Page 649 - Profili di Storia
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Tra Oriente e Occidente:
le civiltà medievali
LINK p.642 Tre categorie Con il passare del tempo, la popolazione dei territori sottoposti al do-
Cristiani e Musulmani:
una convivenza possibile minio musulmano si ritrovò divisa in tre categorie fondamentali: la categoria superiore
comprendeva i Musulmani di Arabia (i cosiddetti «Musulmani di origine»), gli unici che
avessero il diritto di militare nell’esercito. In virtù della loro adesione all’Islam fin dall’i-
GUIDAALLOSTUDIO nizio e delle loro vittorie militari, essi costituivano una sorta di aristocrazia, composta di
1. Quali furono le direzioni di grandi proprietari, funzionari, giudici. Veniva poi la categoria dei nuovi Musulmani, con-
conquista dei califfi omayyadi?
2. Quali eserciti combatterono la vertitisi in un’epoca più recente: non potevano militare nell’esercito e di conseguenza non
battaglia di Talas? avevano il diritto di godere dei proventi delle conquiste. Essi si ponevano sotto la prote-
3. Perché gli eserciti arabi
riscossero rapidi successi? zione di un capotribù musulmano diventandone clienti. Nelle mani dei convertiti stava la
4. Come amministrarono gli Arabi i maggior parte delle attività commerciali e artigianali; essi avevano inoltre incarichi di
territori sottomessi? responsabilità nell’amministrazione. La terza categoria era composta dai sudditi non
5. In quali categorie era divisa la
popolazione governata dai musulmani; la maggior parte viveva nelle campagne, spesso al servizio dei proprietari
Musulmani?
musulmani.
6. Dagli Abbasidi alla fine dell’unità politica islamica
Un nuovo corso politico Alla metà dell’VIII secolo, il riemergere di laceranti con-
flitti interni relativi alla legittimità dei criteri di successione [®25.4], portò al rovescia-
mento della dinastia omayyade. Nel 750 Abu al Abbas, zio del profeta, grazie all’ap-
poggio degli sciiti e dei Persiani islamizzati, uccise l’ultimo califfo omayyade e si impa-
dronì del potere.
L’avvento degli Abbasidi (750-945) fu qualcosa in più che un semplice cambio di dina-
stia. Questi infatti inaugurarono un nuovo corso politico: terminata l’epoca delle grandi
conquiste territoriali, si doveva provvedere al consolidamento del potere centrale. Per
prima cosa, la capitale venne trasferita da Damasco, in Siria, a Baghdad, in Iraq, città di
nuova fondazione, che presto rivaleggiò con Costantinopoli per grandezza e per splen-
dore dei monumenti: con questa decisione il Mediterraneo cessava di essere il baricentro
economico e politico dell’Islam a vantaggio della Persia. In secondo luogo, gli Abbasidi
ridussero drasticamente il potere dei ceti dirigenti arabi, coinvolgendo nell’amministra-
zione dell’impero anche i musulmani di origine non araba, dando così vita ad una com-
pagine multietnica e cosmopolita. Essi inoltre rafforzarono il potere centrale mediante la
creazione di un rigido apparato burocratico controllato dal wazir, o visir, capo dell’am-
ministrazione.
L’apogeo della civiltà araba Sotto il califfato abbaside la civiltà araba raggiunse il suo
apogeo: la lingua araba divenne il principale mezzo di comunicazione tra i popoli del-
l’impero, oltre che la lingua ufficiale della religione e della cultura. Quest’ultima co-
nobbe una piena fioritura in tutti i campi del sapere: da quello letterario – a questo pe-
riodo risalgono le storie delle Mille e una notte – a quello scientifico e artistico. La po-
sizione geografica della nuova capitale infatti favorì il contatto tra le tradizioni e le cul-
ture ellenica, iranica e indiana, che si influenzarono e alimentarono l’una con l’altra.
Dobbiamo infatti a intellettuali di lingua araba, e in particolare ad Avicenna (X sec.) e
Averroè (XII sec.), la trasmissione all’Occidente latino e cristiano della filosofia greca
(soprattutto Aristotele e Platone), nonché della medicina (Ippocrate e Galeno) e della
matematica (Euclide). Anche le attività economiche conobbero un periodo di prospe-
rità, come documentato dall’ampia circolazione di monete in oro, dall’incremento del-
la produzione artigianale e del commercio, dalla nascita di nuovi centri di consumo e di
scambio.
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