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Unità 16
Il tramonto della repubblica
Per convincere i senatori, ancora increduli o tentennanti, dell’esistenza della congiura e per in-
durre Catilina a lasciare Roma o a scoprirsi con un’azione di aperta rivolta, Cicerone si affida al-
la sua travolgente oratoria. In questo discorso la grande arte della parola si fonde con la passione
profonda del cittadino, con la dignità autorevole del magistrato, con la scaltrezza dell’avvocato.
Ecco l’efficacia bruciante del suo famoso esordio.
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Cicerone, Catilinarie, I, 1-2 sono palesi? Non vedi che la tua congiura, soltanto se riusciamo a scansare le armi al
conosciuta com’è da tutti i presenti, è or- servizio della follia di costui! È a morte,
Fino a quando, Catilina, continuerai ad mai tenuta strettamente sotto controllo? Catilina, che già da tempo si sarebbe do-
abusare della nostra pazienza? Per quanto Chi di noi, a tuo avviso, ignora cosa hai fat- vuto condurti per ordine del console; è
tempo ancora il tuo folle comportamento to la notte scorsa e quella precedente, do- contro di te che si sarebbe dovuto rivolge-
si farà beffe di noi? Fino a che punto si sca- ve sei stato, chi hai convocato, che decisio- re quel colpo mortale che tu già da un pez-
tenerà questa tua sfrontatezza che non co- ne hai presa? zo vai macchinando contro tutti noi.
nosce freno? Non ti fanno nessuna impres- Che tempi! Che costumi! E il Senato com-
sione né il reparto armato che di notte pre- prende bene tutto ciò, il console lo vede: 1. Il tempio di Giove Statore (secondo la leggenda
sidia il Palatino, né le pattuglie che svolgo- eppure costui è ancora in vita. In vita? Ma Giove era detto Statore perché «fermò» i Romani, in
no servizio di ronda in città, né l’ansiosa non basta! Si presenta perfino in Senato, fuga davanti ai Sabini, su preghiera di Romolo), in
cui era stata convocata la seduta del senato, si trova-
preoccupazione del popolo, né il concorde partecipa alle deliberazioni di Stato e con va ai piedi del Palatino, il cui possesso era essenziale
accorrere di tutti i buoni cittadini, né que- lo sguardo indica, destinandolo alla morte, per il controllo di Roma.
sta sede così ben fortificata per la seduta ognuno di noi. Noi invece, da uomini pie-
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del Senato, né l’espressione del volto dei ni di coraggio quali siamo, riteniamo di GUIDAALLALETTURA
presenti? Non ti accorgi che le tue trame compiere il nostro dovere verso la patria 1. Quali accuse Cicerone rivolge a Catilina?
L’assassinio di Cesare
L’assassinio di Cesare è uno degli eventi più famosi della storia universale: per la grandezza del
personaggio, per le conseguenze storiche che ne derivarono, per la stessa eccezionale teatralità del
suo svolgimento. La tragedia accomuna i carnefici e la vittima, i vincitori e il vinto, ma è que-
st’ultimo a dominare la scena con la sua grandiosa dignità: la statura morale del dittatore offusca
quella dei suoi assassini. Questi ultimi si sarebbero poi rivelati incapaci di sostenere le conse-
guenze politiche del loro gesto.
Dalle Idi di marzo in poi, il mito di Cesare ha avuto una fortuna ininterrotta. Ancora oggi, chi vi-
sita il Foro romano nella ricorrenza annuale del cesaricidio, potrà notare, sul luogo dove si ritie-
ne sia stato bruciato il corpo di Cesare, mazzi di fiori e piccoli segni di affetto posti dalla gente co-
mune in suo ricordo.
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Cassio Dione, Storia di Roma, XLIV, 18-19 momento una statua del dittatore, che si Quando Cesare giunse in Senato, Trebonio
trovava nel vestibolo, cadde spontanea- trattenne fuori Antonio . [...] Gli altri con-
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Poiché Cesare dunque, per questi motivi , mente e andò in frantumi. Ma Cesare – era giurati si accalcarono intorno a Cesare –
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tardava a venire in Senato, i congiurati te- proprio destino che egli perisse in quel gior-
mettero che ci potesse essere un rinvio della no – non badò a questo portento, né diede
discussione – corse infatti la voce che Cesa- ascolto a un indovino che gli svelava la con-
re volesse rimanere in casa quel giorno – e giura. [...] Nel complesso era talmente fidu- 1. Nei giorni precedenti al delitto Cesare aveva rice-
vuto molti segni premonitori di un evento nefasto:
che la congiura fosse scoperta, trascinando- cioso da dire scherzando all’indovino che sogni, accadimenti strani e insoliti nella sua casa, re-
li in una sicura rovina. Perciò mandarono gli raccomandava di stare bene attento a sponsi infausti dei sacrifici.
Decimo Bruto, all’apparenza un suo carissi- quel giorno: «Dove sono andate a finire le 2. Il piano dei congiurati prevedeva di uccidere an-
mo amico, perché lo persuadesse a venire. tue profezie? Non vedi che il giorno che te- che Antonio e Lepido. Si decise però di rinunziarvi
per il timore che un troppo grande numero di vitti-
Costui disperse i motivi addotti da Cesare e mevi è giunto, e io sono ancora vivo?». E si me rovesciasse sui congiurati l’accusa di aver ucciso
gli disse che i senatori desideravano arden- dice che l’indovino gli abbia risposto: «Sì, è Cesare per brama di potere e non per la liberazione
temente vederlo: così lo convinse. In quel giunto, ma non è ancora passato». di Roma.
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