Page 572 - Profili di Storia
P. 572

P2_Modulo06.qxp  19-03-2010  11:48  Pagina 557





                                                                                                Unità 22
                                                                                      Il crollo dell’Occidente



                         Difesa dei confini I dati in nostro possesso, per quanto esili, confermano che in Orien-
                        te la piccola e la media proprietà erano maggiormente diffuse. Queste unità produttive
                        garantivano allo Stato un gettito fiscale maggiore di quello che poteva essere prelevato
                        nelle regioni dove dominava il latifondo. I latifondisti, infatti, erano regolarmente perso-
                        naggi autorevoli, in grado di opporsi agli esattori e di ottenere esenzioni e privilegi. Di
                        conseguenza, l’impero d’Oriente poteva destinare alla difesa dei confini maggiori risor-
                        se, senza soffocare oltre misura i contribuenti.
                        Ultima e decisiva differenza: l’impero d’Oriente aveva frontiere più difendibili ed eserci-  GUIDAALLOSTUDIO
                        ti più forti. La pressione dei barbari si scaricò quindi con maggiore intensità sull’Occi-  1. Perché in Oriente l’agricoltura non
                        dente. Accadde così che la parte più debole del mondo romano dovette sostenere lo sfor-  entrò in crisi?
                        zo maggiore. Così, la parte occidentale, sfibrata da una lotta impari, finì per soccombe-  2. In quale parte dell’impero era più
                                                                                                            diffuso il latifondo?
                        re. Quella orientale resistette invece altri mille anni.



                        6. Identità dei popoli, incontri tra culture

                         Luoghi comuni La storia della caduta dell’impero romano d’Occidente e della forma-
                        zione, sulle sue rovine, di nuovi regni, è quella di un grande incontro tra popoli. La cop-
                        pia di termini Romani/barbari è inadeguata a rendere la complessità del fenomeno. An-
                        zitutto per il carattere discutibile della parola barbaro. Essa aveva in antico, e ha ancora
                        oggi, un’evidente accezione negativa, tanto è vero che la usiamo come sinonimo di «inci-
                        vile, rozzo» e simili. Vedemmo a suo tempo che furono i Greci a inventarla applicandola
                        a tutti i popoli – fossero essi le rudi comunità delle montagne o i civilissimi Persiani – che
                        non appartenevano alla stirpe ellenica. Ma, almeno in questo, i Greci non espressero nul-
                        la di nuovo. La tendenza a giudicare come «inferiori» gli altri, infatti, è tipica di quasi tut-
                        ti i popoli del pianeta, indipendentemente dal loro livello di sviluppo. È un fenomeno ri-
                        corrente nella storia universale.
                        Nel momento in cui un popolo si confronta con un altro, crede di individuarne il carat-
                        tere, le caratteristiche dominanti. Così, i Greci stabilirono che i Fenici erano traditori e
























                                                                           √ π	Oggetti di oreficeria di origine gota
                                                                           [Germanisches Nationalmuseum, Norimberga]
                                                                           Con le invasioni barbariche penetrò all’interno dei confini dell’impero un gusto
                                                                           estetico nuovo, lontano da quello classico. L’influenza delle popolazioni germaniche
                                                                           fu particolarmente notevole nelle cosiddette «arti minori», dove si affermarono
                                                                           motivi ornamentali nuovi e lavorazioni caratterizzate dall’accostamento tra oro e
                                                                           pietre dure, o vetrini, dai colori vivaci. Gli oggetti di oreficeria sono un esempio
                                                                           perfetto di questo nuovo stile, in cui si mescolano disegni tipicamente romani e
                                                                           forme ispirate alla cultura figurativa di Ostrogoti e Visigoti.

                                                                                                                                557
   567   568   569   570   571   572   573   574   575   576   577