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Modulo 6
L’impero tardoantico
VITA SOCIALE I martiri
E DIRITTO
el periodo delle grandi persecu- che, con ben diverso sentimento, altri Cri- prezioso. Il sangue, le ossa, la pelle, le ceneri
Nzioni il mondo antico vide l’appa- stiani, che provavano grande ammirazione venivano conservati, anche in minuscoli
rizione di una nuova figura di eroe, che non per quei coraggiosi confratelli che avevano frammenti, perché si attribuiva a essi un po-
aveva nulla in comune, tranne il coraggio, deciso di morire pur di non rinnegare il no- tere miracoloso. Fu così che nacque il culto
con gli eroi del paganesimo: il martire. me di Cristo. delle «reliquie», come venivano chiamati i
Personaggio importante nella società di Il sacrificio del martire rappresentava la resti mortali dei martiri e dei santi. Già dopo
questo periodo, il martire – come dice il continuazione del sacrificio del Signore: co- le prime persecuzioni, i capi della Chiesa ini-
nome stesso (dal greco màrtys) – era un sì, avvenuto il martirio, i fedeli si riunivano ziarono a disseppellire i cadaveri dei martiri
«testimone»: testimone della religione cri- sul luogo dell’esecuzione o della sepoltura e a sminuzzarli in frammenti che venivano
stiana. per celebrare il sacrificio di Cristo, prose- distribuiti alle varie comunità.
Il martirio era idealizzato come una sorta di guito nel sacrificio del suo martire. In quel- Era dunque indispensabile che il ricordo
«secondo battesimo» che garantiva una co- l’occasione, il vescovo celebrante rievocava del martire e del suo sacrificio non andasse
rona immediata in paradiso: la corona del il comportamento eroico del martire, le cose smarrito: i racconti orali vennero redatti
vincitore, perché il martire era soprattutto che egli aveva detto davanti al magistrato ro- per iscritto, e andarono a costituire, già nel
un uomo che aveva ingaggiato una strenua mano, le parole con cui aveva affrontato la II secolo, un genere letterario noto come
lotta con il diavolo e lo aveva sconfitto. morte. «Atti e passioni dei martiri». Attraverso
La morte del martire era spesso un evento Ogni anno, nella ricorrenza della passione, questi documenti, gli uomini antichi – sia
spettacolare. Dopo essere stati torturati nel la comunità tornava a riunirsi per rievocare pagani sia cristiani, sia persecutori sia vitti-
corso del processo, i Cristiani erano subito l’episodio. A differenza dei pagani, che ri- me – ci parlano con una voce più diretta e
giustiziati oppure erano gettati nelle arene, cordavano il defunto nella ricorrenza della commovente.
a combattere disarmati contro i gladiatori, sua nascita, i Cristiani gli tributavano onori Il momento culminante di questi racconti è
o contro i leoni, i leopardi, gli orsi. Il popo- nel giorno della morte, perché per un vero naturalmente il sacrificio, rappresentato co-
lo accorreva entusiasta a queste rappresen- cristiano la vera nascita era la morte: una me la vittoria di un eroe prescelto dal Signo-
tazioni, che non erano affatto considerate nascita nella gloria del paradiso. re. In essi le donne – cosa rarissima nella let-
un atto di crudeltà gratuita, ma la normale Il martire era una figura sociale importante teratura antica – rivelano doti di coraggio e
punizione inflitta a criminali condannati più da morto che da vivo. Non solo il suo ri- di compostezza non inferiori a quelle degli
dalla legge romana. Ma vi assistevano an- cordo, ma anche il suo corpo era un bene uomini.
√ «L’agonia
di sant’Ignazio»,
X-XI sec.
[Biblioteca Vaticana,
Roma]
Sant’Ignazio fu il
successore di Pietro
come vescovo della
Chiesa di Antiochia.
Condannato sotto
l’imperatore Traiano,
fu condotto dalla
Siria a Roma e là,
nell’anno 107, alla
presenza del senato,
prima fu tormentato
con crudelissimi
supplizi, poi venne
gettato in pasto ai
leoni.
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