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Modulo 6
L’impero tardoantico
straordinaria forza fisica e per il coraggio mostrato in tante battaglie. A causa delle sue
origini mezze barbare, Massimino non piaceva ai senatori, come non piaceva alla maggior
parte dei sudditi. Ma l’impero romano, in quei difficili momenti, aveva bisogno soprat-
tutto di generali esperti, e Massimino era uno di questi. Accanito difensore dello Stato ro-
mano, il nuovo sovrano cercò di contrastare la diffusione del cristianesimo e scatenò la
prima persecuzione sistematica: non più, come in precedenza, condanne occasionali di
singoli Cristiani regolarmente denunciati, ma ricerca e condanna di tutti gli esponenti del
clero cristiano. Questa persecuzione sistematica ebbe anche risvolti economici: i beni
confiscati ai Cristiani andarono infatti a rimpinguare le casse dello Stato, esaurite dalla
crisi economica e dal crescente impegno bellico.
Massimino si dedicò con grande energia alla lotta contro i Germani e ottenne importan-
ti successi lungo il Reno e il Danubio. Per la prima volta da molto tempo l’impero sem-
brava in grado di contrastare efficacemente i nemici esterni. Lo sforzo militare attuato da
Massimino richiese un inasprimento della pressione fiscale. Sembrava giusto, a quell’im-
peratore soldato, che i cittadini romani affrontassero ingenti sacrifici economici pur di
salvare il loro Stato. Ma i contribuenti, e primi tra tutti i grandi proprietari, non erano
della stessa opinione: la rivolta, guidata dal senato, scoppiò dapprima in Africa e di qui
dilagò in Italia. Sceso rapidamente nella penisola con il suo esercito agguerrito, l’impera-
tore si trovò di fronte a una resistenza compatta: la popolazione si era schierata in massa
dalla parte del senato. La situazione dell’esercito imperiale, privo di rifornimenti e insi-
diato da più parti, si aggravò di giorno in giorno, finché Massimino non fu trucidato dai
suoi stessi legionari nei pressi di Aquileia.
† Bassorilievo di Naqsh-i
Rustan, presso Persepoli (Iran) Crisi profonda Il tracollo di Massimino aprì una lunga fase di crisi del potere impe-
Questo bassorilievo sasanide, riale, destinata a durare circa mezzo secolo. Tutti gli imperatori che si succedettero in
realizzato nei pressi della tomba di quel periodo morirono di morte violenta: caduti in battaglia, uccisi in congiure di palaz-
Dario I, vicino a Persepoli, mostra il
trionfo di Shapur I sugli imperatori zo, suicidi. Uno solo morì di peste. All’esterno, il motivo ricorrente fu il succedersi delle
romani Filippo l’Arabo, sottomesso incursioni dei Goti e dei Persiani: i primi cercavano bottino e terre in cui insediarsi, i se-
nel 244, e Valeriano, sconfitto nella
battaglia di Edessa nel 260. Shapur condi tentavano di erodere, pezzo per pezzo, il dominio romano in Oriente. All’interno,
a cavallo riceve l’omaggio di Filippo si aggravarono gli effetti della crisi economica e dello spopolamento (intensificato dal ri-
l’Arabo, che si inginocchia; stringe,
invece, le mani giunte di Valeriano a petersi delle epidemie).
simboleggiare la cattura
dell’imperatore. I successori di Massimino Il successore di Massimino il Trace, Gordiano III (238-
244), era un ragazzo di appena tredici anni. Il suo go-
verno fu pertanto ispirato dai rappresentanti del grup-
po più tradizionalista del senato, che lo aveva portato al
trono. L’imperatore incontrò crescenti difficoltà nel re-
clutamento degli eserciti. La crisi demografica e la resi-
stenza dei contadini, che cercavano con ogni mezzo di
eludere il servizio militare, avevano spinto da qualche
tempo gli imperatori romani a reclutare, in qualità di
mercenari, soldati barbari, sia a titolo individuale, sia
stringendo accordi con intere tribù. Sotto Gordiano III
il reclutamento di questi soldati, chiamati federati, fu
fortemente intensificato suscitando il malumore delle
truppe romane, che vedevano negativamente l’eccessi-
va presenza di barbari nell’esercito. Nel 242 Gordiano
si portò sul fronte orientale, per contrastare una nuova
aggressione persiana. L’anno dopo fu ucciso dal suo
prefetto al pretorio, Marco Giunio Filippo, che si im-
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