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Modulo 6
L’impero tardoantico
LINK p.536 templi, scelse i governatori e i ministri tra individui di fede pagana e di alta cultura, abolì
Giuliano l’Apostata e la fine i privilegi concessi da Costantino alla Chiesa, scrisse libelli anticristiani, protesse la reli-
del paganesimo
gione giudaica, proibì ai professori cristiani d’insegnare le lettere classiche. Alcuni Cri-
stiani recalcitranti furono messi a morte, ma non fu intrapresa nessuna sistematica perse-
cuzione. Giuliano sapeva bene che questi provvedimenti non bastavano a rilanciare il pa-
ganesimo declinante. Progettò quindi una grande spedizione militare contro i Persiani.
Era convinto che un clamoroso trionfo sui nemici di sempre, quelli che nessuno era riu-
scito a domare, conseguito da un imperatore pagano sotto gli auspìci delle divinità paga-
ne, avrebbe restituito prestigio alla vecchia religione e riversato su di essa l’entusiasmo
delle masse. I Romani avrebbero riscoperto insieme l’orgoglio della vittoria e l’amore per
gli antichi dèi. Del resto, gli abitanti del mondo romano, cristiani o pagani che fossero, si
auguravano che l’impero allontanasse la pressione dei barbari e prendesse l’iniziativa ol-
tre i confini.
La campagna persiana La campagna persiana fu preparata con cura. Un esercito im-
ponente (66.000 uomini) e ben equipaggiato invase il territorio nemico costeggiando
l’Eufrate; lo accompagnava una grande flotta che seguiva il corso del fiume trasportando
viveri e macchine d’assedio. Le truppe romane dovettero affrontare tutte le difficoltà già
sperimentate in quelle regioni dalle spedizioni precedenti: il caldo soffocante, le distanze
enormi, le micidiali frecce scagliate dagli imprendibili cavalieri nemici. Giuliano ottenne
numerosi successi e una splendida vittoria presso Ctesifonte, ma non riuscì a prendere la
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1. Perché Giuliano fu definito città. Proseguì quindi l’avanzata, ma i nemici si sottraevano allo scontro campale, mentre
l’Apostata? il morale delle truppe romane s’indeboliva di giorno in giorno. Durante la marcia si veri-
2. Quali erano le intenzioni politico- ficò una piccola scaramuccia: l’imperatore, gettatosi coraggiosamente nella mischia, cad-
militari dell’imperatore?
3. La campagna militare antipersiana de trafitto da una lancia. Con la tragica fine di Giuliano tramontò l’ultimo sogno di sot-
fu navale o di terra? trarre la religione pagana al suo inevitabile destino.
9. Nuovo assalto all’impero
L’impero in difficoltà Dopo il fallimento della spedizio-
ne persiana di Giuliano, la situazione militare dell’impero si
aggravò notevolmente. I Persiani imposero ai Romani una
pace umiliante ed entrarono in possesso di vasti territori
delle province orientali. Contemporaneamente si ripre-
sentò, in tutta la sua gravità, il problema germanico. Gran-
di movimenti di popoli si verificavano nelle pianure del-
l’Europa orientale. Nel 374-375 la bellicosa tribù degli Un-
ni, una gente nomade di origine mongola, si mosse verso oc-
cidente e oltrepassò il Volga sospingendo la popolazione
germanica dei Visigoti verso le frontiere romane. L’impera-
tore d’Oriente Valente (364-378) constatò che i suoi eserci-
ti non erano adeguati a fronteggiare questa nuova minaccia
e tentò una soluzione pacifica. Dal momento che i Visigoti
Un cavaliere barbaro, VII sec.
[da Hornhausen, Landesmuseum, Halle an der Saale]
Le armi in uso presso le popolazioni barbariche non erano tecnicamente
avanzate, ma erano di qualità eccellente: in particolare le asce, le lance e le
lunghe spade avevano un alto potere offensivo.
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