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                                             Unità 17
                                             Augusto e la nascita
                                             del principato



                  nio, adescato dagli accordi di Taranto e di  perché Augusto aveva voluto essere onora-  9. Terenzio Varrone Murdati a morte per cospirazio-
                  Brindisi e dalle nozze con la sorella , scontò  to con templi e statue divine da flamini e  ne; Iullo Antonio, figlio di Marco Antonio, accusato
                                                                                     11
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                  con la morte una subdola parentela. Sì, cer-  sacerdoti. Del resto aveva designato Tiberio  di adulterio con la moglie di Tiberio e costretto al sui-
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                  to, dopo questo, venne la pace, ma a prezzo  come successore non certo per affetto o per  10. Nel 38 a.C. Ottaviano prese in moglie Livia Dru-
                  di quanto sangue: le disfatte di Lollio e Va-  il bene dello Stato, ma perché, percepita  silla, già moglie di Tiberio Claudio Nerone. Quando
                  ro ; gli assassinii, a Roma, di uomini come  l’arroganza e la crudeltà di lui, voleva assi-  Ottaviano la sposò, Livia aveva già un figlio, Tiberio
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                  Varrone, Egnazio, Iullo . E non gli si rispar-  curarsi la gloria dall’odioso confronto.  (il futuro imperatore), ed era incinta di un altro figlio
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                  miava la vita privata; s’era preso la moglie di                          del primo marito.
                  Nerone , per poi consultare, per scherno, i                              11. Sacerdoti con particolari funzioni, riuniti in un
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                  pontefici sulla legittimità delle nozze con
                  una donna già incinta; e le esibizioni di ric-  7. Con il patto stipulato nel 40 a.C. a Brindisi (poi rin-
                  chezza [...]. Passavano infine a Livia, madre  novato a Taranto nel 37), Antonio sposò Ottavia, so-  GUIDAALLALETTURA
                                                       rella di Ottaviano.
                  nefasta allo Stato e matrigna ancor più nefa-  8. La sconfitta subita nello scontro con tribù germa-  1. In che modo, secondo i detrattori di Augusto,
                  sta alla casa dei Cesari. Deploravano che  niche da Marco Lollio nel 16 a.C. e quella, molto più  egli avrebbe raggiunto il potere?
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                  non ci fosse più spazio per il culto degli dèi,  grave, subita da Varo nel 9 d.C.  suo successore Tiberio?


                                             Ritratti a fosche tinte.Un ipocrita ambizioso

                                             Nei ritratti dei successori di Augusto tramandatici dagli storici del I sec. d.C. si esprime [®17.5]
                                             un aspro risentimento politico. Non bisogna dunque cercare in essi l’obiettività e l’equilibrio di
                                             giudizio: vi si insiste troppo, infatti, sulle debolezze, la crudeltà, la bizzarria, l’amoralità dei so-
                                             vrani, mentre cadono in secondo piano aspetti pur importanti e positivi della loro personalità e
                                             del loro governo. Questa immagine fosca dei primi imperatori romani è stata ampiamente diffu-
                                             sa, ai nostri giorni, dalle opere di cattiva divulgazione, dal teatro, dai romanzi storici, dal cinema.
                                             Gli scrupoli e le esitazioni di Tiberio ad assumere il potere imperiale, per esempio, furono sicu-
                                             ramente autentici, espressione del tormento con cui il sovrano designato visse il peso delle pro-
                                             prie scelte e delle responsabilità che ne conseguivano. Ma le sue indecisioni furono invece inter-
                                             pretate dagli storici antichi come le manifestazioni di un carattere ipocrita e subdolo.



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                  Svetonio, Vita di Tiberio, 24-25    fine la pazienza, e tra la folla uno gridò: «O  pericoli che d’ogni parte incombevano su
                                                      accetti o rinunci!», e un altro lo rimpro-  di lui, tanto che spesso diceva di «tenere il
                  Benché non esitasse né ad assumere imme-  verò personalmente perché, mentre tutti  lupo per le orecchie» .
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                  diatamente né ad esercitare il principato,  mantengono con ritardo le cose che han
                  ed anzi assumendo una guardia del corpo  promesso, egli con ritardo prometteva ciò
                  si arrogasse la forme e la forza del dominio,  che già manteneva. Finalmente, quasi ob-  1. L’espressione è presa da una commedia di Teren-
                  lo rifiutò tuttavia per molto tempo da sfac-  bligato a viva forza, e dolendosi della mise-  zio (commediografo latino del II sec. a.C.), in cui un
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                  ciato commediante, ora rimbrottando gli  ra e grave servitù che gli veniva imposta, as-  perché non so né in che modo liberarmene né come
                  amici che lo esortavano dicendo loro che  sunse il potere, non senza lasciare sperare  bloccarlo».
                  evidentemente ignoravano quale terribile  tuttavia che un giorno l’avrebbe deposto:
                  belva fosse il potere, ora tenendo in sospe-  «Finché», disse, «io sia giunto a quell’età in
                  so con risposte ambigue e con astuti rinvii  cui vi possa parer giusto dare qualche ri-  GUIDAALLALETTURA
                  il Senato che lo supplicava prostrandoglisi  poso alla mia vecchiaia».   1. Perché, secondo Svetonio, Tiberio esitò a
                  alle ginocchia; tanto che alcuni persero in-  Motivo delle sue esitazioni era il timore dei  lungo prima di assumere il potere?




                                             Ritratti a fosche tinte.Il volto demoniaco del potere
                                             L’imperatore Caligola, che doveva alla follia alcuni aspetti decisamente inquietanti del suo carat-
                                             tere e delle sue azioni, fu certamente la figura che più di ogni altra offrì spunti per una ricostru-
                                             zione che sembra un vero e proprio racconto dell’orrore. Nel ritratto che ci ha tramandato Sve-
                                             tonio, Caligola diviene l’emblema del volto demoniaco del potere.

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