorda il poeta mentre è trafitto dai colpi nemici?
                                                                        2. Quale sentimento prova Àntara per il cavallo ferito?






                                             Un popolo giovane
                                             Gli Arabi erano consapevoli e orgogliosi del radicale cambiamento che la predicazione di Mao-
                                             metto aveva operato nei loro costumi e nella loro cultura. La conversione all’Islam era vista come
                                             il passaggio dall’ignoranza alla sapienza. Sotto quella spinta vivificatrice gli Arabi erano diventati
                                             un popolo nuovo, animato da un’energia espansiva a cui non era possibile resistere.
                                             Con questi argomenti un oratore arabo, appena tre anni dopo la morte di Maometto, si rivolse al
                                             re di Persia per indurlo a convertirsi alla fede dei conquistatori musulmani, oppure a pagare il tri-
                                             buto che gli Arabi imponevano a coloro che rifiutavano di convertirsi e volevano mantenere la
                                             propria religione.


                 DOC9
                  Da B. Saitta, Il cammino umano, I, Firenze 1962, p. 234  me ci portò sovente a mangiare le caval-  Iddio ci mandò un profeta, uomo noto, di
                                                      lette e i rettili del deserto; perché le figlie  famiglia notissima, di tribù che è la prima
                  Dicevi il vero, o re, poveri fummo, se po-  non sottraessero il cibo ai maschi, i padri  tra gli Arabi. Egli ci guidò alla vera reli-
                  veri mai vi furono al  mondo:  giacevamo  le seppellivano vive. Idolatri ed ignoranti  gione, e noi credemmo finché Iddio non
                  sulla nuda terra; vestivamo con pelo di  ci scannavamo l’un l’altro: e questa era la  gli diede ragione illuminando le nostre
                  cammelli e lane, filati da noi stessi; la fa-  nostra religione. Quando, mosso a pietà,  menti. Ed ora che seguiamo i comanda-


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