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                                             Modulo 6
                                             L’impero tardoantico



                                             1. Il Sacco di Roma

                                              Due eredi La situazione cominciò a precipitare in Occidente agli inizi del V secolo.
                                             Nel 395, alla morte dell’imperatore Teodosio, l’impero fu diviso, per volontà del sovra-
                                             no, tra i suoi due figli: ad Arcadio (395-408) toccò l’Oriente, a Onorio (395-423) l’Occi-
                                             dente. In considerazione della loro giovane età – il primo aveva diciotto anni, il secondo
                                             appena undici – egli li aveva affidati alla tutela di un valoroso e fedele generale di origine
                                             vandala, Stilicone. L’autorità di quest’ultimo si esercitò in realtà soltanto su Onorio, per-
                                             ché Arcadio, sobillato dai funzionari orientali, manifestò subito di voler seguire una po-
                                             litica indipendente. Si determinò così una situazione critica: Teodosio aveva pensato a un
                                             «impero unitario, con la sola divisione delle sedi imperiali» (commune imperium, divisis
                                             tantum sedibus); il mondo romano si ritrovò invece spaccato e le sue due parti assunsero
                                             le caratteristiche di altrettanti imperi autonomi. Il problema fondamentale, in quel mo-
                                             mento, era la difesa dell’impero dall’assalto dei «barbari». Stilicone si dedicò totalmente
                                             a questo compito, e ottenne successi importanti: nel 402 sconfisse in due battaglie, a Pol-
                    †π «Missorium» di Teodosio   lenzo (nella valle del Tanaro) e nei pressi di Verona, i Visigoti condotti da Alarico.
                      e suo particolare, 379-395
                   [Academia de La Historia, Madrid]  Barbari federati Sterminare gli sconfitti, anche se fosse stato possibile, sarebbe stata
                  Questo piatto, missorium (dal verbo  un’azione sterile o addirittura controproducente: ingenti masse di barbari premevano an-
                 mitto, «mando [a tavola]»), di metallo  cora sulle frontiere dell’impero, e le forze di Roma erano già mobilitate allo stremo. Sti-
                   lavorato rappresenta la cerimonia
                  d’investitura di un grande dignitario  licone decise quindi di reclutare i Visigoti sconfitti nell’esercito romano, in qualità di «fe-
                   da parte dell’imperatore Teodosio,  derati». Questa pratica era stata seguita in passato da numerosi imperatori e, più di re-
                   seduto in trono fra i suoi dignitari.
                  Alla sua sinistra siede il figlio Onorio  cente, dallo stesso Teodosio [®21.10]. Ma gli avversari di Stilicone, numerosi sia nel Se-
                  (nel particolare) che tiene in mano il  nato di Roma sia nelle due corti imperiali, lo accusarono di essere un traditore e di non
                     globo a simboleggiare la parte
                   dell’impero affidatagli dal padre su  aver voluto annientare i nemici unicamente perché era un barbaro come loro. L’accusa
                       cui esercita il suo comando.          era pretestuosa ma molti la ritennero credibile.
                                                                     Il dramma di Stilicone Nel 405 Stilicone riportò un altro suc-
                                                                        cesso sconfiggendo un esercito di Ostrogoti che si era spin-
                                                                           to fino a Fiesole. Ma l’anno dopo la crisi militare del-
                                                                             l’Occidente esplose in tutta la sua gravità: una vasta
                                                                               coalizione di popoli sospinti dagli Unni – Alaman-
                                                                                ni, Alani, Vandali, Burgundi – dilagò ovunque,
                                                                                  mentre le Gallie si ribellavano. Per salvare l’im-
                                                                                   pero, erano indispensabili nuove risorse finan-
                                                                                   ziarie: Stilicone chiese pertanto  contributi
                                                                                    straordinari, che pesarono soprattutto sulle
                                                                                    grandi proprietà e suscitarono quindi il forte
                                                                                    risentimento dei senatori. La sua posizione si
                                                                                    aggravava di giorno in giorno. Di fronte alla
                                                                                    terribile minaccia che gravava sull’Occidente,
                                                                                   sembrava naturale che la parte orientale del-
                                                                                   l’impero garantisse il suo prezioso sostegno. Ma
                                                                                  non fu così: l’imperatore di Costantinopoli fece
                                                                                capire di non avere alcuna intenzione di inviare
                                                                               aiuti. Fu allora manifesto l’errore che Teodosio ave-
                                                                             va compiuto dividendo l’impero in due e affidando la
                                                                          tutela dei suoi eredi a un generale come Stilicone, fedele
                                                                       ed esperto, ma di origine barbara e quindi politicamente de-
                                                                   bole. L’opinione pubblica pretendeva da Stilicone – sempre più

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