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Unità 20
L’età della crisi e delle riforme
† Un tratto delle Mura aureliane
monte via Salaria via Nomentana La costruzione di una nuova e possente cinta muraria intorno all’Urbe è
sintomatica dell’irreversibile debolezza di cui soffre l’impero romano.
Pincio
Mausoleo
di Adriano
via Flaminia
Mausoleo
di Augusto Quirinale
ponte Viminale
Elio via Tiburtina
Campo
Marzio
isola Capitolino Esquilino
Tiberina Roma
quadrata Anfiteatro
Flavio
via Aurelia
ponte Celio
Emilio Palatino
Aventino
Terme di
via Portuense via Caracalla via Latina
Ostiense
via Appia
Mura serviane
Mura aureliane
π Le Mura aureliane
va che un imperatore conseguisse grandi successi, come quelli che poteva vantare Aure-
liano, perché il suo trono fosse stabile e sicuro. Così, l’assurdo assassinio di questo so-
vrano mostra fino a che punto di degrado fosse giunta la corte imperiale: ormai si con- GUIDAALLOSTUDIO
giurava senza nessuna motivazione, quasi per il gusto dell’azione fine a se stessa. La stes- 1. Perché Claudio II fu chiamato
Gotico Massimo?
sa sorte toccò a un altro generale illirico, Aurelio Probo (276-282). Il nuovo imperatore 2. Che cosa sono le Mura aureliane?
riuscì a fronteggiare l’assalto dei Burgundi, dei Franchi, dei Vandali in Gallia e dei Sar- 3. Perché l’imperatore Aureliano fu
mati alle frontiere danubiane, ma anche lui cadde per mano dei suoi stessi soldati. ucciso?
7. I Cristiani di fronte alla crisi
Un periodo di pace Nei primi decenni del III secolo pagani e Cristiani sembravano
aver trovato una forma di convivenza soddisfacente. Il clero cristiano cercava sempre di
accreditare l’immagine dei fedeli della nuova religione come individui pienamente inse-
riti nella società civile e leali nei confronti dell’impero. Per il diritto romano il cristiane-
simo restava sempre un crimine, ma questo non impediva alla nuova religione di diffon-
dersi sempre più, anche ai vertici della società: cristiana era Marcia, la concubina del-
l’imperatore Commodo; cristiani erano alcuni potenti liberti imperiali; mentre di un fi-
glio di Settimio Severo si diceva che fosse stato «allevato con il latte dei Cristiani».
Sotto i Severi, il cristianesimo godette quindi di una relativa tranquillità, interrotta sol-
tanto da qualche repressione locale, voluta da singoli governatori di provincia. Ma negli
anni seguenti, il susseguirsi delle invasioni, la ripresa della peste, il perdurare della crisi
economica rafforzarono l’ostilità dei pagani nei confronti del cristianesimo: si riteneva
intollerabile il fatto che in quei momenti così gravi una parte dei cittadini rifiutasse di ren-
dere il dovuto culto agli dèi dell’impero e di venerare il sovrano. I mali che si abbatteva-
no sul mondo romano – si diceva – erano proprio colpa dei Cristiani, la cui empietà ave-
va suscitato la collera divina.
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