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Modulo 7
Tra Oriente e Occidente:
le civiltà medievali
I «buoni costumi» Venivano poi i cosiddetti «buoni costumi», stabiliti dal profeta. Tra
questi primeggiava, quasi come una sorta di sesto pilastro, il gihâd, parola araba che si-
gnifica letteralmente «sforzo, impegno, lotta» e che nel Corano è seguita dalla locuzione
«sul cammino di Dio». Il gihâd indica un concetto fondamentale dell’islamismo: la guer-
ra santa, intesa sia come opera missionaria per la propagazione della fede, sia come vera
e propria lotta armata contro gli infedeli. Nella formulazione dei giuristi musulmani la
LINK p.647 legge relativa al gihâd consisteva in uno stato di guerra imposto sia dalla religione, sia dal-
I guerrieri di Allah la legge, che poteva concludersi solo con la conversione o il soggiogamento di tutta l’u-
manità. Era quindi giuridicamente impossibile che venisse firmato un trattato di pace tra
l’Islam e un popolo che non fosse musulmano. Il concetto di guerra santa, come avremo
modo di vedere, non era una prerogativa musulmana: esso infatti era condiviso anche dal
GUIDAALLOSTUDIO cristianesimo.
1. Da chi fu redatto il Corano?
Secondo quali criteri? Altre norme riguardavano aspetti del comportamento (per esempio l’uso del velo fem-
2. Qual è il contenuto del Corano e minile, già adottato nell’Oriente cristiano) e la vita matrimoniale: a una donna musulma-
della sunna?
3. In che cosa consistono i «cinque na era proibito sposare un ebreo o un cristiano, mentre a un musulmano era concesso
pilastri» della fede? sposare donne di religione diversa; l’adulterio era punito con la massima severità; la poli-
4. Che cos’è il gihâd?
gamia – limitata però a un massimo di quattro mogli, tutte di pari diritti – era consentita.
4. La successione al profeta
e le lacerazioni del mondo islamico
I primi califfi Durante la vita di Maometto l’Islam si era dunque dato un sistema reli-
gioso e dei princìpi di vita. Mancava però ancora uno «Stato musulmano» e mancava, so-
prattutto, una definizione della legittimità del potere. Lo si vide chiaramente subito do-
po la morte del profeta, quando la comunità musulmana fu lacerata dai contrasti per la
successione (Maometto non aveva lasciato nessuna indicazione al riguardo). Dopo molte
controversie prevalse infine la decisione di nominare successore del profeta (khalifa, calif-
fo, letteralmente «sostituto») Abu Bakr (632-634), uno dei primi compagni di Maometto.
Abu Bakr riuscì a reprimere la secessione di alcune tribù beduine superficialmente isla-
mizzate e desiderose di sottrarsi alla tutela musulmana. Egli lanciò anche una spedizione
verso il nord, oltre i limiti dell’Arabia: nel 634 le truppe bizantine poste a difesa della Si-
ria furono pesantemente sconfitte. Ebbe così inizio la grande espansione islamica. Sotto
il califfato di Omar (634-644), anch’egli appartenente alla cerchia dei compagni del pro-
feta, gli Arabi strapparono ai Bizantini l’Egitto, la Siria, la Palestina, e ai Persiani la Me-
sopotamia. Con la conquista araba, la Palestina, già Terrasanta degli Ebrei e dei Cristiani,
divenne anche uno dei luoghi sacri della religione musulmana.
Sotto il successore di Omar, Othman (644-656), si aprì una grave crisi politica, nono-
stante i successi militari del califfo che conquistò la costa settentrionale dell’Africa fino a
Tripoli (647) e sottomise definitivamente l’impero persiano (651). Tutto dipese dalla scel-
ta di Abu Bakr come primo successore di Maometto: essa aveva infatti emarginato i pa-
renti più stretti del profeta, soprattutto il cugino Alì (656-660), che era stato addirittura
il primo dei convertiti all’Islam dopo Khadigia. Fu proprio Alì ad animare l’opposizione
contro Othman, che sfociò in una sanguinosa congiura: nel 656 alcuni soldati penetraro-
no nel palazzo del califfo a Medina e uccisero Othman mentre stava leggendo il Corano.
Alì prese il potere, ma il suo prestigio risultò ben presto incrinato dal sospetto – che per
molti era una certezza – di essere stato il mandante dell’assassinio.
Sciiti e sunniti L’Islam si spaccò in due fazioni: dalla parte di Alì si schierarono i fede-
li di Medina, dall’altra le tribù della Mecca e tutti coloro che non avevano approvato l’as-
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