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                                                                                         L’impero bizantino


                        zo e appariva in pubblico seguendo le minuziose regole del cerimoniale. Il luogo principa-
                        le di queste apparizioni era l’ippodromo, dove si raccoglieva la cittadinanza per seguire le
                        corse dei cavalli e le imprese degli aurighi, divisi in squadre contraddistinte da colori [®Gli
                        aurighi,p.582]. Nell’ippodromo il sovrano misurava il consenso della folla, si occupava di
                        pratiche importanti, esercitava talvolta la sua giustizia inappellabile.
                        La plebe di Costantinopoli aveva inoltre ereditato dall’antica Roma il radicato privilegio
                        delle distribuzioni alimentari (soprattutto di pane) gratuite o a prezzo agevolato. Sempre
                        in linea con la tradizione, a queste distribuzioni non potevano accedere tutti gli abitanti
                        della città, ma soltanto quelli che erano iscritti in apposite liste civiche. Malgrado la pre-
                        senza di vivaci attività commerciali e artigianali e malgrado la pratica delle distribuzioni
                        alimentari, la condizione della plebe di Costantinopoli e degli altri grandi centri urbani
                        dell’impero era quella tipica dell’urbanesimo antico: masse di cittadini privi di un’occu-
                        pazione stabile vivevano ai limiti della sopravvivenza.
                        Costantinopoli – che nel VI secolo contava circa mezzo milione di abitanti – era una città
                        cosmopolita. Vi affluiva gente da tutto il mondo: soldati di stirpe germanica o unnica;
                        mercanti e artigiani ebrei; monaci siriani ed egizi; provinciali dell’Illiria, della Tracia, del-
                        l’Isauria; e ancora Italici e Africani, che affollavano Costantinopoli per i motivi più vari.
                        Le lingue più importanti erano il latino e soprattutto il greco, ma si raccontava che a Co-  GUIDAALLOSTUDIO
                                                                                                            1. Quali erano le funzioni del senato
                        stantinopoli si parlassero tutte le settantadue lingue del mondo.                   a Bisanzio?
                         Splendore degli edifici Costantinopoli divenne rapidamente una delle più belle città  2. A Costantinopoli si organizzavano
                                                                                                            distribuzioni alimentari?
                        del mondo. All’incanto della sua posizione geografica si aggiungeva lo splendore degli  3. A Costantinopoli si parlava solo il
                                                                                                            greco?
                        edifici: quelli di stile tradizionale e quelli di concezione nuova, come la famosa chiesa di
                        Santa Sofia.

























                                                                          √π La basilica di Santa Sofia, interno ed esterno
                                                                          [Costantinopoli, oggi Istanbul]
                                                                          La cattedrale di Costantinopoli fu la chiesa più importante del mondo bizantino. Non
                                                                          era dedicata a una precisa figura di santo o di santa, né a Cristo o alla Vergine, ma a
                                                                          un concetto astratto, che esprimeva simbolicamente il valore universale di
                                                                          quell’edificio e della religione cui esso apparteneva: fu consacrata infatti alla Santa
                                                                          Sofia, cioè alla Sapienza divina. Il primo edificio, voluto da Costantino, fu distrutto da
                                                                          un incendio nel 532. Giustiniano volle ricostruirlo con il massimo splendore,
                                                                          affrontando spese enormi per far affluire da ogni luogo i materiali migliori e le
                                                                          maestranze più esperte. Grazie a un’enorme disponibilità di manodopera (10.000
                                                                          operai guidati da 100 capomastri) e a un’organizzazione perfetta, già nel 548, meno
                                                                          di sei anni dopo l’avvio dei lavori, la basilica era già pronta per l’inaugurazione. Quello
                                                                          che si svelò allo stupore di tutti fu un edificio mirabile per la grandiosità e soprattutto
                                                                          per l’arditezza. In un impeto d’orgoglio, Giustiniano gridò che la sua chiesa aveva
                                                                          superato persino il leggendario tempio di Salomone a Gerusalemme: «Gloria a Dio
                                                                          che mi ha giudicato degno di compiere quest’opera. Io ti ho vinto, o Salomone!».

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