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Unità 23
L’impero bizantino
1. La civiltà bizantina
La resistenza di Costantinopoli Mentre la parte occidentale dell’impero romano si
sgretolava sotto i colpi dei popoli germanici, quella orientale rafforzava le proprie difese.
A Costantinopoli – la «nuova Roma» fondata da Costantino – si edificarono mura pos-
senti e gli imperatori preferirono agire con cautela piuttosto che lanciarsi in avventure ri-
schiose. Così, quando nel 476 Odoacre depose Romolo Augustolo, l’imperatore d’O-
riente Zenone (474-491) prese semplicemente atto della circostanza, e abbandonò l’Oc-
cidente al suo destino. Questa prudenza era ben giustificata. Certo, in Oriente la piccola
e la media proprietà erano più diffuse, le frontiere più sicure, le città ancora fiorenti
[®22.5]. Ma non si poteva dimenticare che i barbari erano sempre minacciosi e che sul
fronte orientale premeva uno degli eserciti più potenti del mondo, quello persiano.
L’impero di Costantinopoli riuscì ad attraversare indenne la crisi che travolse l’Occiden-
te e resistette per altri dieci secoli. Durante questo millennio fiorì la civiltà bizantina, co-
sì chiamata convenzionalmente dagli storici moderni in riferimento all’antica polis di Bi-
sanzio, sul cui suolo era sorta Costantinopoli. Ma quelli che noi oggi chiamiamo «Bizan-
tini» si definivano «Romani» e il loro sovrano si qualificava appunto come «imperatore
dei Romani». I Bizantini si ritenevano dunque come gli unici e diretti continuatori della
civiltà romana. Nel mondo occidentale essi vedevano soltanto un insieme di genti barba-
re dominatrici e di Romani indegni di questo nome, perché decaduti e asserviti.
L’identità bizantina si esprimeva, da un lato, in questo collegamento ideale con la tradi-
zione romana, dall’altro nella consapevolezza che Bisanzio rappresentava l’unico impero
cristiano del mondo, al quale spettava la più nobile delle missioni: sostenere la causa del-
la vera fede contro i pagani e gli eretici.
Il territorio dell’impero bizantino nei primi secoli della sua storia corrispondeva grosso † Frammenti di tessuti in seta
[Musée de Cluny, Parigi]
modo all’estensione della parte orientale dell’impero romano: andava dall’Egitto al cor- Ai tempi di Giustiniano l’introduzione
so del Danubio, dalla Siria al Mar Nero. Ma i Bizantini intendevano il loro impero come del baco da seta permise lo sviluppo
dell’artigianato della seta a
una compagine mondiale creata da Dio per la salvezza di tutto il genere umano, e lo con- Costantinopoli. I frammenti di
cepivano, di conseguenza, come esteso in linea di principio a tutto il mondo: il fatto che tessuto qui riprodotti testimoniano la
vasti territori sfuggissero al suo controllo era visto come una circostanza momentanea, de- straordinaria qualità della produzione
delle manifatture seriche bizantine.
stinata a essere superata dall’inevitabile propagazione della potenza bizantina. L’originalità dei tessuti dipende dai
motivi della decorazione, ora
Produzione e commerci Il mondo bizantino era punteggiato di città e vi permaneva realistici, ora figurativi, con soggetti
l’antica vitalità dell’urbanesimo greco: vi fioriva un’intensa attività commerciale che met- a volte grossolanamente abbozzati,
a volte eseguiti con grande
teva le varie regioni del Mediterraneo e dell’Europa continentale in contatto tra loro e in perfezione e maestria.
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