Page 547 - Profili di Storia
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                                             Modulo 6
                                             L’impero tardoantico



                 LINK                 p.536  templi, scelse i governatori e i ministri tra individui di fede pagana e di alta cultura, abolì
                 Giuliano l’Apostata e la fine   i privilegi concessi da Costantino alla Chiesa, scrisse libelli anticristiani, protesse la reli-
                 del paganesimo
                                             gione giudaica, proibì ai professori cristiani d’insegnare le lettere classiche. Alcuni Cri-
                                             stiani recalcitranti furono messi a morte, ma non fu intrapresa nessuna sistematica perse-
                                             cuzione. Giuliano sapeva bene che questi provvedimenti non bastavano a rilanciare il pa-
                                             ganesimo declinante. Progettò quindi una grande spedizione militare contro i Persiani.
                                             Era convinto che un clamoroso trionfo sui nemici di sempre, quelli che nessuno era riu-
                                             scito a domare, conseguito da un imperatore pagano sotto gli auspìci delle divinità paga-
                                             ne, avrebbe restituito prestigio alla vecchia religione e riversato su di essa l’entusiasmo
                                             delle masse. I Romani avrebbero riscoperto insieme l’orgoglio della vittoria e l’amore per
                                             gli antichi dèi. Del resto, gli abitanti del mondo romano, cristiani o pagani che fossero, si
                                             auguravano che l’impero allontanasse la pressione dei barbari e prendesse l’iniziativa ol-
                                             tre i confini.
                                              La campagna persiana La campagna persiana fu preparata con cura. Un esercito im-
                                             ponente (66.000 uomini) e ben equipaggiato invase il territorio nemico costeggiando
                                             l’Eufrate; lo accompagnava una grande flotta che seguiva il corso del fiume trasportando
                                             viveri e macchine d’assedio. Le truppe romane dovettero affrontare tutte le difficoltà già
                                             sperimentate in quelle regioni dalle spedizioni precedenti: il caldo soffocante, le distanze
                                             enormi, le micidiali frecce scagliate dagli imprendibili cavalieri nemici. Giuliano ottenne
                                             numerosi successi e una splendida vittoria presso Ctesifonte, ma non riuscì a prendere la
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                 1. Perché Giuliano fu definito  città. Proseguì quindi l’avanzata, ma i nemici si sottraevano allo scontro campale, mentre
                 l’Apostata?                 il morale delle truppe romane s’indeboliva di giorno in giorno. Durante la marcia si veri-
                 2. Quali erano le intenzioni politico-  ficò una piccola scaramuccia: l’imperatore, gettatosi coraggiosamente nella mischia, cad-
                 militari dell’imperatore?
                 3. La campagna militare antipersiana  de trafitto da una lancia. Con la tragica fine di Giuliano tramontò l’ultimo sogno di sot-
                 fu navale o di terra?       trarre la religione pagana al suo inevitabile destino.




                                             9. Nuovo assalto all’impero

                                                                         L’impero in difficoltà Dopo il fallimento della spedizio-
                                                                        ne persiana di Giuliano, la situazione militare dell’impero si
                                                                        aggravò notevolmente. I Persiani imposero ai Romani una
                                                                        pace umiliante ed entrarono in possesso di vasti territori
                                                                        delle province orientali. Contemporaneamente si ripre-
                                                                        sentò, in tutta la sua gravità, il problema germanico. Gran-
                                                                        di movimenti di popoli si verificavano nelle pianure del-
                                                                        l’Europa orientale. Nel 374-375 la bellicosa tribù degli Un-
                                                                        ni, una gente nomade di origine mongola, si mosse verso oc-
                                                                        cidente e oltrepassò il Volga sospingendo la popolazione
                                                                        germanica dei Visigoti verso le frontiere romane. L’impera-
                                                                        tore d’Oriente Valente (364-378) constatò che i suoi eserci-
                                                                        ti non erano adeguati a fronteggiare questa nuova minaccia
                                                                        e tentò una soluzione pacifica. Dal momento che i Visigoti




                                                                          Un cavaliere barbaro, VII sec.
                                                                        [da Hornhausen, Landesmuseum, Halle an der Saale]
                                                                        Le armi in uso presso le popolazioni barbariche non erano tecnicamente
                                                                        avanzate, ma erano di qualità eccellente: in particolare le asce, le lance e le
                                                                        lunghe spade avevano un alto potere offensivo.

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