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Unità 24
L’Italia dei Longobardi
e di Gregorio Magno
√ Fibula rotonda, VII sec.
[da una tomba di Castel
Trosino, Museo dell’alto
Medioevo, Roma]
Le testimonianze
artistiche relative al
primo periodo delle
invasioni barbariche
sono legate
essenzialmente a
oggetti quali
decorazioni di
abbigliamento e di
armi, o oggetti votivi,
comunque
appartenenti al
corredo personale con
cui il defunto veniva
sepolto. La loro
√ Fibula a ponte, decorazione unisce alla
VI sec. tradizione dell’arte tardo-
[da una tomba di romana il gusto tipicamente
Castel Trosino, barbarico per il colore e per le
Museo dell’alto rappresentazioni zoomorfe.
Medioevo, Roma]
tura, sulla proprietà privata (prerogativa esclusiva dei liberi) e su rapporti di produzione
di tipo signorile. La ricchezza era costituita quasi esclusivamente dalla proprietà di terra,
di servi, di bestiame. Nell’editto il lavoratore appare soprattutto in quanto contadino, e
l’unica manodopera non connessa alla terra è costituita dai cosiddetti maestri comacini
(probabilmente dal nome della città di Como), che si spostavano da un luogo all’altro per
restaurare o costruire edifici. Il commercio vi è praticamente assente, anche se certamente
non possiamo immaginare che fosse del tutto scomparso. Di particolare importanza si ri-
velano anche le attività della caccia (che integrava in modo consistente il fabbisogno di
carne) e della raccolta (delle ghiande, del miele, dei frutti selvatici, ecc.). Alcune norme LINK p.617
dell’editto, per esempio, regolano in modo minuzioso lo sfruttamento degli alveari nei bo- I Longobardi in Italia
schi o si dilungano sul criterio per assegnare una preda colpita da più cacciatori. Tutto
questo rimanda a un sistema economico molto semplice, in cui la dipendenza dall’am-
biente naturale era fortissima. Nell’editto, infatti, la città fa la sua apparizione solo in ri-
ferimento a problemi di ordine pubblico, o in quanto luogo di residenza del re, ma non
come luogo qualificato da una specificità economica (commercio, artigianato).
Nuove esigenze sociali Circa un secolo dopo l’editto di Rotari, il reLiutprando [®24.7]
attribuì validità anche alla legge romana, ponendo così fine a quella identificazione tra leg-
ge longobarda e capacità giuridica che caratterizzava, come abbiamo visto, l’editto di Ro-
tari. Questa decisione ebbe enorme importanza per i rapporti tra la popolazione di origine
longobarda e quella di origine romana. La fine dell’epoca eroica delle conquiste inoltre ave-
va modificato l’antico carattere tendenzialmente ugualitario della società e introdotto di-
stinzioni, a volte profonde, di rango e di ricchezza. Liutprando trasse le conseguenze di
questa evoluzione e distinse, tra gli arimanni, due categorie fondamentali: i «minimi», in- GUIDAALLOSTUDIO
dividui capaci di combattere ma che non possedevano né terre né case, e i «primi», che 1. Che cos’è l’editto di Rotari?
Perché fu scritto in latino?
comprendevano i nobili e i giudici. 2. Chi erano gli aldi? E gli arimanni?
La legislazione di Liutprando prendeva in considerazione una nuova situazione econo- 3. Quale valore aveva il giuramento
per la legge longobarda?
mica. Emergeva in modo netto il ruolo più attivo del commercio (praticamente assente 4. Chi erano i maestri comacini?
nell’editto di Rotari) e dei ceti che vi erano coinvolti, la diffusione della moneta, di gua- 5. Quale diritto era in vigore nell’Italia
dagni non esclusivamente agricoli, del prestito a interesse. del VII secolo?
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