Page 446 - Profili di Storia
P. 446

P2_Modulo05.qxp  19-03-2010  9:54  Pagina 431





                                                                                                Dossier
                                                                                   Gli storici e gli imperatori



                        DOC5
                         Svetonio, Vita di Caligola, 27-28   tutti per gravi cause, ma per avere sparlato  clamassero subitamente nemico pubblico,
                                                             di qualche spettacolo dato da lui o per non  lo assalissero, lo trafiggessero con i pugna-
                         La sua nativa crudeltà egli la mostrò parti-  avere mai giurato nel nome del suo Genio .  li, lo dessero a straziare alla folla; né fu sod-
                                                                                              2
                         colarmente in questi modi. Poiché costava  Costringeva i genitori ad assistere al suppli-  disfatto se non quando vide le membra e
                         troppo il bestiame per il pasto delle fiere  zio dei loro figli; e a uno che si scusava come  gli arti e i visceri dell’uomo trascinati per le
                         destinate agli spettacoli, fece dare ad esse  infermo mandò una lettiga; e invitò a ban-  vie e poi ammucchiati innanzi a sé.
                         da sbranare alcuni condannati, e passando  chetto, subito dopo la vista del supplizio, un
                         in rassegna le prigioni e senza leggere le no-  altro, e con ogni sorta di piacevolezze lo
                         te di alcuno, là dal mezzo del portico or-  provocò ad allegria e a scherzi. [...] Un ca-
                         dinò che tutti fossero tratti fuori. [...]  valiere romano gettato alle fiere si procla-  1. Si riferisce all’usanza di marchiare gli schiavi.
                         Condannò alle miniere o a lastricare strade,  mava innocente; lo fece ritirare, e, fattagli  2. Il Genio era il nume tutelare dell’imperatore.
                         o chiuse in gabbia proni con mani e piedi a  recidere la lingua, lo rigettò dentro. [...]
                         mo’ di bestie, o fece segare per mezzo, mol-  Essendogli venuto il desiderio che un se-  GUIDAALLALETTURA
                         ti cittadini d’onorevole condizione, dopo di  natore fosse fatto in pezzi, corruppe alcuni  1. È presente qualche sfumatura positiva in
                         averli sfregiati col marchio d’infamia : né  affinché all’entrare di lui nella curia lo pro-  questo ritratto di Caligola?
                                                       1



                        Governare vuol dire assimilare
                        I personaggi più ricchi e influenti della Gallia Transalpina chiedevano insistentemente di essere
                        ammessi in senato. Si trattava di individui ormai completamente assimilati alla cultura romana. Le
                        loro città, le loro istituzioni, il loro modo di vita era totalmente romano. La richiesta suscitò rea-
                        zioni negative da parte dei senatori romani, gelosi dei loro privilegi. In un celebre discorso – per-
                        venutoci sia in un testo epigrafico sia tramite Tacito – Claudio sostenne con forza la necessità di
                        aprire il senato ai provinciali. L’imperatore era un uomo coltissimo e usò argomenti attinti alla sto-
                        ria antica: Roma era diventata la signora del mondo non solo perché aveva saputo vincere e sot-
                        tomettere altre genti, ma anche perché aveva saputo integrare i vinti, rendendoli partecipi del go-
                        verno. Egli coglieva perfettamente quella caratteristica di fondo della società romana (una società
                        «aperta») sulla quale abbiamo più volte insistito.


                        DOC6
                         Tacito, Annali, XI, 23-24           ria, senza che vi si facesse entrare un’accoz-  colto nella cittadinanza romana e nel patri-
                                                             zaglia di forestieri, quasi gente in prigionia?  ziato, m’incoraggiarono a seguire princìpi
                         Sotto il consolato di A. Vitellio e L. Vipsta-  Quale onore ormai si riserverebbe agli ulti-  conformi a quelli con cui essi governarono,
                         no , poiché si agitava la questione dei vuoti  mi superstiti della nobiltà, o ai senatori – se  trasferendo qui tutto quanto vi fosse stato
                           1
                         da colmare in Senato, e i maggiorenti della  ve n’era qualcuno – poveri, ma figli del La-  altrove di eccellente. Non ignoro infatti che
                         Gallia detta Comata , i quali avevano da  zio? Di tutto si sarebbero impadroniti quei  da Alba si fecero venire i Giulii, da Camerio
                                         2
                         tempo ottenuto i diritti dei federati e la cit-  ricchi, i cui avoli e bisavoli, capi di genti ne-  i Cruncanii, da Tuscolo i Porci e – senza
                                                                                                                           6
                         tadinanza romana, chiedevano di poter ac-  miche, avevano massacrato con la violenza  scrutare l’antichità – dall’Etruria, dalla Lu-
                         cedere alle cariche pubbliche in Roma, si le-  e colle armi i nostri eserciti e assediato il di-  cania e da tutta l’Italia sono stati chiamati
                         varono su questo argomento molte e diver-  vo Giulio ad Alesia . Fatti recenti, questi:  dei senatori; da ultimo, l’Italia stessa fu am-
                                                                             3
                         se voci. Si discuteva dinanzi all’imperatore  ma che avverrebbe se si affacciasse il ricor-
                         con appassionati contrasti; alcuni asseriva-  do di quelli che erano morti ai piedi del
                         no non essere l’Italia così mal ridotta da non  Campidoglio e della rocca di Roma, abbat-  1. Nell’anno 48 d.C.
                         poter fornire i senatori alla sua capitale. Un  tuti per mano di quei Galli medesimi? Co-  2. La Gallia Transalpina, detta Comata («chiomata»)
                                                                                           4
                         tempo i Romani avevano colmato i vuoti del  loro godessero pure il titolo di cittadini: ma  per le lunghe chiome dei suoi abitanti.
                         Senato con i popoli affini per sangue: e del  non si avvilissero le insegne senatorie e il de-  3. [®16.6].
                         governo antico non si rammaricava nessu-  coro delle magistrature.       4. Il famoso incendio gallico del 390 a.C.
                         no. Anzi, si ricordavano tuttora gli esempi  Questi argomenti e altri simili non scossero  5. La gens Claudia, alla quale apparteneva l’impera-
                         che l’indole romana, vigendo il costume  l’imperatore, che, convocato il Senato, pre-  tore Claudio, aveva come antenato Atto Clauso (no-
                                                                                                  me sabino di Appio Claudio), stabilitosi dalla Sabina
                         primitivo, aveva tramandati, incitamento  se subito a controbatterli, incominciando  a Roma nel 504 a.C.
                         alla virtù e alla gloria. Non era sufficiente  così: «I miei avi, il più antico dei quali, Clau-  6. Ricorda i nomi e le località di provenienza di alcu-
                         che Veneti ed Ìnsubri avessero invaso la cu-  so , sabino d’origine, fu in pari tempo ac-  ne antiche gentes romane.
                                                               5

                                                                                                                                431
   441   442   443   444   445   446   447   448   449   450   451