Page 528 - Profili di Storia
P. 528
P2_Modulo06.qxp 19-03-2010 11:47 Pagina 513
Storie DOSSIER
di banditi
ata la vastità dell’impero romano, vi erano numerosi luoghi remoti, montagne, altipiani, fore- Chi erano i banditi?
Dste, paludi, deserti, campagne, in cui la legge romana aveva difficoltà ad affermarsi o era del
tutto assente. In questi spazi, dove la natura offriva ripari e facili nascondigli, dilagavano i «banditi»
Come si
o, come li chiamavano i Romani, i latrones, «ladroni».
L’assenza di forze di polizia regolari e di un moderno sistema di comunicazioni, unitamente alla comportavano le
scarsa illuminazione notturna, rendevano insicure anche le campagne situate nei pressi delle città. popolazioni rurali
Viaggiare di notte era infatti considerata una grave imprudenza: al calare delle tenebre, città e vil- nei loro confronti?
laggi sprangavano le loro porte, impedendo a chiunque di accedervi. La stessa cosa accadeva nel-
le residenze di campagna dei ricchi, i quali spesso disponevano di guardie private [®DOC1]. Non Cosa facevano
pochi erano i casi di persone scomparse per essere state catturate o addirittura uccise dai banditi le istituzioni per
[®DOC2 e 3].
contrastare
«Bandito» è un termine molto generico, che abbraccia una vasta gamma di tipologie, e che pertan- il banditismo?
to richiede alcune precisazioni.
Esisteva il cosiddetto bandito «sradicato»,che poteva agire da solo o con un piccolo gruppo di com-
plici [®DOC4]. Questo genere di bandito non era certo il più pericoloso. La vera minaccia, infatti,
era rappresentata dai banditi «radicati», quelli che trovavano aiuti e sostegno presso le popolazioni
locali. Questo fenomeno è detto «banditismo sociale», ed è stato riscontrato dagli studiosi moderni
in svariati contesti storici, dall’età antica a quella contemporanea. Mentre le autorità pubbliche bol-
lavano questi individui con l’epiteto di «criminali», le popolazioni contadine, oppresse dai signori e
dalle tasse, li consideravano dei veri eroi [®DOC5]. Per il bandito il sostegno delle popolazioni lo-
cali era di fondamentale importanza: senza il loro aiuto egli era soltanto un vagabondo, destinato a
cadere presto nelle mani delle autorità pubbliche [®DOC6].
Le autorità romane erano consapevoli della gravità del fenomeno (che ebbe una grande diffusione
in concomitanza con la crisi del III secolo) ed emanarono provvedimenti per colpire non solo i la-
trones, ma anche coloro che li proteggevano [®DOC7]: senza aiuti, si diceva chiaramente, «i ban-
diti non possono restare nascosti a lungo». Le pene previste dalla legge per reprimere il banditismo
erano severissime. I banditi catturati erano spesso giustiziati sul posto; quando venivano processa-
ti regolarmente, le pene erano terribili: venivano bruciati vivi, crocefissi, oppure condannati a esse-
re sbranati dalle belve nel circo. Ma questa severità non bastò a estirpare un fenomeno che attra-
versa tutta la storia romana e che gli storici moderni possono riscontrare in tutte le regioni dell’im-
pero. I motivi per i quali lo Stato romano non riuscì mai a debellare il banditismo «sociale» sono evi-
denti: esso non era una manifestazione di criminalità banale, ma l’espressione della resistenza del-
le masse impoverite al governo romano.
Mai di notte
Avventurarsi di notte in aperta campagna era considerata un’autentica follia, data l’alta probabi-
lità di cadere nelle mani dei banditi. Nel romanzo di Apuleio, le Metamorfosi, un personaggio fi-
nisce involontariamente nei guai e non vede altra soluzione che fuggire di notte dalla città in cui
si trova. L’addetto alla porta della città prima lo mette in guardia dai rischi cui va incontro, poi
viene colto da un sospetto: visto che non hai paura, forse sei un bandito anche tu...
DOC1
Apuleio, Metamorfosi, 1, 15 che la soluzione migliore fosse quella di «aprimi il portone, che voglio andarmene
filarmela prima che facesse luce, e fare prima di giorno».
Questi pensieri rimuginavo dentro di me della strada anche se le gambe mi trema- Il portinaio, che era disteso giusto dietro
e intanto la notte se ne stava andando e vano. [...] l’uscio, mezzo addormentato mi fece: «Ma
faceva posto al giorno e, così, mi parve «Ohilà, dove sei?», cominciai a gridare, come? Vuoi metterti in cammino a que-
513