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Unità 21
L’impero cristiano
La riforma di Costantino All’inadeguatezza di questo sistema cercò di porre rimedio GUIDAALLOSTUDIO
Costantino, dando vita a una nuova organizzazione, basata sulla mobilità degli eserciti: 1. Sottolinea sul testo i sistemi di
reclutamento dell’esercito romano nel
essi furono ora acquartierati in zone di rilevanza strategica, presso le grandi città. Veni- IV secolo.
vano quindi spostati rapidamente in una direzione o nell’altra, a seconda delle necessità. 2. All’epoca di Costantino gli eserciti
erano stanziati lungo i confini?
5. Una società bloccata
Mobilitazione Una caratteristica tipica degli ultimi secoli della storia romana è rap-
presentata, come abbiamo visto, dal pesante intervento dello Stato nella vita dei sudditi.
Nel tentativo di assicurare la sopravvivenza dell’impero, il rilancio della sua potenza, l’or-
dine sociale, si fece ricorso a una sorta di mobilitazione collettiva. Ai sudditi non si ri- latifondo
chiedeva soltanto di pagare le tasse e di combattere nelle legioni: chiunque svolgesse Dal latino latus, «vasto», e fundus
un’attività di pubblico interesse doveva garantirne la continuità. «fondo, podere». Proprietà non
frazionata, di dimensioni variabili
La possibilità di trasferirsi da un luogo all’altro, di cambiare lavoro, di indirizzare i figli ma comunque molto ingenti.
verso un mestiere piuttosto che verso un altro non era consentita a tutti. Prendiamo il ca-
so del proprietario di una nave (navicularius) che trasportava grano dall’Africa a Roma o
dall’Egitto a Costantinopoli. La sua era indubbiamente una funzione di primaria impor-
tanza: da lui dipendeva infatti la sopravvivenza delle città, e quindi l’ordine politico e so- † Il riposo dopo la caccia
ciale. Ebbene: la legge lo vincolava alla sua attività, che non gli era concesso abbando- [Villa Imperiale, Piazza Armerina,
Enna]
nare. Ma c’è di più: il vincolo riguardava anche i figli, obbligati dalla legge a seguire il me- Il fastoso regime di vita dei ricchi
stiere paterno. Lo stesso obbligo veniva imposto ad altre categorie ritenute indispensabi- proprietari terrieri è testimoniato dai
li al funzionamento della società civile: per esempio i panettieri, gli approvvigionatori di numerosi mosaici ritrovati in una villa
siciliana di Piazza Armerina: dopo
carne e di altri generi di prima necessità, i fabbricanti di armi, i minatori e così via. Il vin- una giornata passata a caccia, gli
colo ereditario riguardava anche i figli dei soldati [®21.4]. aristocratici signori si concedono il
meritato riposo con un «picnic» a
S’impose così il principio della superiorità dell’interesse collettivo rispetto alla libera ini- base di selvaggina, arrostita sulla
ziativa dei singoli: un principio in teoria valido, soprattutto considerate le gravi difficoltà brace dai servitori, consumato sotto
un ampio velario che li protegge dal
che l’impero si trovava a fronteggiare. Ma le categorie maggiormente coinvolte non rispon- sole.
devano con quel pieno consenso e con quella profonda adesione
morale che sarebbero stati necessari; mancava, alla nascita di questi
sentimenti di solidarietà collettiva, un presupposto fondamentale:
la consapevolezza che i sacrifici fossero condivisi da tutti i cittadini,
senza distinzione di ceto. La società romana (e ancor più quella tar-
doantica) si fondava invece su fortissimi squilibri e sul privilegio di
pochi. Obblighi, vincoli, prestazioni ereditarie erano dunque inevi-
tabilmente percepiti come un’oppressione iniqua.
La stabile applicazione delle norme che vincolavano gli individui
alle loro funzioni non provocava soltanto un diffuso disagio mora-
le. Pesanti potevano essere anche i costi materiali: il vincolo a una
determinata professione, quando questa non consentiva più un
vantaggio adeguato, portava all’immiserimento e si trasformava in
una sorta di schiavitù. Per sottrarsi a questa soffocante condizio-
ne, all’individuo non restava altro che la fuga: allontanarsi dalle
città e da tutti quei luoghi dove lo Stato era presente, trasferirsi in
zone lontane e marginali, occultarsi. La collettività veniva così a
perdere energie valide e competenze preziose.
Il colonato La società tardoantica è stata paragonata a una pi-
ramide. Al vertice si trovavano le grandi famiglie senatorie, la cui
ricchezza non era mai stata tanto grande: latifondi enormi, sparsi
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