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Unità 18
L’apogeo dell’impero
L’inferno di giorno,la paura di notte.
Roma vuol dire rumore
Roma era una metropoli fin troppo piena di vita: in uno spazio tutto sommato piuttosto ristretto
si concentrava un altissimo numero di abitanti, dediti a una gamma infinita di attività. Tranne po-
che eccezioni, le strade non erano arterie spaziose e ben pianificate; erano invece una matassa,
quasi inestricabile, di viuzze strette, e spesso strettissime, di passaggi e vicoli, talvolta ciechi, soffo-
cati tra i palazzoni delle insulae [®Unità 18, DOC11]. In questi spazi angusti e maleodoranti, in-
sudiciati quotidianamente dal transito e dai rifiuti delle case, si accalcavano mezzi di trasporto e
merci, uomini e animali, lavoratori e perdigiorno, in un brulichio senza sosta e in un rumore con-
tinuo, insopportabile per chi viveva nelle case del quartiere.
L’immagine che delle strade di Roma ci danno i poeti satirici Giovenale e Marziale è quella di
una specie di girone infernale, luo-
go dannato dei poveri, che non
® Una città romana hanno la possibilità di vivere in
1. «Manifesti» elettorali; 2. una scuola; 3. gli condizioni migliori. Solo pochi pri-
appartamenti agli ultimi piani dell’insula erano vilegiati, i ricchi e i potenti, abitua-
occupati dalle famiglie più povere; 4. gli
appartamenti al primo piano erano i più spaziosi ti agli spazi luminosi e salubri delle
ed erano abitati dalle famiglie più ricche; 5. gli loro belle case immerse nella quiete
ultimi piani erano spesso costruiti in legno e quindi e nel verde, ignorano il fermento
più esposti alla possibilità di incendio; 6. gli unici frenetico delle strade e, quando è
mezzi a disposizione dei Romani per spegnere le
fiamme erano secchi d’acqua; 7. le terme necessario, lo attraversano protetti
pubbliche; 8. il tempio 9. i «vespasiani», bagni e distanti nel chiuso delle loro letti-
pubblici collegati con la fogna; 10. il mercato degli ghe. È un’immagine volutamente
schiavi; 11. il piano terra delle insulae era eccessiva, che tuttavia esprime un
occupato principalmente da negozi; 12. il mercato
alimentare; 13. la fontana pubblica. fondo di realtà.
DOC12
Giovenale, Satire, 3, 234-261 che si fermano e fanno un fragore che to-
glierebbe il sonno a Druso o a una vacca 1. L’imperatore Claudio (Druso), che era noto per
1
C’è una casa d’affitto in Roma che permetta marina . Il ricco, quando un affare lo chia- avere il sonno molto profondo.
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il sonno? Solo ai gran quattrini è permesso ma, si fa trasportare dalla folla che s’apre 2. Le foche, che si riteneva avessero un sonno molto
pesante; in quell’epoca la foca era un animale molto
dormire. La colpa di questo malanno ce davanti a lui, e vola sopra le teste, chiuso diffuso nel Mediterraneo.
l’hanno soprattutto i carri che vanno su e dentro la grande lettiga liburna , dove può 3. La lettiga è vista qui come la liburna, una piccola
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giù dentro i budelli dei vicoli, e le mandrie leggere o scrivere o magari dormirci [...]. nave leggera e veloce.
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