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Modulo 5
L’impero romano
tica, del diritto, della cultura, della religione si esprimevano pienamente solo nell’univer-
π Aosta
[disegno ricostruttivo di F. Corni] so urbano: qui erano i templi e i tribunali, gli archivi e le curie, i teatri e i circhi, le terme
Originata da una colonia militare e le scuole. Poeti e scrittori idealizzavano talvolta la vita rurale e contrapponevano la se-
fondata da Augusto nel 25 a.C., renità dei vigneti e dei campi di grano al caos dei vicoli e delle piazze, ma un vero citta-
Aosta fu nota in epoca romana con il
nome di Augusta Praetoria. La città, dino non si sarebbe mai trasferito definitivamente in campagna: questo era un destino da
come mostra chiaramente il esiliati, non la scelta di un autentico romano.
disegno, aveva una pianta a
scacchiera, tipica dell’abitato Nel periodo compreso tra l’età di Augusto e il II sec. d.C., gli imperatori fondarono centi-
romano, con otto isolati principali naia di colonie in tutto l’impero. Molte di esse sorsero in territori di recente acquisizione,
chiusi nelle possenti mura
raccordate da robuste torri o mal controllati: servivano dunque a favorire la romanizzazione e la stabilità del dominio
quadrate. Oltre le mura si estendeva imperiale. Molte altre città già esistenti ricevettero istituzioni di tipo romano. La prima età
la parte più modesta della città,
mentre al suo interno si trovavano gli imperiale fu dunque un periodo di intensa urbanizzazione. La dimensione delle città era
edifici pubblici come il teatro, estremamente variabile. Se Roma aveva circa un milione di abitanti, Alessandria 500.000,
l’anfiteatro e il Foro, di cui la
moderna città di Aosta conserva Antiochia e Cartagine 300.000, altri centri urbani si attestavano intorno alle 20.000 unità,
ancora numerosi resti. ma esistevano anche numerosissime città con appena due o tremila abitanti.
Autogoverno La città romana, come la polis greca, comprendeva il centro urbano e il
territorio circostante, ed era composta dai cittadini, vale a dire dagli abitanti di condi-
zione libera iscritti nelle liste civiche (non tutti gli abitanti, quindi, erano giuridicamente
«cittadini»). Le città dell’impero godevano del diritto di autogovernarsi, anche adottan-
do leggi e usanze locali: esse avevano dunque una certa autonomia che non doveva però
entrare in contrasto con le superiori esigenze dell’impero romano.
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