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                                             Modulo 7
                                             Tra Oriente e Occidente:
                                             le civiltà medievali



                 SCIENZA                     Parole e numeri arabi
                 E TECNICA


                        umerose sono le parole arabe che    ®	Yahya al-Wasiti,
                 Nfanno ancora oggi parte del nostro    «Una biblioteca araba»,
                 lessico quotidiano. All’astronomia araba, ad       XIII sec.
                 esempio, risalgono: almanacco, almagesto,  [Bibliothèque Nationale,
                                                                     Parigi]
                 astrolabio, azimut, nadir, zenit; mentre alla
                 navigazione islamica appartengono termini  L’immagine, che raffigura
                                                           una scena di lettura e
                 come: ammiraglio, arsenale (cantiere nava-  insegnamento all’interno di
                 le), cassero(parte della nave), catrame, dàrse-  una biblioteca pubblica, con
                 na (porticciolo riparato), scirocco. E i nostri  i volumi ben ordinati in
                                                           scaffali, dà un vivace
                 chimici, come i nostri farmacisti, parlano  quadro della vita culturale
                 arabo quando dicono:  alambicco, àlcali,  araba. Già nel X secolo la
                 amalgama, elisir, sciroppo, ribes.       biblioteca principale di
                                                          Cordova, nella Spagna
                 In campo commerciale arabe sono le parole:  musulmana, conteneva
                 ambra,  carovana,  dogana,  fondaco (ovvero  quasi 400.000 libri (circa
                 magazzino), gabella, tara (ovvero la somma  uno per ogni abitante della
                 defalcata da un conto, o la differenza tra peso  città), mentre nei monasteri
                                                        cristiani più ricchi i libri si
                 lordo e peso netto), tariffa, zecca(il luogo do-  contavano appena a
                 ve si coniano le monete), nonché ragazzo, che      dozzine.
                 in arabo voleva dire «fattorino», «corriere».
                 Arabe sono inoltre le parole che usiamo abi-
                 tualmente per indicare alcuni prodotti agri-
                 coli: albicocco, arancio, carciofo, limone, me-
                 lanzana, spinacio, tamarindo, zafferano, zi-
                 bibbo, zucchero. Influssi arabi sono tuttora
                 evidenti nei nomi che indicano manufatti di
                 ogni tipo: giara, giubba, taccuino, tazza, zerbi-  tori, gli Arabi furono i primi a comprendere  ro 3 indica in successione il 300, il 30 e il 3.
                 no. Arabi sono anche alcuni termini musica-  l’importanza rivoluzionaria di quel sistema.  Tra i matematici europei, il primo a com-
                 li, per esempio:  liuto, nacchera,  tamburo.  E fu solo grazie alla loro mediazione che gli  prendere l’importanza dei numeri arabi fu il
                 Arabo è anche il termine assassino: esso in-  europei lo adottarono.       pisano Leonardo Fibonacci (1175-1235 cir-
                 fatti deriva da hashshashin, il nome degli ade-  Il limite forse più grave della matematica an-  ca), il quale ne analizzò i vantaggi in un trat-
                 renti a una setta persiana, che commettevano  tica era stato il complicato sistema di nu-  tato, il Libro dell’abbaco, il più raffinato sag-
                 orribili delitti sotto l’effetto dell’hashish.  merazione su cui essa si basava. Prendiamo  gio di aritmetica dell’intero Medioevo. Fi-
                 Infine, nel nostro lessico matematico sono  un numero a caso, il quattromilatrecen-  bonacci scrisse il suo libro nel 1202, ma ci
                 arabe parole come: algebra, algoritmo, cifra,  totrentanove. Ebbene, per indicarlo i Ro-  vollero alcuni secoli prima che i numeri ara-
                 zero.                                mani avevano bisogno di ben dodici cifre:  bi occupassero tutti i livelli e tutti gli spazi
                 A tale proposito è opportuno precisare che,  MMMMCCCXXXIX. Con il nuovo siste-  della cultura occidentale. Essi, infatti, in-
                 per quasi tutto il Medioevo, la cultura mate-  ma di numerazione invece esso poteva esse-  contrarono l’ostilità sia della religione cri-
                 matica araba fu caratterizzata da un livello  re indicato con sole quattro cifre: 4339. Con  stiana – i numeri arabi erano un’invenzione
                 superiore a quello occidentale. Ai matema-  i numeri arabi tutto era più facile. Decisiva  degli infedeli! – sia dell’alta cultura, in gene-
                 tici arabi, infatti, si deve l’introduzione in  fu inoltre l’introduzione dello zero e della  re poco propensa ad accogliere con favore
                 Occidente dei cosiddetti «numeri arabi». In  numerazione posizionale, cioè l’attribuzione  qualsiasi novità. In questo processo l’espe-
                 realtà si trattava piuttosto di «numeri india-  ai numeri semplici di un valore diverso a se-  rienza «volgare» dei cambiavalute, dei ban-
                 ni», perché fu in India che gli Arabi li sco-  conda del posto da loro occupato: nel nu-  chieri e dei mercanti fu all’avanguardia ri-
                 prirono. Anche se non ne furono gli inven-  mero 333, per esempio, il medesimo nume-  spetto alla cultura ufficiale.



                                                                       √ I numeri arabi
                                                                       Gli Arabi ereditarono gran parte del loro sapere matematico dagli antichi Greci,
                                                                       come Euclide e Archimede, ma ne rivoluzionarono i metodi di calcolo.






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