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                                             Modulo 7
                                             Tra Oriente e Occidente:
                                             le civiltà medievali



                 ECONOMIA                    La cucina araba
                 E AMBIENTE

                 Q       uella che viene chiamata comune-  ® Yahya Al-Wasiti,

                         mente «cucina araba» nacque
                 dall’incontro tra le usanze alimentari tipiche  «Scena di pranzo»,
                                                                  XIII sec.
                                                              [dal Maqamàt di
                 delle tribù nomadi e le tradizioni alimentari  al-Hariri, Bibliothèque
                 dei paesi conquistati all’Islam. Data la gran-  Nationale, Parigi]
                 dissima estensione del mondo islamico e il  Nelle società islamiche
                 numero delle culture che esso assorbì, è di-  tradizionali vi è la
                 scutibile parlare in generale di cucina araba.  consuetudine di
                 Ricorrono però in quasi tutto il mondo mu-  consumare i pasti seduti
                 sulmano alcuni ingredienti caratteristici e  su tappeti, attorno a tavoli
                                                       molto bassi. Non vi è una
                 alcune pietanze tipiche, che in molti casi si  distinzione tra le portate,
                 sono trasmesse con piccole modifiche dal  tutti si servono attingendo
                                                       a un unico grande piatto.
                 Medioevo a oggi.                      Si usa solo il cucchiaio e i
                 Innanzitutto, il pasto principale, in genere  bocconi si prendono
                 quello serale, si consumava in compagnia,  servendosi del pane, per
                                                          cui è di fondamentale
                 seduti a gambe incrociate su stuoie e cuscini  importanza lavarsi le mani
                 o accovacciati sui talloni, attingendo da un  prima di mangiare.
                 piatto comune. Si mangiava con le mani, o  In genere, all’inizio e al
                 meglio usando tre dita della mano destra,  termine del pasto si
                 precedentemente purificata, secondo i pre-  ringrazia Dio per il cibo,
                                                               che viene così
                 cetti  coranici.  L’unica  posata  era  il  cuc-  sacralizzato.
                 chiaio, necessario per le zuppe – di carne, di
                 verdure, di cereali – che abbondavano nel-
                 l’alimentazione islamica.
                 L’elemento centrale del pasto era la carne
                 grassa e saporita del montone. Molti erano
                 i modi di cucinarla: bollita a lungo fino a  zo, di sorgo, di miglio e persino dai semi del-  ciò che per i Musulmani è lecito o illecito. I
                 sfaldarla in teneri frammenti, oppure fritta  l’uva e dalle ghiande.       divieti più importanti derivano dalle antiche
                 nel grasso, più raramente arrostita; la carne  Poco presenti nella dieta delle tribù nomadi,  tradizioni semitiche e in particolare da quel-
                 di montone poteva essere inoltre addolcita  le verdure avevano invece un posto impor-  la ebraica: è proibito consumare carne di
                 con il miele o con lo zucchero, marinata  tante nell’alimentazione dei musulmani se-  maiale; inoltre, la carne degli altri animali
                 con ingredienti acidi come lo yoghurt e il  dentari. Spinaci, cavoli e cavolfiori, porri e  può essere consumata solo se halal, ossia se
                 succo degli agrumi, oppure con l’aceto.  cipolle, carote e asparagi, rape e zucche era-  sono stati macellati secondo la norma, che
                 Nella cucina di genti che dovevano parte  no largamente impiegati in cucina, ma il po-  prevede il totale dissanguamento.
                 della loro fortuna alle carovane e ai cam-  sto d’onore spettava senz’altro alla melanza-  Vietato è anche il vino, e vietate tutte le be-
                 melli, non potevano ovviamente mancare le  na, il cui consumo si diffuse rapidamente an-  vande fermentate, che provocano ebbrezza.
                 spezie. In ogni ricetta entravano aromi di-  che sull’altra sponda del Mediterraneo.  Questa proibizione non risulta formulata in
                 versi, mischiati e dosati con arte, che esal-  La frutta fresca, e molti tipi di frutta secca  modo esplicito nel Corano, ma secondo al-
                 tavano i sapori e i colori delle vivande. Pe-  (uva, albicocche, mandorle, nocciole) entra-  cuni trovava fondamento in un episodio del-
                 pe, cumino, cannella, zafferano e altre spe-  vano come ingredienti importanti nei dolci,  la vita di Maometto. Si raccontava infatti che
                 zie più rare e preziose, erano tuttavia alla  altra grande passione dell’Islam. I viaggiato-  il profeta fosse rimasto turbato dall’indegno
                 portata soltanto dei ricchi.         ri europei che giungevano nei paesi arabi re-  spettacolo di alcuni fedeli ubriachi che reci-
                 Il gusto agrodolce è uno degli elementi ca-  stavano incantati dalla varietà e dalla raffi-  tavano erroneamente il libro sacro. Sembra
                 ratteristici della tradizione culinaria islami-  natezza dei loro dolciumi. Molto tempo pri-  tuttavia che questa osservanza non fosse
                 ca, e si ritrova ancora oggi nella cucina di  ma che in Europa apparissero i gelati, i ric-  strettissima: sappiamo infatti di grandi calif-
                 quei paesi europei, come la Sicilia e la Spa-  chi musulmani gustavano squisiti sorbetti di  fi e d’individui dall’ottima reputazione che
                 gna, dove l’influsso arabo è stato più forte.  frutta, fabbricati con il ghiaccio prelevato in  indulgevano nel bere. Dove non c’erano vi-
                 Solo chi aveva denaro poteva permettersi il  alta montagna.                gneti, le bevande alcoliche si ricavavano dai
                 pane bianco, leggero e fragrante, mentre la  La cucina araba era, e lo è tutt’oggi, forte-  cereali, dalla canna da zucchero e da un’infi-
                 gente comune doveva accontentarsi di pane  mente influenzata dai precetti religiosi. Il  nità di frutti, come i datteri, i fichi, le albi-
                 scuro e grossolano, ricavato da farina d’or-  Corano, infatti, distingue minuziosamente  cocche, le ciliegie.



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