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Unità 22
Il crollo dell’Occidente
dioevo, Età moderna – che caratterizza tuttora il nostro modo di vedere il passato. Secondo GUIDAALLOSTUDIO
la periodizzazione più diffusa, il Medioevo comincerebbe con il 476 d.C., anno della caduta 1. Dove si svolsero le campagne
dell’impero romano d’Occidente, e si concluderebbe con il 1492, anno in cui Cristoforo Co- militari di Genserico?
2. Chi era Attila?
lombo scoprì l’America (oppure con il 1453, anno della presa di Costantinopoli da parte dei 3. Perché Attila si ritirò?
Turchi ottomani). All’interno di questo periodo si distinguerebbe poi un alto Medioevo, 4. Chi furono Romolo Augustolo e
Odoacre?
compreso tra il V e l’XI secolo, e un basso Medioevo, compreso tra l’XI e il XV secolo.
4. Le cause della catastrofe
Rinunciare alla causa unica Perché cadde l’impero romano d’Occidente? Per risponde-
re a questa domanda gli storici hanno fatto spesso ricorso a una spiegazione «monocausa-
le»: la ricerca di un’unica causa, di un motivo prevalente da cui sarebbe derivata la catastro-
fe. Oggi è abbastanza diffusa la convinzione che un fenomeno tanto complesso come la fine
di una civiltà non possa essere spiegato utilizzando formule unilaterali: si preferisce giusta-
mente ricostruire l’insieme dei fattori, il groviglio di elementi patologici interni e di eventi
esterni che portò alla caduta dell’impero. Questi elementi li abbiamo descritti tutti nel rac-
conto degli ultimi secoli dell’impero; ricordiamoli e valutiamone l’impatto complessivo.
Una prima constatazione è d’obbligo. L’impero romano non cadde da un giorno all’altro.
Si trattò di un processo lungo, che coinvolse circa tre secoli di storia, dall’età di Marco
Aurelio [®20.2] a quel fatidico anno 476 che vide la caduta dell’ultimo imperatore. La
sua morte, quindi, fu lungamente annunciata.
La sopravvivenza dello Stato romano era affidata a un esercito permanente di lunga fer-
ma (dai venti ai venticinque anni di servizio) e a un apparato amministrativo stabile. Il
mantenimento di queste strutture comportava una pressione fiscale molto forte, che
gravava soprattutto sulle masse contadine: il tributo principale, la capitazione, colpiva
infatti le campagne e si basava su un meccanismo di conguaglio tra forza lavoro e capita-
le (la terra). In base a questo meccanismo, le regioni più duramente gravate dal fisco era-
no quelle dove l’indice demografico era più basso. È evidente che la sopravvivenza del-
l’impero poteva essere garantita solo fino a quando il prelievo fiscale si fosse mantenuto
adeguato alle esigenze della spesa pubblica. Il peso dei tributi si rivelò invece esorbitan-
te rispetto al reddito dei contribuenti. In altre parole: il rapporto tra produzione e fisca-
lismo era squilibrato. Il meccanismo cominciò a incepparsi sotto Marco Aurelio, quando
l’impero fu colpito da una gravissima epidemia di peste: la manodopera disponibile nei
settori vitali dell’economia diminuì drasticamente, la produzione crollò, i prezzi aumen-
√ Pagamento delle imposte
[Landesmuseum, Treviri]
Per fare fronte alle ingenti spese
militari, gli imperatori del tardo
impero dovettero sempre più spesso
attingere alle tasche del popolo
romano con nuove tasse, raccolte
da agenti imperiali. Il rilievo ne
raffigura uno (al centro) intento a
contare le monete appena
depositate.
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