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                                                                                      Il crollo dell’Occidente


                        de desolate e semiselvagge. I dati che ricaviamo dalle necropoli europee sono eloquenti:  carestia
                        vivere fino a sessant’anni in questo periodo era un avvenimento raro (l’età media si col-  Carestia significa grave carenza
                                                                                                            collettiva di derrate alimentari. Nelle
                        locava tra 19 e 29 anni); la mortalità nella primissima infanzia era altissima: su 12 bambi-  società preindustriali i raccolti erano
                        ni sepolti in un cimitero della Francia del Nord, 9 erano morti prima di raggiungere i 10  esposti alle siccità, alle piogge
                        anni. La povertà spingeva inoltre le famiglie contadine all’infanticidio e alla limitazione  eccessive, alle inondazioni, alle
                                                                                                            malattie delle piante o alle
                        delle nascite. La fame, il freddo, la paura erano gli inseparabili accompagnatori del con-  infestazioni di insetti, come ad
                        tadino. Costretto a vivere su una terra quasi sempre infeconda e semiselvaggia, con i cam-  esempio le cavallette.
                        pi lasciati a maggese per uno, due, tre, a volte dieci anni, affinché riposando rigenerasse-
                        ro spontaneamente i propri elementi di fertilità, quando seminava un chicco di grano non
                        poteva sperare di raccoglierne più di tre. La sua dieta era a base di pane, ma quando il
                        pane non c’era si accontentava di erbe e radici strappate qua e là, nei boschi o lungo le ri-
                        ve dei fiumi. A volte, quando la terra inzuppata di piogge eccessive impediva le arature
                        autunnali o i temporali infradiciavano le messi, alla consueta penuria si aggiungevano le
                        carestie mortali.                                                                  † Le sedi vescovili in Italia
                        I grandi proprietari – fossero essi aristocratici germanici, romani oppure vescovi – subi-  nel VI sec.
                        vano questa situazione con conseguenze meno drammatiche. Erano assillati però dal pro-  In Italia centro-meridionale la
                                                                                                           presenza di una fitta rete di piccole e
                        blema della manodopera agricola, sempre più rara a trovarsi; e ciò incoraggiava in ma-  grandi città determinò la formazione
                        niera preoccupante la diffusione della schiavitù. La gravità del fenomeno è testimoniata  di un gran numero di sedi episcopali;
                                                                                                           di contro, in Italia centro-
                        da disposizioni come quella emanata nel 541, che proibì agli ecclesiastici di partecipare a  settentrionale la minore presenza di
                        razzie per la cattura di uomini liberi. D’altra parte, la Chiesa, pur auspicando un tratta-  città favorì lo sviluppo di
                                                                                                           circoscrizioni ecclesiastiche più
                        mento più umano per gli schiavi, raccomandava agli amministratori delle proprietà ec-  ampie. In entrambi i casi, la
                        clesiastiche di non liberare gli schiavi delle tenute ricevute in dono o in eredità: «È in-  presenza delle sedi vescovili
                                                                                                           garantirà, la sopravvivenza delle città
                        giusto – dicevano i vescovi – che gli schiavi godano la libertà, mentre i monaci lavorano  durante i secoli altomedievali.
                        la terra tutto il giorno».
                         Le città La crisi demografica colpì duramente an-                                 Aquileia
                        che le città. Se in Oriente continuavano a esistere po-         Milano
                        polazioni urbane di oltre 100.000 abitanti (per esem-
                        pio a Costantinopoli, Antiochia, Alessandria), Roma,                          Ravenna
                        che nel IV secolo contava un milione di abitanti, tre
                        secoli dopo ne aveva appena 25.000. La superficie di
                        Bologna, per fare un altro esempio, passò da 75 a 20
                        ettari. Milano, conquistata dagli Ostrogoti nel 539,                                   MAR ADRIATICO
                        subì una terribile punizione: la popolazione fu massa-
                        crata, le donne vendute come schiave, l’intera cinta                      Roma
                        muraria, che abbracciava 135 ettari, fu rasa al suolo.
                        Le invasioni germaniche – come abbiamo visto – ac-
                        centuarono anche un’altra tendenza già presente nel
                        tardo impero, quella dei grandi proprietari a trasferire
                        la propria residenza in campagna. La conseguenza più                       MAR TIRRENO
                        grave di questo fenomeno fu che essi automaticamen-
                        te si trascinarono dietro una parte delle categorie pro-                                               MAR
                        duttive delle città. I mercati, le botteghe artigiane, le                                             IONIO
                        rivendite dei commercianti, prima concentrate nei
                        centri urbani, si sparsero ora nei villaggi agricoli; e co-
                        sì le manifatture. Molte città finirono per perdere an-
                        che le loro guarnigioni militari, gli uffici amministrati-
                        vi, i tribunali statali. Non persero però il loro vescovo.
                        E fu proprio la presenza costante del vescovo ad assi-

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