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Unità 23
L’impero bizantino
Il vertice dello Stato bizantino era rappresentato dall’onnipotente figura dell’imperatore.
La persona del sovrano, immaginata spesso come una specie di sole che gettava luce sul-
l’umanità, era oggetto di una venerazione che si esprimeva nel comportamento di tutti i
sudditi, dalla plebe delle città ai più alti dignitari di corte: un cerimoniale minuzioso sta-
biliva infatti le forme e i momenti dell’ossequio che doveva essere tributato all’imperato-
re. Il momento culminante era la proscìnesi, vale a dire l’atto con cui i sudditi, all’appa-
rizione del sovrano, si prosternavano al suolo.
Una divinità terrena L’imperatore era venerato come una specie di divinità terrena. In
occasione delle udienze ufficiali, egli sedeva su un trono a due posti: nei giorni feriali sede-
va sul trono di destra e nei giorni festivi su quello di sinistra, lasciando libero quello di de-
stra per Cristo, rappresentato simbolicamente da una croce. Durante le cerimonie solenni,
l’imperatore prendeva posto tra due colonne o in una nicchia, quasi fosse
una statua divina. Il palazzo dell’imperatore era detto «sacro», come tutto
√ Il fuoco greco
[Biblioteca Nazionale, Madrid]
Questa raffigurazione dell’uso del
fuoco greco, la rinomata arma
bizantina, proviene da un
manoscritto greco della Cronaca di
Scilitze, del XIII secolo. Il dromone,
l’agile barca a vela e remi, è dotata
a prua di un tubo che consente di
spargere il liquido micidiale contro
i nemici.
Poiché il rischio d’incidenti era altissimo –
pensiamo alle conseguenze dell’esplosione pompa
di una caldaia posta su una nave di legno – la tubo orientabile
manovra era affidata a personale altamente
specializzato.
Più difficile è determinare la natura della torcia o altra
miscela combustibile. La base era costituita caldaia combustibile fonte incendiaria
dal petrolio, che in varie zone dell’impero
bizantino (in particolare nei pressi del Mar
Nero) affiorava naturalmente al suolo. Per valvola
evitare che i componenti maggiormente vo- braciere
latili del petrolio si disperdessero a contatto √ Schema del congegno
lanciafiamme
con l’aria, e che quindi esso perdesse le sue mantice
proprietà di combustibile, era necessario
raccoglierlo subito in recipienti sigillati. chita con polvere di calce viva, per produrre Grazie al fuoco greco i Bizantini riuscirono
Al petrolio venivano certamente aggiunte un’accensione spontanea quando il combu- per secoli a difendersi dai loro numerosi ne-
resine che ne accrescevano l’infiammabilità, stibile entrava a contatto con l’acqua; oppu- mici. Esso, infatti, scomparve dagli scenari
ma non sappiamo con esattezza quali. Nelle re veniva arricchita con lo zolfo, per provo- bellici solo in seguito alla scoperta di un’ar-
battaglie navali la miscela veniva forse arric- care fumi più densi e tossici. ma ben più potente: la polvere da sparo.
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