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Unità 24
L’Italia dei Longobardi
e di Gregorio Magno
ra norma della stabilitas, fondata sulla convinzione che il monaco doveva essere lo «sta-
bile punto di riferimento» dell’intera comunità; di qui il divieto assoluto di allontanarsi
dalla propria sede. Inoltre, mentre i monaci vaganti erano completamente autonomi, i be-
nedettini furono sottoposti all’autorità dell’abate, il capo del monastero, responsabile del-
l’applicazione di un rigoroso codice di comportamento spirituale e materiale: la Regola.
Un altro punto essenziale di differenza era contenuto in una delle idee centrali che ispi-
rava la Regola e che fu poi condensata nella formula ora et labora, cioè «prega e lavora»;
un concetto certamente non ignoto nei monasteri precedenti ma che Benedetto valorizzò
come elemento fondamentale nella formazione spirituale dei suoi monaci. «L’ozio è il ne-
mico dell’anima», si ripeteva nei monasteri benedettini.
posito degli eremiti: quello di uomini che margini della società civile, e che furono al zioni di quella stessa società che avevano ri-
presi da orrore per il mondo si ritirarono ai tempo stesso gli agenti di molte trasforma- fiutato.
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