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                                                                                          L’impero cristiano


                        vista, questo comportamento altruistico, questo sacrificio affrontato dai singoli a vantag-
                        gio della collettività sembrerebbe piuttosto simile alla carità cristiana. Ma la somiglianza
                        è ingannevole: si tratta infatti di due fenomeni completamente diversi.
                        Cominciamo dai destinatari. Il donatore pagano, nel momento in cui si privava di una par-
                        te del suo patrimonio per elargirlo, non si rivolgeva a tutti i membri della comunità, ma so-
                        lo a una parte di essa, non pensava ad alleviare le sofferenze dei miseri né a dare conforto ai
                        bisognosi: i suoi interlocutori, i destinatari della sua generosità erano i concittadini, gli abi-
                        tanti di condizione libera iscritti nelle liste civiche, anche quelli che magari vivevano deco-
                        rosamente e non avevano alcun problema economico. La carità cristiana si rivolgeva inve-
                        ce a tutti gli esseri umani, senza alcuna distinzione. Il pagano guardava alla città e ai cittadi-
                        ni, il cristiano ai poveri.
                        Non meno diverse erano le motivazioni. Il pagano non si aspettava nessuna ricompensa
                        celeste, nessun premio ultraterreno: un identico aldilà, immaginato come un luogo neb-
                        bioso e malinconico, accoglieva tutti i defunti, quelli che in vita erano stati buoni e gene-
                        rosi come quelli che erano stati avidi e malvagi. Il donatore pagano aspirava unicamente
                        a una ricompensa terrena: il rispetto dei concittadini, il plauso per un dono particolar-
                        mente apprezzato, l’elezione a una carica di prestigio. Certo, un pagano che restaurava a  GUIDAALLOSTUDIO
                        proprie spese un tempio o che offriva un sontuoso sacrificio alle divinità civiche coltiva-  1. Le distribuzioni di cibo a Roma
                        va in cuor suo la speranza che gli dèi apprezzassero la sua devozione, lo proteggessero, lo  erano fatte per ragioni umanitarie?
                                                                                                            2. Come reagivano le plebi urbane
                        ricompensassero; ma questi premi sarebbero stati goduti entro una dimensione ristretta:  agli aumenti dei prezzi?
                        quella della vita umana. Il cristiano caritatevole, invece, dialogava soprattutto con il Si-  3. In che cosa consisteva
                                                                                                            l’evergetismo? Perché l’evergetismo
                        gnore: donando ai poveri, e magari divenendo povero egli stesso, si guadagnava l’inesti-  non può essere paragonato alla carità
                        mabile «tesoro celeste» di cui parla il Vangelo: le gioie del paradiso e la beatitudine eterna.  cristiana?




                        8. La tragedia di Giuliano
                         Dopo Costantino Alla morte di Costantino (337), l’impero fu diviso tra i suoi tre figli,
                        Costante, Costantino II e Costanzo II. L’intesa tra i fratelli durò poco e fu sconvolta da una
                        sanguinosa lotta per il potere: prevalse infine Costanzo II
                        che regnò come unico imperatore dal 350 al 361 prose-
                        guendo e sviluppando la politica paterna. Gli successe
                        Giuliano (361-363), discendente da un ramo cadetto del-                            √ Ritratto di Giuliano l'Apostata
                        la famiglia costantiniana. I figli di Costantino lo avevano
                        tenuto lontano dalla corte, relegandolo in un latifondo                             Questo ritratto, ritrovato ad
                                                                                                             Antiochia, raffigura probabilmente
                        imperiale della Cappadocia. Qui il giovane Giuliano                                   Giuliano l’Apostata, che in
                        fu educato sia allo studio dei classici sia alla fede cri-                             questa città soggiornò a lungo
                                                                                                                per preparare la spedizione
                        stiana. Ma l’amore per la cultura degli antichi ebbe il                                 contro i Persiani. Ciò che
                        sopravvento sull’educazione religiosa e Giuliano ri-                                    identifica l’immagine con
                                                                                                                 l’imperatore è la barba, che
                        pudiò il cristianesimo: di qui l’epiteto spregiativo di                                  Giuliano, contro corrente
                        Apostata(«Colui che rinnega la propria fede») attri-                                     rispetto alla moda del suo
                                                                                                                 tempo, si fece crescere a
                        buitogli dai Cristiani.                                                                  imitazione dei filosofi greci.
                                                                                                                Con questo gesto Giuliano
                         Rilanciare il paganesimo Diventato  im-                                                intendeva esprimere tutta la
                                                                                                                sua adesione alla tradizione
                        peratore, Giuliano concepì il sogno di re-                                             culturale pagana; adesione
                        staurare il paganesimo, riportandolo                                                  ribadita nella stesura di una
                                                                                                              operetta polemica, il Misopògon
                        agli antichi splendori. Cominciò con                                                 (L’odiatore della barba), diretta
                        l’abolire tutte le leggi che limitavano la                                          contro chi aveva ironizzato su
                        libertà dei culti pagani. Ristabilì quindi i                                       questo connotato fisico e sul suo
                                                                                                           rigorismo morale.
                        riti tradizionali, fece ricostruire e restaurare i

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