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DOSSIER Giuliano l’Apostata
e la fine del paganesimo
Qual era il sogno er tutta la durata del suo regno l’imperatore Giuliano coltivò un sogno: restaurare il paganesi-
Pmo e dare nuovo vigore alle antiche tradizioni culturali di Roma. Tuttavia la sua politica di re-
coltivato da
Giuliano? staurazione del paganesimo era destinata al fallimento [®DOC1]: alla sua morte, essa fu accanto-
nata dai suoi successori,i quali rimossero alcuni dei simboli del paganesimo,come ad esempio l’al-
tare della Vittoria, e privarono delle sovvenzioni statali il culto tradizionale romano.A nulla valsero le
Cosa fu del proteste degli aristocratici romani,come Simmaco,che si appellavano ai princìpi della tolleranza re-
paganesimo dopo la ligiosa e alla tradizione:a quest’ultima il vescovo di Milano Ambrogio contrapponeva i valori del pro-
morte di Giuliano e gresso rappresentato dal cristianesimo [®DOC 2 e 4].
l’emanazione delle Il tramonto definitivo del paganesimo si ebbe per effetto delle leggi emanate da Teodosio,che proibi-
leggi di Teodosio? vano la pratica dei culti pagani sia pubblici sia privati [®DOC5 e 6].Da questo momento il paganesi-
mo fu perseguitato in tutte le sue espressioni:i templi furono distrutti [®DOC7 e 8],le scuole filosofi-
che furono chiuse,Ipazia,filosofa di grande levatura morale oltre che culturale,fu addirittura assassi-
nata da alcuni monaci fanatici [®DOC9]. Contestualmente l’evangelizzazione delle campagne si
andò configurando,in alcune regioni,come una vera e propria guerra santa [®DOC10 e 12].
Giuliano l’Apostata e il tempio abbandonato
Tra il 362 e il 363, prima di affrontare la campagna contro i Persiani, l’imperatore Giuliano sog-
giornò ad Antiochia, importante città della Siria romana. Qui ebbe modo di constatare l’anti-
patia che gli abitanti provavano per la sua persona e l’avversione che essi manifestavano per la
sua politica di restaurazione del paganesimo. Quanto il suo impegno in questa direzione fosse
difficile, lo dice espressamente lo stesso Giuliano in un discorso autobiografico; accanto ad al-
tri aspetti, il sovrano mette in rilievo l’importanza delle elemosine per la diffusione del cristia-
nesimo.
DOC1
Giuliano, Misopogon, 34-35 se: «Arrivo io, portando da casa come vit- per l’ateismo in quanti hanno bisogno di si-
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tima per il dio un’oca: la città non ha pre- mili aiuti – questo tipo di uomini, credo, so-
Nel decimo mese del vostro calendario [...] parato nulla per la festa d’oggi». Allora io, no la maggioranza.
cade una festa tradizionale di questo dio e l’attaccabrighe, indirizzai alla curia un di-
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in gran fretta bisognava recarsi a Dafne . scorso molto duro, che forse non è fuor di
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Io, quindi [...] corsi lì, convinto di poter luogo ricordarvi anche adesso.
godere soprattutto allora della vostra ric- «È terribile», dissi, «che una simile città tra- 1. Lo splendido santuario di Apollo a Dafne, nei
chezza e magnificenza. Già immaginavo scuri a tal punto gli dèi, come non farebbe pressi di Antiochia.
dentro di me la processione, vedendo co- nessun villaggio situato ai limiti del Ponto; 2. Il consiglio cittadino.
me in sogno i sacrifici, le libagioni, i cori pur possedendo in proprio miriadi di lotti 3. Giuliano, con queste parole, vuole ricordare i
per il dio, gli incensi e, intorno al santuario, di terra, ora che per la prima volta cade la fe- provvedimenti da lui presi contro il cristianesimo nel
361.
i giovinetti, con gli animi apprestati alla più sta annuale del dio patrio da quando gli dèi 4. Vale a dire ai Cristiani. Le donne svolgevano dun-
pura devozione, adorni con vesti semplici dissiparono la bruma dell’ateismo , la città que un ruolo di primo piano nelle elemosine.
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e solenni. Quando entrai dentro il santua- di per sé non offre che un pollo, essa che do- 5. Cioè per il cristianesimo.
rio, non trovai né incensi né focaccia né vit- veva appunto sacrificare un bue per tribù o,
tima. Lì per lì ne fui stupito, e pensai di se questo non era possibile, offrire al dio a
trattenermi fuori dal santuario e che voi, nome della città tutta, in comune, almeno
rendendomi onore come pontefice, atten- un toro. [...] Ora, però, ciascuno di voi per-
deste da me il segnale. Ma quando chiesi mette alla moglie di portare tutto da casa ai GUIDAALLALETTURA
1. Di che cosa si stupisce l’imperatore Giuliano?
cosa la città avrebbe sacrificato al dio cele- Galilei e così, nutrendo i poveri con i vostri 2. Perché gli abitanti di Antiochia non sacrificano
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brandone la festa annuale, il sacerdote dis- beni, esse suscitano grande ammirazione più al dio patrio?
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