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                                                                                       Nascita ed espansione
                                                                                                 dell’Islam


                        che, rimasto orfano, fu allevato dal nonno, che                                        √ L’arcangelo Gabriele
                        ricopriva, alla Mecca, l’importante carica di guar-                                       [da una miniatura persiana
                        diano della sorgente principale (era lui che sovrintendeva alla di-                        del XVI secolo]
                        stribuzione dell’acqua alle carovane). Sappiamo che all’età di 25                           Secondo la tradizione
                                                                                                                    islamica gli angeli, e tra
                        anni sposò una ricca vedova di nome Khadigia, e che questo ma-                              questi Gabriele (Gibril,
                                                                                                                   in arabo), sono stati
                        trimonio mise la sua esistenza al riparo da qualsiasi preoccupa-                       creati dall’aria, dall’acqua e dal
                        zione economica. Pur continuando a occuparsi di affari, Mao-                            fuoco: non mangiano, non
                        metto ebbe quindi modo di dedicarsi alla meditazione e alla                             bevono e sono immortali.
                        religione. Si trattò di un’esperienza segnata dal richiamo al-
                        l’unità fondamentale del Divino e dalla relazione diretta con
                        Dio. Secondo la tradizione, la svolta avvenne nel 610, quan-
                        do, una notte, gli apparve l’arcangelo Gabriele, che rivelò
                        di essere inviato da Allah e gli ordinò di pregare e recitare
                        (qur’a¯n, da cui deriva Corano, la «recitazione») la parola
                        divina. Incoraggiato da Khadigia e dai familiari, tre anni
                        dopo Maometto decise di intraprendere la predicazione.
                        Il contenuto originario di questa predicazione era semplice
                        e suggestivo: Maometto invitava ad adorare Allah come uni-
                        co dio e a fare «atto di sottomissione» (Islam) alla sua autorità.
                        Egli annunciava inoltre il giudizio finale in cui gli uomini sareb-
                        bero stati giudicati per le loro azioni; predicava la generosità e l’aiuto ai poveri; condan-
                        nava alcune pratiche diffuse nella società tribale, come il matrimonio tra consanguinei e
                        l’infanticidio delle figlie femmine.
                         Reazioni Il messaggio incontrò subito il favore dei ceti meno abbienti e degli schiavi,
                        ma affascinò anche alcuni membri delle famiglie più influenti della Mecca. Esso suscitò
                        tuttavia la forte opposizione dei capi locali. Questi ultimi temevano infatti che l’appello
                        al monoteismo frenasse – con gravissimi danni economici – l’afflusso dei pellegrini, ri-
                        chiamati alla Mecca da innumerevoli santuari e da svariate divinità.
                        La comunità dei «sottomessi» (muslim, da cui musulmano) ad Allah dovette quindi su-
                        bire una dura persecuzione. Una prima migrazione di donne e bambini prese la direzio-
                        ne dell’Etiopia cristiana, e la circostanza conferma l’esistenza di un legame tra la nuova
                        religione e il cristianesimo; legame che è evidente, peraltro, in quei versetti del Corano che
                        esaltano la figura della Vergine e ammettono il concepimento di Gesù da parte dello Spi-
                        rito Santo, attribuendogli in tal modo una posizione di rilievo nella stirpe dei profeti che
                        avevano preceduto Maometto.
                        La comunità musulmana crebbe malgrado le persecuzioni. Nel 622, per sottrarsi a una
                        nuova minaccia, più grave delle precedenti, Maometto e i suoi seguaci decisero di emi-
                        grare e si rifugiarono nella città di Yathrib, un nodo molto importante lungo la via caro-
                        vaniera che collegava la Mecca con la Siria e con l’Egitto. Questa emigrazione (o ègira)
                        fondò la nuova era musulmana, che comincia precisamente nel giorno corrispondente al
                        nostro 16 luglio 622 (primo giorno del calendario musulmano). La fuga dalla Mecca fa-
                        vorì lo spirito di coesione dei seguaci di Allah e incentivò al tempo stesso la diffusione del
                        messaggio.
                         La comunità di Medina e il giudaismo Dopo l’ègira, Yathrib fu dichiarata la «città del
                        profeta» (Madinat an-nabi, da cui Medina), e la casa di Maometto, riconosciuto ormai co-
                        me unico intermediario tra i fedeli e Allah, divenne un luogo di preghiera e di raccolta
                        degli esuli. A Medina si precisò e si definì il rapporto tra l’Islam e il giudaismo. In una
                        prima fase il modello giudaico fu particolarmente forte. Maometto adottò per esempio i

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