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                                             Modulo 7
                                             Tra Oriente e Occidente:
                                             le civiltà medievali



                 GUIDAALLOSTUDIO             La capitale del regno gotico era Ravenna, già importante centro portuale dell’impero ro-
                 1. Perché il generale Belisario  mano. Sotto il dominio gotico, questa città situata alla foce del Po si arricchì di splendi-
                 sconfisse facilmente i Vandali?
                 2. Chi furono Cassiodoro e Boezio?  di monumenti, qualitativamente non inferiori ai migliori edifici di Costantinopoli: anche
                 3. Tra Romani e Goti si realizzò  in questo modo Teodorico intendeva manifestare l’alto livello culturale del regno da lui
                 l’integrazione? Quali ruoli politico-  governato. A Ravenna si trovavano la corte del re e gli uffici amministrativi centrali, che
                 sociali ricoprivano i due popoli?
                 4. Il governo del goto Teodorico in  ripetevano l’organizzazione del tardo impero romano. Gli uffici civili erano affidati qua-
                 Italia era autonomo?        si tutti ai Romani, mentre ai Goti era riservato l’esercizio delle armi.



                                             6. L’Italia dai Goti ai Bizantini

                                              Il progetto politico di Teodorico Il progetto di Teodorico era molto ambizioso e po-
                                             teva essere attuato soltanto da un grandissimo politico. Per realizzarlo, era necessario un
                                             sovrano colto, autorevole, capace di trattare tanto con la sofisticata aristocrazia romana
                                             quanto con i diffidenti nobili goti, abile nel mantenere buoni rapporti con la lontana ma
                                             minacciosa potenza bizantina pur conservando intatta la propria autonomia. Tutte que-
                                             ste doti furono possedute da Teodorico, che può essere giustamente considerato uno dei
                                             più grandi politici della sua epoca. Esse non si riprodussero tuttavia nei suoi successori.
                                             Teodorico morì nel 526, lasciando sul trono un bambino di appena dieci anni, il nipote
                                             Atalarico (526-534), in nome del quale esercitò il potere la madre Amalasunta. La posi-
                                             zione di quest’ultima era quanto mai precaria a causa dell’opposizione dell’aristocrazia
                                             gotica, che mal tollerava il comando di una donna alla quale si rimproverava per giunta
                                             un orientamento eccessivamente filoromano. La stessa educazione del giovanissimo re era
                                             oggetto di aspri contrasti: i nobili goti pretendevano che egli non fosse educato – come
                                             voleva la madre – alla cultura romana, ma secondo le tradizioni del loro popolo. Preoc-
                                             cupata per questa tensione che si aggravava di giorno in giorno, Amalasunta avviò con-
                                             tatti segreti con Giustiniano, cercandone la protezione.
                                             Ma nel 534 il piccolo Atalarico morì e la vicenda di Amalasunta prese una piega tragica.
                                             La donna giocò d’anticipo: assunse immediatamente il titolo di regina e associò al regno,
                                             sposandolo, il cugino Teodato (534-536), un nobile goto profondamente romanizzato.
                                             Teodato operò tuttavia un’imprevedibile metamorfosi: si pose alla guida dell’opposizio-
                                             ne gotica, depose la regina e la esiliò in un isolotto sul lago di Bolsena. Qui nel 535 Ama-
                                             lasunta fu uccisa da un sicario.
                                              La guerra greco-gotica Giustiniano non perse tempo: protestò per l’uccisione di una
                                             regina amica e inviò in Italia un esercito affidato al suo generale Belisario, reduce dai gran-
                                             di successi riportati sui Vandali. La prima fase della campagna, iniziata nel 535, fu netta-
                                             mente favorevole ai Bizantini: Palermo, Napoli, l’intera Italia meridionale caddero rapi-
                                             damente nelle loro mani. Di fronte alla gravità della situazione, i Goti deposero Teodato,
                                             rivelatosi imbelle e incapace, ed elessero al suo posto un abile generale, Vitige (536-540).
                                             Il nuovo sovrano riuscì a rallentare l’avanzata bizantina, ma non a fermarla: Belisario s’im-
                                             padronì di Roma e di Ravenna. Vitige fu catturato e deportato a Costantinopoli.
                                             Il nuovo sovrano dei Goti, Totila (541-552), organizzò la resistenza con grande abilità: per
                                             trovare consenso presso la popolazione italica, liberò gli schiavi e donò le terre ai contadini,
                                             cercando di contrapporli all’aristocrazia latina, favorevole ai Bizantini. Intanto riorganizzò
                                             l’esercito e impegnò gli invasori in una lotta durissima. La campagna d’Italia si concluse sol-
                                             tanto nel 552, quando il valente generale bizantino Narsete, chiamato a sostituire Belisario,
                                             sconfisse e uccise il re dei Goti nella battaglia di Gualdo Tadino. Le ultime resistenze dei Go-
                                             ti si spensero tre anni dopo. Al termine delle operazioni il regno gotico era stato annientato,
                                             ma l’Italia, dopo decenni di guerre e di devastazioni, era un paese impoverito e stremato.

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