Page 470 - Profili di Storia
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                                                                                                Dossier
                                                                                   Gli spettacoli e il consenso



                         non il dio che regge la biga, invitto, con briglie di pampini,  to su un carro tirato da belve feroci. Nisa è il nome di una montagna di incerta lo-
                         Libero, e giù dalle cime eccelse di Nisa guida le tigri .  calizzazione.
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                         E ancora esitiamo a estendere la virtù con le imprese?  8. L’Italia, detta così dal nome dell’antica popolazione degli Àusoni, stanziata nel-
                                                                               l’Italia centro-meridionale.
                         o il timore ci vieta di prender dimora in Ausonia ?
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                                                                               1. Chi è, secondo Anchise, l’uomo che «aprirà un secolo d’oro»?
                         7. Libero era un dio italico della fertilità, poi assimilato a Bacco; era rappresenta-  2. Perché Anchise rievoca le gesta mitologiche di Ercole e del dio Libero?





                        Emozioni e personaggi del Circo. Via col vento

                        Le corse dei cavalli e dei carri nel circo erano un genere di spettacolo che suscitava la passione en-
                        tusiastica delle masse, con una partecipazione accanita e un tifo sfrenato. Tanto entusiasmo è ben
                        comprensibile: si trattava di competizioni eccitanti, che affascinavano per la potenza dei meravi-
                        gliosi cavalli esibiti, per l’abilità e l’intelligenza dei loro guidatori, per gli imprevisti e gli inciden-
                        ti, tutt’altro che rari. C’era, inoltre, un elemento che accresceva immensamente l’emozione: il gio-
                        co d’azzardo. Intorno alle corse ruotava infatti un vorticoso giro di scommesse, che affidava alla
                        bravura di cavalli e aurighi la ricerca di un guadagno altrimenti irrealizzabile.
                        La miscela eccezionale di spettacolarità, agonismo e interessi fecero sì che questo genere di spet-
                        tacoli mantenesse inalterata una enorme popolarità nel mondo romano fino agli ultimi secoli del-
                        l’impero.
                        Al V sec. d.C. risale la descrizione di una gara di carri che ci dà un’immagine molto vivace del mo-
                        do in cui si svolgevano queste competizioni. I carri (che erano solitamente trainati da quattro ca-
                        valli, ma talvolta anche da due, tre, sei, otto o dieci animali) portavano i colori delle diverse scu-  † Gli aurighi, fazione azzurra
                        derie o factiones (solitamente quattro), che si accollavano il pesante onere economico dell’orga-  e fazione verde
                        nizzazione. Somme ingenti venivano infatti spese nell’ingaggio degli aurighi migliori e del loro al-  [Palazzo Massimo alle Terme, Roma]
                        lenamento, e nell’acquisto e nel mantenimento dei cavalli, per il quale veniva impiegato uno staff  Questi due mosaici fanno parte di
                        di personale specializzato (allenatori, medici, scudieri, custodi).                una serie di quattro pannelli di epoca
                        Bianchi, Verdi, Azzurri e Rossi – questi erano i colori con cui si identificavano le fazioni – si schie-  tardo-romana che raffigurano
                                                                                                           altrettanti aurighi con i colori delle
                        ravano alla partenza per affrontare, fianco a fianco, in una pista ellittica angusta e difficile, con i  quattro fazioni del Circo.






































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