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Modulo 7
Tra Oriente e Occidente:
le civiltà medievali
7. Le città e le oasi
Da nomadi a sedentari Nei paragrafi precedenti abbiamo visto come in breve tempo
gli Arabi, la cui cultura apparteneva alle grandi tradizioni nomadiche della penisola ara-
bica, si trovarono a dominare vasti territori caratteriz-
zati da un’antichissima civiltà urbana. Essi non rifiuta-
rono questa civiltà, ma vi s’inserirono e la trasformaro-
no, aprendo una nuova epoca nella storia dell’urbane-
simo.
Le città islamiche erano centri religiosi, politici, cultu-
rali ed economici. Elementi architettonici tipici della
tradizione romana, come le terme pubbliche, convive-
vano con edifici nuovi come le moschee. La piazza cen-
trale, tipica della città greca e romana, perse importan-
za, ma si ricrearono nuovi spazi di aggregazione. Il tra-
dizionale impianto della casa romana con atrio centrale
permaneva in quello della casa araba, che tuttavia era
organizzata in modo tale da separare gli spazi maschili
da quelli femminili. In obbedienza a un precetto cora-
nico, le decorazioni delle case e degli edifici pubblici
abbandonarono le raffigurazioni del corpo umano e si
sbizzarrirono nei motivi geometrici, vegetali ed animali.
Grazie alla disponibilità d’acqua e alla presenza dei
bagni pubblici (hammam) la popolazione urbana vive-
va mediamente in condizioni igieniche superiori a
quelle delle città cristiane.
Come sempre, le città furono le maggiori produttrici di
cultura. La scienza araba fu per alcuni secoli la più pro-
gredita del mondo: mentre nell’Occidente cristiano le
opere degli scienziati greci non venivano più lette, nel
mondo islamico esse venivano tradotte e studiate, e in
molti casi fu solo grazie all’iniziativa degli studiosi ara-
bi che esse non andarono perdute per sempre. Non si
trattava soltanto della conservazione di un sapere, per-
ché le conquiste della scienza greca furono la base di
nuovi progressi, soprattutto nel campo dell’algebra e
della geometria. Dall’Islam, che l’aveva importata dal-
l’India, si propagò la numerazione araba, che sostituì
π «Donne turche nella stanza da bagno», 1793 progressivamente la farraginosa numerazione romana
[miniatura tratta da Il libro delle donne di Fadil Hoseyn,
Biblioteca dell’Università, Istanbul] [®Parole e numeri arabi, p. 640].
Nel mondo musulmano, la religione rappresentò un impulso importante al Economia Le conquiste islamiche unificarono anche
progresso dell’igiene. L’osservanza dei lavaggi rituali, unita alla tradizione
romana delle terme, assicurò per molti secoli alle città islamiche un livello sotto il profilo economico territori in precedenza divisi
igienico molto superiore a quello delle città cristiane. I Musulmani che avevano e frammentati. Dalla Spagna all’India, una fitta rete di
l’occasione di visitare una città europea restavano letteralmente inorriditi dalla
sporcizia che regnava ovunque, sulle cose come sulle persone. vie commerciali consentì un intenso movimento di mer-
I bagni, il cui accesso era garantito a tutti, uomini e donne di ogni estrazione ci e di persone. Le strade tradizionali, che ripetevano gli
sociale, proliferarono soprattutto nei centri urbani: nel X secolo a Cordova in
Spagna ne esistevano più di mille, a Qayrawan in Tunisia ce n’era uno ogni antichi percorsi delle arterie romane e ne utilizzavano
ottanta abitanti, a Baghdad uno per ogni strada importante. ancora in gran parte le infrastrutture, s’integrarono con
Proprio com’era accaduto nel mondo romano, queste strutture erano
considerate indispensabili alla vita di una città. le vie carovaniere punteggiate dalle oasi e percorse dai
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