Page 477 - Profili di Storia
P. 477

P2_Modulo05.qxp  19-03-2010  9:55  Pagina 462





                                             Unità 18
                                             L’apogeo dell’impero



                                             L’inferno di giorno,la paura di notte.
                                             Roma vuol dire rumore
                                             Roma era una metropoli fin troppo piena di vita: in uno spazio tutto sommato piuttosto ristretto
                                             si concentrava un altissimo numero di abitanti, dediti a una gamma infinita di attività. Tranne po-
                                             che eccezioni, le strade non erano arterie spaziose e ben pianificate; erano invece una matassa,
                                             quasi inestricabile, di viuzze strette, e spesso strettissime, di passaggi e vicoli, talvolta ciechi, soffo-
                                             cati tra i palazzoni delle insulae [®Unità 18, DOC11]. In questi spazi angusti e maleodoranti, in-
                                             sudiciati quotidianamente dal transito e dai rifiuti delle case, si accalcavano mezzi di trasporto e
                                             merci, uomini e animali, lavoratori e perdigiorno, in un brulichio senza sosta e in un rumore con-
                                             tinuo, insopportabile per chi viveva nelle case del quartiere.
                                             L’immagine che delle strade di Roma ci danno i poeti satirici Giovenale e Marziale è quella di
                                                                                                una specie di girone infernale, luo-
                                                                                                go dannato dei poveri, che non
                                     ® Una città romana                                         hanno la possibilità di vivere in
                     1. «Manifesti» elettorali; 2. una scuola; 3. gli                           condizioni migliori. Solo pochi pri-
                     appartamenti agli ultimi piani dell’insula erano                           vilegiati, i ricchi e i potenti, abitua-
                         occupati dalle famiglie più povere; 4. gli
                   appartamenti al primo piano erano i più spaziosi                             ti agli spazi luminosi e salubri delle
                    ed erano abitati dalle famiglie più ricche; 5. gli                          loro belle case immerse nella quiete
                 ultimi piani erano spesso costruiti in legno e quindi                          e nel verde, ignorano il fermento
                   più esposti alla possibilità di incendio; 6. gli unici                       frenetico delle strade e, quando è
                  mezzi a disposizione dei Romani per spegnere le
                       fiamme erano secchi d’acqua; 7. le terme                                 necessario, lo attraversano protetti
                    pubbliche; 8. il tempio 9. i «vespasiani», bagni                            e distanti nel chiuso delle loro letti-
                 pubblici collegati con la fogna; 10. il mercato degli                          ghe.  È  un’immagine  volutamente
                       schiavi; 11. il piano terra delle insulae era                            eccessiva, che tuttavia esprime un
                 occupato principalmente da negozi; 12. il mercato
                            alimentare; 13. la fontana pubblica.                                fondo di realtà.


































                 DOC12
                  Giovenale, Satire, 3, 234-261       che si fermano e fanno un fragore che to-
                                                      glierebbe il sonno a Druso o a una vacca  1. L’imperatore Claudio (Druso), che era noto per
                                                                            1
                  C’è una casa d’affitto in Roma che permetta  marina . Il ricco, quando un affare lo chia-  avere il sonno molto profondo.
                                                            2
                  il sonno? Solo ai gran quattrini è permesso  ma, si fa trasportare dalla folla che s’apre  2. Le foche, che si riteneva avessero un sonno molto
                                                                                           pesante; in quell’epoca la foca era un animale molto
                  dormire. La colpa di questo malanno ce  davanti a lui, e vola sopra le teste, chiuso  diffuso nel Mediterraneo.
                  l’hanno soprattutto i carri che vanno su e  dentro la grande lettiga liburna , dove può  3. La lettiga è vista qui come la liburna, una piccola
                                                                               3
                  giù dentro i budelli dei vicoli, e le mandrie  leggere o scrivere o magari dormirci [...].  nave leggera e veloce.

                 462
   472   473   474   475   476   477   478   479   480   481   482