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Modulo 7
Tra Oriente e Occidente:
le civiltà medievali
menti, delle abitudini, delle usanze. Di questa nuova atmosfera sono ancora una volta pre-
GUIDAALLOSTUDIO
1. Come erano trattati i sudditi ziosa testimonianza i cimiteri, dove ora troviamo Longobardi e Romani non più rigida-
romani dai Longobardi? mente separati, ma sepolti gli uni accanto agli altri.
2. Quanti erano i Longobardi in Italia?
3. Chi era Agilulfo? Progressi del cattolicesimo L’avvicinamento al cattolicesimo, tollerato da Agilulfo, di-
4. Quali rapporti instaurò Gregorio venne aperto consenso presso i suoi successori, finché il re Ariperto (653-661) sconfessò
Magno con i Longobardi?
apertamente l’arianesimo e aderì ufficialmente alla religione cattolica.
4. La società longobarda
L’editto di Rotari Nel 643, su iniziativa del re Rotari (636-652), il popolo longobardo,
riunito in solenne assemblea a Pavia, approvò la sua prima raccolta di leggi scritte, nota
appunto come editto di Rotari. Le consuetudini erano state fino a quel momento tra-
mandate oralmente.
Come abbiamo visto, la maggiore difficoltà nello studio della società longobarda nei pri-
mi cento anni circa dopo la conquista dipende dall’assenza quasi totale di fonti scritte
contemporanee: il primo secolo dell’età longobarda è quindi uno dei periodi più bui del-
l’intera storia italiana. L’editto solleva questo velo e ci presenta la società longobarda in
un quadro sufficientemente articolato.
L’editto fu scritto in latino, non perché nella sua elaborazione avessero avuto un ruolo de-
cisivo individui di origine romana, ma perché il latino svolgeva la funzione di linguaggio
artificiale, tradizionalmente in uso per esprimere contenuti di carattere giuridico e isti-
tuzionale.
Distinzioni sociali Il sistema sociale appare fondato su quella netta distinzione tra «li-
beri», gli arimanni, i guerrieri, e «non liberi», i servi, che provvedevano al lavoro dei cam-
pi e alla pastorizia. Tra questi due livelli ve ne era uno intermedio, quello degli aldi, indi-
vidui «semiliberi» che non possedevano né terre né armi e si ponevano sotto la protezio-
ne di un padrone. Questa divisione tuttavia non costituiva una cesura insuperabile: un li-
bero, infatti, poteva perdere la libertà in conseguenza di una colpa grave o della rovina
economica. Ma poteva anche accadere che un «non libero» particolarmente meritevole
ottenesse la libertà, anche se il passaggio di condizione richiedeva l’approvazione della
comunità solennemente riunita.
Procedimenti giudiziari Il non libero non aveva un’autonoma capacità di agire in cam-
po giudiziario, e non aveva capacità di parola in sede legale. In suo nome poteva agire sol-
tanto il «libero» da cui egli dipendeva. Solo i liberi potevano dunque usufruire piena-
mente della legge longobarda. L’accusato poteva discolparsi ricorrendo al giuramento so-
lenne, sui Vangeli o sulle armi, eventualmente rafforzato dal giuramento di altri «liberi»
che si facevano garanti. Tra i Longobardi il giuramento aveva un’importanza enorme, e
chi lo avesse pronunciato falsamente si esponeva al discredito sociale e – si riteneva – a
terribili punizioni da parte della divinità.
La distinzione tra liberi e non liberi determinava anche una diversificazione delle pene in
base alla qualità delle persone. A tale proposito è esemplare il caso del guidrigildo, ossia
la somma che i colpevoli di ferimento o di omicidio erano obbligati a versare alla vittima
o ai suoi parenti, al fine di evitare la vendetta privata (faida). L’entità del guidrigildo, in-
fatti, variava non solo in base alla gravità del delitto, ma anche allo stato sociale e giuri-
dico dell’individuo.
Caratteri dell’economia L’editto trasmette informazioni importanti anche riguardo al-
l’economia e all’organizzazione del lavoro. La società longobarda si basava sull’agricol-
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