Page 574 - Profili di Storia
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                                                                                      Il crollo dell’Occidente


                        crudeli; i Romani che gli Etruschi erano molli e dediti ai piaceri, gli Egizi pigri e ribelli, i  mentalità
                        Germani feroci e intrattabili; i Germani, a loro volta, giudicarono i Romani vigliacchi e  È l’insieme degli atteggiamenti, dei
                                                                                                            comportamenti, del modo
                        inaffidabili. Ancora oggi un tedesco medio non avrà dubbi: l’italiano è furbo e indolen-  particolare di pensare e di sentire di
                        te. Ma anche l’italiano medio avrà le sue certezze: il tedesco è violento e schematico. Gli  un popolo, di un determinato
                        stessi italiani si applicano a vicenda definizioni lapidarie: il napoletano «scansafatiche», il  gruppo di persone, di un individuo.
                        siciliano «geloso», il genovese «avaro», il sardo «scontroso», e così via. Questi luoghi co-
                        muni sono discutibili e volgari come tutti i luoghi comuni. Ma lo storico può studiarli con
                        interesse perché essi riflettono, nella loro superficialità, aspetti importanti della mentalità
                        collettiva: sono un oggetto storiografico.
                         Esiste un «carattere» dei popoli? Lo storico può andare oltre, e domandarsi se i po-
                        poli abbiano o no un «carattere», come gli individui. E se questo carattere meriti, di con-  † Re Childerico, secondo
                                                                                                           un disegno che si ispira
                        seguenza, di essere indagato. È un problema difficile. Se per «carattere» di un popolo  al suo corredo tombale
                        s’intende un insieme di caratteristiche determinate dalla «razza», la manifestazione im-  Il processo di acculturazione che i
                                                                                                           popoli germanici dovettero
                        mutabile di un patrimonio genetico tipico di un determinato gruppo umano, la risposta  attraversare a seguito dell’incontro
                        non può che essere negativa: la connessione è scientificamente indimostrabile. La rispo-  con la cultura romano-cristiana è ben
                        sta è diversa se per «carattere» di un popolo non intendiamo il prodotto della biologia  testimoniato dalla simbologia del
                                                                                                           potere adottata dai loro re. Questo
                        ma quello della storia: possiamo allora affermare che la storia determina, nei popoli, ca-  disegno ricostruisce la figura del re
                                                                                                           franco Childerico (morto verso la
                        ratteristiche originali, che si esprimono nei comportamenti, nei sentimenti, nei valori, nel-  fine del V secolo) ispirata agli oggetti
                        la psicologia collettiva. Il «carattere» di un popolo è dunque un fenomeno storico, non  ritrovati nella sua tomba. A un
                                                                                                           corredo funebre tipicamente
                        biologico, e come tutti i fenomeni storici è soggetto al cambiamento. Questo cambia-  barbarico, con oggetti di fattura
                        mento è in larga parte determinato dal contatto con altri popoli.                  germanica, si affiancano oggetti di
                                                                                                           tradizione romana insoliti per questi
                         Grovigli di popoli La storia dei popoli, infatti, non è altro che un’interminabile e ag-  popoli, come l’anello d’oro, usato per
                        grovigliata vicenda di incontri: anche se, come accade quasi sempre, la guerra è la prima  imprimere il sigillo del re, con un suo
                                                                                                           ritratto e la scritta latina Childericis
                        forma del contatto, è estremamente raro che a essa non facciano seguito rapporti, scam-  regis; oppure il mantello di porpora,
                        bi, dialoghi, compenetrazioni. Nessun popolo, uscito dalla preistoria, è rimasto genetica-  il colore degli imperatori romani,
                                                                                                           ricoperta di più di trecento piccole
                        mente «puro», e nessuna grande cultura del nostro pianeta si è formata nell’assoluto iso-  cicale di oro, simbolo di immortalità
                                                                                                           sia nel mondo greco che presso
                        lamento. Ce ne siamo resi conto studiando la storia antica: la civiltà mesopotamica fu una  gli Unni.
                        creazione di Accadi e Semiti; quella greca non si comprende senza i rapporti con l’Oriente
                        e senza la sua diffusione in tutto il Mediterraneo; quella romana fu grande non solo per
                        la sua capacità di dominare, ma anche per la sua capacità di assimilare e integrare.
                        Gli incontri tra popoli non sono mai perfettamente equilibrati. La storia, infatti, non ha
                        tempi uniformi in tutto il pianeta. Alcune culture sono più complesse, altre più semplici,
                        alcune più ricche, altre più povere. Non ha alcun senso, dal punto di vista storico (come
                        da quello morale), trarre da tutto questo valutazioni di merito e distinguere popoli supe-
                        riori da popoli inferiori, popoli civili da popoli barbari. Ogni popolo ha la «sua» cultura
                        e i suoi valori, che sono il frutto della «sua» storia.
                         Integrazione La cosa fondamentale è comprendere l’identità di ogni singolo popolo,
                        conoscerne la cultura. E capire che gli scambi – per quanto sbilanciati – non sono mai a
                        senso unico, dalla cultura più complessa a quella più semplice. Anche se diseguale, esiste
                        sempre una reciprocità. Così fu anche dopo la caduta dell’impero d’Occidente: dalla con-
                        vivenza tra i Romani, che avevano dato vita a una cultura raffinata e al più grande impe-
                        ro che fosse mai esistito, e i Germani, che non avevano libri di diritto né trattati filosofi-
                        ci ma avevano un loro specifico modo di vita, sarebbe nato un mondo nuovo, cioè la ci-
                        viltà medievale.
                        Si trattò tuttavia di un’integrazione difficile. Anche se le iniziative religiose dei cristiani
                        svolsero una funzione importante nell’avvicinare i popoli, i Germani stanziati in Occi-
                        dente furono spesso circondati da un muro di odio. La popolazione romana li guardava
                        con disprezzo, non solo per i loro costumi considerati incivili, per il loro modo di vesti-

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