Page 473 - Profili di Storia
P. 473
P2_Modulo05.qxp 19-03-2010 9:55 Pagina 458
Unità 18
L’apogeo dell’impero
battevano con l’equipaggiamento dei legionari,
® Elmo di gladiatore,
70-79 d.C. ma con armi bizzarre, ed erano vestiti in modo
[da Pompei, Museo Archeologico esotico. Anche le belve venivano da terre remote,
Nazionale, Napoli] e la loro terribile selvatichezza rappresentava la
Questo elmo è istoriato con natura dei paesi che erano al di fuori della civilitas
scene della guerra di Troia. romana. Il popolo romano provava così un’emo-
zione rassicurante: il mondo barbaro e selvaggio
che circondava la civilitas, portato nel cuore della
città, rivelava tutta la sua impotenza nel momento
stesso in cui veniva ritualmente annientato.
L’impressione suscitata dall’esibizione di animali
rari ed esotici rivive nei versi del poeta Calpurnio
Siculo. Un pastore di nome Caridone è stato a Ro-
ma per alcune settimane. Ritornato in campagna
racconta a un altro pastore le meraviglie esibite
durante gli spettacoli dell’anfiteatro. L’edificio da
lui descritto è un grandioso anfiteatro di legno fat-
to costruire da Nerone nel 57 d.C.
DOC7
Calpurnio Siculo, Ecloghe, 7, 23-84 passati e una miseria appaiono tutti gli tremante, fendersi il suolo dell’arena e fie-
spettacoli di un tempo». re emergere dalla voragine aperta del ter-
Ho visto levarsi fino al cielo un anfiteatro Ecco il parapetto tempestato di pietre pre- reno; e in quelle medesime cavità spesso
4
di travi connesse, che quasi dominava la ziose e il portico coperto d’oro gareggiano crebbero arbusti d’oro sotto una pioggia
5
rupe Tarpea e gradini immensi e pendii nel diffondere splendore; e al margine del- improvvisa.
1
lievemente degradanti. Mi sono diretto l’arena, dove gli spettacoli si svolgono assai
verso i posti dove, fra i sedili riservati alle vicino al muro di marmo , viene steso un
6
donne, una folla squallida in vesti scure 2 avorio straordinario fatto di placche con-
guardava lo spettacolo. Perché dovunque giunte e va a formare un rotolo che, scor- 1. L’anfiteatro, in verità, era lontano dalla rupe Tar-
vi erano spazi liberi sotto il cielo aperto lì rendo su un asse rotondo, traeva in fallo, pea, che si trovava sul Campidoglio. Il poeta vuol di-
stavano affollati cavalieri e tribuni in toga con improvvisa rotazione, gli artigli che vi si re che l’anfiteatro superava per maestosità la supre-
bianca. Come questa valle si ritrae in un posavano sopra, facendo piombare giù le ma rocca della città.
ampio cerchio e piegando i suoi lati tra i fiere . Del pari tessute in oro splendono le 2. Soltanto gli individui di ceto elevato portavano la
toga bianca, la veste che qualificava la dignità del cit-
7
boschi che da ogni parte declinano, si in- reti, che sono tese sopra l’arena per mezzo tadino dabbene. La folla «in vesti scure» era dunque
curva in ampia cavità fra montagne inin- di zanne intere, di zanne di uguale misura; e la plebe.
terrotte, così là l’incavo dell’arena ricurva 8 3. La forma ellittica dell’arena.
circonda una superficie piana, il cui centro ogni zanna era – credimi, Licota , se hai fi- 4. Il parapetto che delimitava il «podio», vale a dire
si chiude nella doppia mole in forma di uo- ducia in me – più lunga del nostro aratro. il settore riservato alle autorità.
vo . Come riferirti adesso ciò che io stesso Ma come riferirti ogni cosa con ordine? 5. Si trattava forse della galleria della parte superiore
3
dell’anfiteatro.
ho appena potuto osservare in tutti i suoi Ho visto là ogni specie di animali, lepri 6. Il muro su cui poggiava il podio.
9
particolari? A tal punto mi ha colpito il ful- bianche come la neve e cinghiali cornuti , 7. Era un sistema di sicurezza: il cilindro d’avorio ser-
gore che mi circondava da ogni parte! Sta- e un animale raro anche nelle foreste dove viva a far scivolare giù le belve che si avvicinavano
vo immobile, a bocca aperta, e contempla- nasce, l’alce. Ho visto anche dei tori: agli troppo alle tribune.
vo tutto l’insieme senza prendere coscien- uni, quando alzano la testa, si alza sul dor- 8. È il pastore cui si rivolge Caridone.
za ancora dei singoli pregi, quando un vec- so una protuberanza orribile, gli altri scuo- 9. Si trattava di rinoceronti o di facoceri.
chio che si trovava accanto a me, a sinistra: tono lungo il collo una criniera ispida, ad 10. Le foche. In quel tempo la foca era un animale
«Perché ti meravigli, campagnolo», disse, essi pende dal mento una barba ruvida e la molto diffuso nel Mediterraneo.
11. L’ippopotamo il cui nome significava in greco
«se tanta ricchezza ti lascia sbalordito, tu base del collo è irta di setole tremolanti. E «cavallo di fiume»; il fiume è il Nilo.
che non hai mai visto l’oro, e conosci solo non solo i mostri delle foreste mi è capita-
misere dimore, capanne e tuguri desolati? to di vedere, ma ho assistito anche alle lot-
Guarda, io stesso che sono ormai tremante te fra vitelli marini e orsi, e ho visto la raz-
10
e bianco di capelli, e che sono invecchiato za deforme, che prende il nome dal caval-
in questa città, resto lo stesso stupito di lo, e nasce in quel fiume che, a primavera, GUIDAALLALETTURA
fronte a tutto questo. Certo, non ci sembra irriga con le sue acque i campi lungo le 1. Che cosa suscita tanta ammirazione
in Caridone?
niente quanto abbiamo visto negli anni sponde . Ah, quante volte ho visto, tutto 2. Quali animali ha visto?
11
458