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Dossier
Cristiani e Musulmani:
una convivenza possibile
loro fede pur di non pagare il tributo richiesto. È questa l’amara interpretazione delle conversioni
avvenute in Siria e in Egitto che viene data, in una lettera inviata a uno dei suoi vescovi, dal patriar-
ca Isoyabb III (prima metà del VII secolo). Quest’ultimo era un esponente della corrente nestoria-
na, un movimento condannato come eretico dalla chiesa di Bisanzio; i suoi esponenti trovarono ri-
fugio nell’impero persiano e non si posero in contrasto con i conquistatori arabi.
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Isoyabb III, Liber epistularum, 14, in Corpus Scriptorum Perché dunque c’è chi abbandona la pro- metà dei beni del secolo caduco. Quella fe-
Christianorum Orientalium, series II, LXVI, p. 181 pria fede per la loro? Tanto più che gli Ara- de che tutti i popoli acquistarono al prezzo
bi, come essi stessi riconoscono, non li han- del proprio sangue [...] essi non vollero
Questi Arabi che, come sai, sono presso di no costretti a rinnegare la loro religione, neppure per la metà dei propri averi.
noi, non solo non impugnano la religione bensì ordinarono loro di cedere la metà dei
cristiana, ma lodano la nostra fede, onorano loro beni in cambio della facoltà di conser- GUIDAALLALETTURA
i sacerdoti e i Santi di Nostro Signore e lar- varla. Ma essi abbandonarono la fede che 1. Come vengono descritti gli Arabi?
giscono benefizi alle chiese e ai conventi. giova eternamente, pur di conservare la 2. Per quale motivo i cristiani si convertivano
all’islamismo?
Palermo,città araba
Verso la metà del X secolo, uno scrittore arabo che aveva compiuto un viaggio in Sicilia descrive
Palermo, esaltandone le bellezze. Le moschee, i mercati, la cittadella, i bagni, i giardini ne carat-
terizzavano la fisionomia come quella di una tipica città araba, mentre la straordinaria cornice del-
π® Palermo: la cattedrale e la chiesa di San Cataldo, XII sec.
L’insediamento degli Arabi in Sicilia per oltre due secoli, dal IX all’XI, ebbe
conseguenze importanti sulla cultura dell’isola. L’influenza islamica è facilmente
rintracciabile a Palermo, come in tutta la Sicilia, nell’uso di elementi architettonici,
come le arcate cieche intrecciate o le cupole ripetute, tipici dell’architettura
araba. Gli edifici palermitani presentano numerose analogie con quelli arabi tanto
che un cronista che visitò la città nel 1183 la dichiarò somigliante a Cordova,
città spagnola dal gusto fortemente arabeggiante.
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