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                                             Unità 23
                                             L’impero bizantino


                                             La testimonianza dello storico Procopio, che vide di persona questa realtà, costituisce un docu-
                                             mento preciso e impressionante del prezzo che gli abitanti della penisola furono costretti a pagare
                                             perché l’Italia ritornasse nel seno dell’impero. Sarebbe stato, per altro, un ritorno di breve durata.



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                  Procopio, La guerra gotica, II, 20  dirò quale aspetto prendevano queste per-  bedue. Così almeno si dice che andarono le
                                                      sone e come morivano. Prima di tutto di-  cose. Molte persone erano così indebolite
                  Nei campi il grano maturava, ma non più  ventavano magrissime e gialle in viso, perché  dalla fame, che se per caso capitavano do-
                  abbondante come negli anni precedenti.  la carne, privata di cibo, secondo un antico  ve ci fosse dell’erba, si gettavano su di essa
                  Non era stato seminato in solchi ben trac-  detto «si nutriva di se stessa» e la bile, aven-  con bramosia, chinandosi per strapparla
                  ciati dagli aratri e lavorati dalla mano del-  do ormai il sopravvento in quegli organismi,  da terra; ma siccome non riuscivano per-
                  l’uomo, ma sparso solo sulla superficie, e  perché in eccesso, stendeva su di essi un po’  ché le forze le avevano completamente ab-
                  perciò la terra aveva potuto farne germo-  del suo colore. Col progredire della malattia,  bandonate, cadevano sull’erba con le mani
                  gliare soltanto una piccola parte; siccome  scompariva tutta l’umidità della pelle, che  tese, e lì morivano. E nessuno mai le sep-
                  poi nessuno lo aveva mietuto, giunto a ma-  diventava incredibilmente secca, simile a  pelliva sotto terra – poiché non si parlava
                  turazione era caduto a terra, e non era nato  cuoio, e dava l’impressione di essere attac-  nemmeno di sepolture –, ma non si acco-
                  più niente. Questo era accaduto anche in  cata alle ossa. Poi il colore livido si mutava  stava loro neppure uno di quei numerosi
                  Emilia; perciò gli abitanti di quella regione  in nero, e allora assomigliavano a torce di le-  uccelli che hanno l’abitudine di divorare i
                  avevano lasciate le loro case ed erano tra-  gno completamente consumate dal fuoco. Il  cadaveri, perché non offrivano nulla di cui
                  smigrati nel Piceno, pensando che, siccome  loro volto era sempre attonito e avevano uno  essi potessero cibarsi. Infatti tutta la carne
                  quella terra era vicina al mare, non dovesse  sguardo folle e spaventato. [...]  [..] era stata ormai consumata dal digiuno.
                  soffrire una totale mancanza di viveri. An-  Taluni, forzati dalla fame, si cibarono di
                  che i Tusci erano angustiati dalla fame per le  carne umana. Si dice che due donne, in una  1. Cioè nell’attuale Romagna e nel basso Veneto, che
                  medesime ragioni, e molti di essi, che vive-  località di campagna sopra la città di Ari-  si affacciano sulle rive settentrionali del Mar Adriati-
                  vano sui monti, macinavano le ghiande del-  mino , mangiarono diciassette uomini.  co, sempre indicato da Procopio come Golfo Ionico.
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                  le querce come se fosse frumento, e mangia-  Erano le uniche sopravvissute fra gli abi-  2. Il nome latino di Rimini.
                  vano pagnotte fatte con quella farina.  tanti del paese, e perciò i forestieri che
                  Naturalmente moltissimi caddero vittime  transitavano di là sostavano nella piccola
                  di ogni specie di malattie, e soltanto pochi  casa in cui esse vivevano, e le due donne,  GUIDAALLALETTURA
                                                                                           1. Quali furono le conseguenze della guerra
                  riuscirono a superarle e a salvarsi. Nel Pi-  mentre dormivano, li uccidevano e li man-  greco-gotica sul paesaggio?
                  ceno, si parla di non meno di cinquantami-  giavano. Ma si racconta che il diciottesimo  2. Procopio narra la vicenda della carestia sulla
                  la persone, tra i contadini, che morirono di  ospite,  svegliatosi  dal  sonno  proprio  nel  base dei racconti di terzi?
                  fame, e molti di più ancora furono nelle re-  momento in cui le donne stavano per met-  3. Quali effetti fisici provocò la carestia?
                  gioni a nord del Golfo Ionico .     tergli le mani addosso, balzò in piedi e, ap-  4. Quali erano le cause più frequenti di morte?
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                                                                                           5. In che modo gli uomini cercavano di alleviare la
                  Essendone stato io stesso testimone oculare,  presa da loro tutta la storia, le uccise am-  fame?


                                             Il trionfatore morale

                                             La grande fama di Belisario non dipendeva soltanto dal suo talento di condottiero, ma anche dal-
                                             le sue indiscusse qualità morali. Lo storico Procopio le riassume in un ritratto idealizzato, inseri-
                                             to nel racconto del ritorno in patria del generale nel 540, dopo la vittoria sui Goti d’Italia. Nel 562
                                             Belisario, accusato di cospirazione contro Giustiniano, fu prosciolto e reintegrato negli onori. Una
                                             leggenda più tarda, priva di fondamento storico, raccontava che il generale aveva finito i suoi gior-
                                             ni dimenticato da tutti, chiedendo l’elemosina per le vie di Costantinopoli.



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                  Procopio, La guerra gotica, III, 1  L’imperatore Giustiniano fu molto lieto di
                                                      conoscere Vitige e sua moglie, e si meravi-
                  Belisario lasciò l’Italia, [...] e tornò a Bi-  gliò di quale fosse la bellezza fisica e l’ec-  1. Vitige era il re dei Goti, catturato da Belisario. De-
                                                                                           portato a Costantinopoli, egli visse altri due anni, te-
                  sanzio, conducendo con sé Vitige e i nota-  cezionale corporatura di quella gente bar-  nuto in grande considerazione da Giustiniano.
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                  bili dei Goti, nonché i figli di Ildibado e  bara. Ricevuto poi il tesoro di Teodorico,  2. Era il comandante della guarnigione gotica stan-
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                  tutto il tesoro [...].              che era veramente stupendo, l’imperatore  ziata a Verona.

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