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Unità 22
Il crollo dell’Occidente
de desolate e semiselvagge. I dati che ricaviamo dalle necropoli europee sono eloquenti: carestia
vivere fino a sessant’anni in questo periodo era un avvenimento raro (l’età media si col- Carestia significa grave carenza
collettiva di derrate alimentari. Nelle
locava tra 19 e 29 anni); la mortalità nella primissima infanzia era altissima: su 12 bambi- società preindustriali i raccolti erano
ni sepolti in un cimitero della Francia del Nord, 9 erano morti prima di raggiungere i 10 esposti alle siccità, alle piogge
anni. La povertà spingeva inoltre le famiglie contadine all’infanticidio e alla limitazione eccessive, alle inondazioni, alle
malattie delle piante o alle
delle nascite. La fame, il freddo, la paura erano gli inseparabili accompagnatori del con- infestazioni di insetti, come ad
tadino. Costretto a vivere su una terra quasi sempre infeconda e semiselvaggia, con i cam- esempio le cavallette.
pi lasciati a maggese per uno, due, tre, a volte dieci anni, affinché riposando rigenerasse-
ro spontaneamente i propri elementi di fertilità, quando seminava un chicco di grano non
poteva sperare di raccoglierne più di tre. La sua dieta era a base di pane, ma quando il
pane non c’era si accontentava di erbe e radici strappate qua e là, nei boschi o lungo le ri-
ve dei fiumi. A volte, quando la terra inzuppata di piogge eccessive impediva le arature
autunnali o i temporali infradiciavano le messi, alla consueta penuria si aggiungevano le
carestie mortali. † Le sedi vescovili in Italia
I grandi proprietari – fossero essi aristocratici germanici, romani oppure vescovi – subi- nel VI sec.
vano questa situazione con conseguenze meno drammatiche. Erano assillati però dal pro- In Italia centro-meridionale la
presenza di una fitta rete di piccole e
blema della manodopera agricola, sempre più rara a trovarsi; e ciò incoraggiava in ma- grandi città determinò la formazione
niera preoccupante la diffusione della schiavitù. La gravità del fenomeno è testimoniata di un gran numero di sedi episcopali;
di contro, in Italia centro-
da disposizioni come quella emanata nel 541, che proibì agli ecclesiastici di partecipare a settentrionale la minore presenza di
razzie per la cattura di uomini liberi. D’altra parte, la Chiesa, pur auspicando un tratta- città favorì lo sviluppo di
circoscrizioni ecclesiastiche più
mento più umano per gli schiavi, raccomandava agli amministratori delle proprietà ec- ampie. In entrambi i casi, la
clesiastiche di non liberare gli schiavi delle tenute ricevute in dono o in eredità: «È in- presenza delle sedi vescovili
garantirà, la sopravvivenza delle città
giusto – dicevano i vescovi – che gli schiavi godano la libertà, mentre i monaci lavorano durante i secoli altomedievali.
la terra tutto il giorno».
Le città La crisi demografica colpì duramente an- Aquileia
che le città. Se in Oriente continuavano a esistere po- Milano
polazioni urbane di oltre 100.000 abitanti (per esem-
pio a Costantinopoli, Antiochia, Alessandria), Roma, Ravenna
che nel IV secolo contava un milione di abitanti, tre
secoli dopo ne aveva appena 25.000. La superficie di
Bologna, per fare un altro esempio, passò da 75 a 20
ettari. Milano, conquistata dagli Ostrogoti nel 539, MAR ADRIATICO
subì una terribile punizione: la popolazione fu massa-
crata, le donne vendute come schiave, l’intera cinta Roma
muraria, che abbracciava 135 ettari, fu rasa al suolo.
Le invasioni germaniche – come abbiamo visto – ac-
centuarono anche un’altra tendenza già presente nel
tardo impero, quella dei grandi proprietari a trasferire
la propria residenza in campagna. La conseguenza più MAR TIRRENO
grave di questo fenomeno fu che essi automaticamen-
te si trascinarono dietro una parte delle categorie pro- MAR
duttive delle città. I mercati, le botteghe artigiane, le IONIO
rivendite dei commercianti, prima concentrate nei
centri urbani, si sparsero ora nei villaggi agricoli; e co-
sì le manifatture. Molte città finirono per perdere an-
che le loro guarnigioni militari, gli uffici amministrati-
vi, i tribunali statali. Non persero però il loro vescovo.
E fu proprio la presenza costante del vescovo ad assi-
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