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Modulo 7
Tra Oriente e Occidente:
le civiltà medievali
5. L’età di Gregorio Magno
Nella storia del papato, la conquista longobarda dell’Italia segnò una svolta decisiva. Il
vescovo di Roma, infatti, si trovò improvvisamente privo di una concreta protezione po-
litica e militare, in un territorio di frontiera tra l’Italia bizantina e l’Italia longobarda. Per
sopravvivere, era necessario trovare uno spazio politico autonomo: la risposta che la Chie-
sa romana trovò a questa necessità gettò le basi del suo potere temporale [®24.7].
Un politico intelligente Il maggior interprete di questa fase della storia del cristianesi-
mo fu papa Gregorio Magno (590-604), uno dei grandi fondatori della Chiesa medieva-
le. Discendente da una nobile famiglia romana, egli univa a una vastissima conoscenza del
diritto e a uno scrupoloso rispetto per la legge, una duttilità che gli consentivano di de-
streggiarsi abilmente nelle situazioni più difficili. Prima di essere nominato papa, Grego-
rio era stato ambasciatore pontificio presso la corte di Costantinopoli: qui aveva potuto
comprendere quanto fosse radicata, in Oriente, l’idea dell’autorità imperiale in quanto
autorità suprema e incontrastata (anche in materia di religione [®23.2]), e quanto sareb-
be stato inutile, di conseguenza, il tentativo del papa di Roma di far valere in quella par-
te del mondo il proprio primato. Eletto al pontificato, egli concentrò di conseguenza il
suo impegno sulla Cristianità occidentale.
Nel VI secolo il papato era il maggior proprietario terriero dell’Europa occidentale. I suoi
possedimenti, chiamati patrimoni, si estendevano in tutta l’Italia, oltre che in Dalmazia,
Gallia, Sardegna, Sicilia, Corsica, Africa. Li gestiva una fitta rete di amministratori diret-
ta da Roma. Gregorio mostrò una cura particolare nell’amministrazione di queste im-
mense proprietà, i cui proventi avevano una spiccata destinazione sociale. Oltre al man-
tenimento del papato, essi servivano infatti al mantenimento delle chiese povere, dei mo-
nasteri, al riscatto dei prigionieri, e all’approvvigionamento delle popolazioni locali, pri-
ma fra tutte quella di Roma, la cui sopravvivenza dipendeva ora dall’organizzazione pa-
pale come un tempo da quella imperiale. Il popolo di Roma si riconosceva pienamente
nel suo vescovo, che appariva ormai come la massima autorità in città e nel territorio cir-
costante.
π Gregorio Magno
[Tesoro del Duomo, Monza] Il prestigio e l’autorità di papa Gregorio si accrescevano anche perché il vescovo di Ro-
L’immagine mostra il particolare di ma rappresentava per l’Occidente l’unico punto di riferimento sicuro. Gregorio infatti
un dittico in avorio con la stabilì con i vescovi occidentali rapporti diretti attraverso lo scambio di lettere, nelle qua-
raffigurazione di Gregorio Magno.
li venivano affrontati problemi relativi all’organizzazione delle diocesi, ai rapporti col po-
tere politico, alla cura delle anime, ecc.
Per protesta contro il patriarca di Costantinopoli, che aveva assunto il titolo di «patriarca
ecumenico» (vale a dire «universale»), Gregorio prese un titolo che resterà per secoli
potere temporale nella titolatura ufficiale del papato: «servo dei servi di Dio». Alla pomposa e ambiziosa
Con questa espressione si indica il
potere politico del papa, soprattutto espressione bizantina il vescovo di Roma contrapponeva un titolo di umiltà, che tradu-
in quanto si esercitava su ceva in termini ufficiali una delle massime virtù cristiane.
possedimenti territoriali.
Una prospettiva «mondiale» Sotto il profilo concreto egli agì però in una dimensione
«mondiale», soprattutto in quella parte dell’Occidente che era di fatto sottratta all’in-
fluenza bizantina. Lo abbiamo già visto tessere con la corte e con i duchi longobardi una
rete di rapporti destinata, in progresso di tempo, a convertire quel popolo al cattolicesi-
mo [®24.3]. Ma l’iniziativa di Gregorio non si svolse solo in questa direzione. Si occupò
della riforma della liturgia romana, compreso il canto, che da lui prese il nome di grego-
canto gregoriano
Canto liturgico in latino, monodico riano, e diede impulso all’opera di evangelizzazione dei pagani. Nel 595 egli lanciò infat-
(a una voce) e privo di ti una delle più importanti imprese missionarie dell’età medievale: un gruppo di monaci
accompagnamento musicale. guidati da Agostino (il futuro sant’Agostino di Canterbury) diede l’avvio all’evangelizza-
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