Page 594 - Profili di Storia
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                                                                                         L’impero bizantino


                        Il vertice dello Stato bizantino era rappresentato dall’onnipotente figura dell’imperatore.
                        La persona del sovrano, immaginata spesso come una specie di sole che gettava luce sul-
                        l’umanità, era oggetto di una venerazione che si esprimeva nel comportamento di tutti i
                        sudditi, dalla plebe delle città ai più alti dignitari di corte: un cerimoniale minuzioso sta-
                        biliva infatti le forme e i momenti dell’ossequio che doveva essere tributato all’imperato-
                        re. Il momento culminante era la proscìnesi, vale a dire l’atto con cui i sudditi, all’appa-
                        rizione del sovrano, si prosternavano al suolo.
                         Una divinità terrena L’imperatore era venerato come una specie di divinità terrena. In
                        occasione delle udienze ufficiali, egli sedeva su un trono a due posti: nei giorni feriali sede-
                        va sul trono di destra e nei giorni festivi su quello di sinistra, lasciando libero quello di de-
                        stra per Cristo, rappresentato simbolicamente da una croce. Durante le cerimonie solenni,
                        l’imperatore prendeva posto tra due colonne o in una nicchia, quasi fosse
                        una statua divina. Il palazzo dell’imperatore era detto «sacro», come tutto



                                                                                                           √ Il fuoco greco
                                                                                                           [Biblioteca Nazionale, Madrid]
                                                                                                           Questa raffigurazione dell’uso del
                                                                                                           fuoco greco, la rinomata arma
                                                                                                           bizantina, proviene da un
                                                                                                           manoscritto greco della Cronaca di
                                                                                                           Scilitze, del XIII secolo. Il dromone,
                                                                                                           l’agile barca a vela e remi, è dotata
                                                                                                           a prua di un tubo che consente di
                                                                                                           spargere il liquido micidiale contro
                                                                                                           i nemici.














                        Poiché il rischio d’incidenti era altissimo –
                        pensiamo alle conseguenze dell’esplosione          pompa
                        di una caldaia posta su una nave di legno – la                             tubo orientabile
                        manovra era affidata a personale altamente
                        specializzato.
                        Più difficile è determinare la natura della                                              torcia o altra
                        miscela combustibile. La base era costituita       caldaia   combustibile                fonte incendiaria
                        dal petrolio, che in varie zone dell’impero
                        bizantino (in particolare nei pressi del Mar
                        Nero) affiorava naturalmente al suolo. Per                              valvola
                        evitare che i componenti maggiormente vo-                               braciere
                        latili del petrolio si disperdessero a contatto                                         √ Schema del congegno
                                                                                                                lanciafiamme
                        con l’aria, e che quindi esso perdesse le sue  mantice
                        proprietà di combustibile, era necessario
                        raccoglierlo subito in recipienti sigillati.  chita con polvere di calce viva, per produrre  Grazie al fuoco greco i Bizantini riuscirono
                        Al petrolio venivano certamente aggiunte  un’accensione spontanea quando il combu-  per secoli a difendersi dai loro numerosi ne-
                        resine che ne accrescevano l’infiammabilità,  stibile entrava a contatto con l’acqua; oppu-  mici. Esso, infatti, scomparve dagli scenari
                        ma non sappiamo con esattezza quali. Nelle  re veniva arricchita con lo zolfo, per provo-  bellici solo in seguito alla scoperta di un’ar-
                        battaglie navali la miscela veniva forse arric-  care fumi più densi e tossici.  ma ben più potente: la polvere da sparo.



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